L’economia indonesiana ha iniziato il 2025 con il freno tirato. Il Prodotto Interno Lordo del primo trimestre è cresciuto solo del 4,87% su base annua, segnando il ritmo più lento degli ultimi tre anni. Un dato che delude le aspettative (la stima mediana era del 4,92%) e che riporta il paese al passo del terzo trimestre del 2021, in piena fase di ripresa post-pandemia. Il rallentamento è trasversale e coinvolge vari motori della crescita. Il consumo delle famiglie – componente chiave che rappresenta la spina dorsale della domanda interna – ha segnato un +4,89%, il ritmo più debole dalla fine del 2023. Un risultato ancora più significativo se si considera che il periodo includeva le festività del Ramadan, tradizionalmente associate a un aumento della spesa.
Dietro la frenata c’è anche la mano dello Stato: la spesa pubblica è diminuita dell’1,38%, a seguito dei tagli ordinati dal presidente Prabowo Subianto. Le sforbiciate hanno toccato settori strategici come infrastrutture e viaggi, con l’intento dichiarato di razionalizzare le finanze, ma a costo di un impatto negativo sull’attività economica. Anche sul fronte degli investimenti, le imprese si mostrano più caute. La formazione di capitale fisso lordo – un indicatore chiave della propensione a investire – è aumentata appena del 2,12%, il dato più debole degli ultimi due anni. L’incertezza generata dalle tensioni commerciali internazionali, in particolare riguardo ai dazi statunitensi, ha probabilmente indotto molte aziende a rimandare decisioni importanti. Il quadro settoriale è a macchia di leopardo. Crescono agricoltura, turismo e servizi alle imprese, grazie alla stagione del raccolto, al ritorno dei viaggiatori e alla domanda di servizi di noleggio. Al contrario, il settore minerario è in contrazione, zavorrato dal calo della domanda internazionale di carbone e dai lavori di manutenzione in miniere di rame e oro in Papua Centrale.
E mentre la crescita rallenta, l’inflazione torna a salire. Ad aprile, l’indice dei prezzi al consumo ha raggiunto l’1,95% su base annua – il livello più alto da otto mesi – spinto da un’impennata della spesa durante le festività dell’Eid al-Fitr e da un incremento dei prezzi delle abitazioni, favorito dalla fine dei sussidi sulle tariffe elettriche. Anche l’inflazione di fondo, che esclude alimentari ed energia, è salita al 2,50%, massimo da quasi due anni. Tuttavia, entrambi i dati restano ancora all’interno del range obiettivo della Banca Centrale (1,5%-3,5%).
Il governo guarda avanti con ambizione: l’obiettivo di crescita per il 2026 è fissato tra il 5,8% e il 6,3%. Ma per centrarlo serviranno interventi decisi. La spesa per i programmi di sviluppo prioritari dovrà essere accelerata per generare effetti moltiplicatori e sostenere l’economia. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se l’Indonesia saprà ritrovare il passo o se il 2025 segnerà una pausa prolungata nel suo percorso di crescita.
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