Nel primo trimestre del 2025, l'economia dell'Eurozona ha registrato una crescita dello 0,3%, al di sotto delle attese degli analisti che prevedevano un aumento dello 0,4%, che era anche il dato comunicato in precedenza. Un dato che, pur positivo, riflette una ripresa debole e ancora fragile, minata da fattori esterni e incertezze di politica monetaria.
A pesare sul sentiment economico sono soprattutto le nuove tariffe annunciate dagli Stati Uniti, che stanno generando un clima di incertezza sui mercati. Le imprese europee temono un'escalation delle tensioni commerciali che potrebbe frenare investimenti e rallentare ulteriormente i consumi interni, già messi alla prova da mesi di crescita contenuta.
In questo contesto, la Banca Centrale Europea resta protagonista. Dopo aver avviato un ciclo di allentamento monetario con sette tagli ai tassi d’interesse a partire da giugno 2024, la BCE sta valutando ulteriori riduzioni nel tentativo di stimolare credito e investimenti. Tuttavia, resta il rischio che politiche troppo espansive possano avere effetti limitati se la fiducia resta bassa.
Un dato positivo arriva invece dal mercato del lavoro: l’occupazione è aumentata dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, segnando un miglioramento rispetto allo 0,1% dell’ultimo trimestre del 2024. Un segnale incoraggiante, che potrebbe sostenere i consumi interni nel medio termine.
L’Eurozona si trova quindi a un bivio: da una parte, la necessità di rafforzare la crescita economica con politiche coordinate e strutturali; dall’altra, l’urgenza di fronteggiare le nuove sfide globali, in particolare sul fronte commerciale e geopolitico. Il secondo trimestre sarà decisivo per capire se la ripresa potrà consolidarsi o se prevarrà una nuova fase di stagnazione.