L’economia dell’eurozona nel primo trimestre del 2025 ha fatto registrare una crescita del Pil dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% su base annua. Entrambi i dati sono sopra le attese che si attendevano, rispettivamente, +0,2% e +1%. Tra i tassi di crescita a livello di singoli Paesi spicca l’Irlanda, che con un balzo del 3,2% trimestrale. Seguono Spagna e Lituania, entrambe con un incremento dello 0,6% (l’Italia ha messo a segno una crescita dello 0,3%).
Tuttavia, va sottolineato che l’impatto dell’economia irlandese sul dato complessivo dell’Eurozona è stato limitato, contribuendo per appena 0,1% alla crescita totale. Questo significa che, senza il contributo irlandese, la crescita dell’eurozona si sarebbe mantenuta sostanzialmente in linea con il trend recente, segnalando una dinamica economica ancora prudente. Guardando avanti, le prospettive per il secondo trimestre restano incerte. I principali indicatori anticipatori, come gli indici PMI raccolti dopo l’annuncio dei dazi statunitensi all’inizio di aprile, indicano un possibile rallentamento della crescita nei prossimi mesi.
IL “CASO” IRLANDA
Uno sguardo più approfondito all’Irlanda mostra un quadro interessante. La crescita del 3,2% è stata sostenuta da diversi fattori, sia sul fronte dell’offerta che della domanda. Dal punto di vista settoriale, spicca l’exploit del comparto “informazione e comunicazione”, con un +7,8%, seguito da buoni risultati nell’industria (+1,2%) e nei servizi legati a distribuzione, trasporti, alberghi e ristorazione (+1,1%). Dal lato della domanda interna, i consumi delle famiglie sono aumentati dell’1,6%, sostenendo l’attività economica, mentre le esportazioni hanno mostrato un notevole +5%. Allo stesso tempo, le importazioni sono diminuite dell’1,9%, contribuendo positivamente al saldo estero. Più deboli invece gli investimenti, che hanno subito un calo marcato dell’8,6%, e la spesa pubblica, in lieve flessione dello 0,1%.