Quando si parla di investimenti in obbligazioni, molti investitori tendono a considerarle strumenti sicuri o, quantomeno, “più sicuri” rispetto ad altri asset. Tuttavia, questa è spesso una percezione distorta, che non riflette l’effettivo livello di rischio. Il rischio percepito, infatti, è spesso inferiore al rischio reale.
Il classico esempio è l’idea che acquistare un bond e mantenerlo fino a scadenza esponga solamente al rischio di default dell’emittente. Ma la realtà è ben diversa. Esistono infatti molteplici altri rischi, anche in caso di mantenimento a scadenza: tra questi, il rischio di credito (che include il downgrade del rating e l’ampliamento degli spread), il rischio tassi, il rischio liquidità e perfino il rischio politico o fiscale, quest'ultimi specialmente quando si investe in titoli di Stato.
Per comprendere come si arriva a sottovalutare tali rischi, è utile richiamare alcuni bias comportamentali che influenzano le scelte di investimento:
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Bias dell’ottimismo: la tendenza a sovrastimare la probabilità di esiti positivi e a sottovalutare quelli negativi.
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Bias della normalità: la tendenza a considerare improbabili eventi eccezionalmente negativi, semplicemente perché “non sono mai successi” o “succedono raramente”.
Questi errori cognitivi ci portano spesso a credere che a determinati emittenti – come uno Stato forte o una grande azienda – “non potrà mai accadere nulla di grave”. Ma la storia recente dimostra il contrario.
Un caso emblematico è il downgrade del rating degli Stati Uniti: un evento che ha dimostrato come anche l’economia più grande del mondo possa subire revisioni al ribasso da parte delle agenzie di rating. E con esse, un aumento dei rendimenti richiesti dal mercato e una maggiore instabilità. Le cause? Politiche fiscali espansive, timori sul deficit e scenari geopolitici incerti, tra cui la possibilità di nuove guerre commerciali.
Questi fattori, per chi è dominato dai bias dell’ottimismo e della normalità, appaiono improbabili, o addirittura impossibili. Eppure accadono.
Perché tutto questo è importante per un investitore?
Perché i bias comportamentali agiscono in modo inconsapevole. Ci fanno ignorare scenari negativi, minimizzare i rischi e ci spingono verso scelte apparentemente razionali che, in realtà, non lo sono. Nella pratica, possono portarci a:
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acquistare obbligazioni sopravvalutate,
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ignorare il rischio di spread o downgrade,
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sottovalutare il contesto macroeconomico,
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sovraesporci su determinati emittenti o Paesi.
Conoscere questi meccanismi è fondamentale per evitare errori e costruire portafogli realmente consapevoli. Le obbligazioni non sono strumenti “senza rischio”, ma investimenti che, come tutti gli altri, vanno analizzati con attenzione, valutando ogni possibile scenario. Anche quelli che la nostra mente preferisce ignorare.