L’Argentina sta finalmente vedendo segnali concreti di rallentamento dell’inflazione. A maggio, il tasso di inflazione mensile è sceso all’1,5%, il livello più basso registrato dal maggio 2020. Si tratta di un dato particolarmente significativo in un Paese che negli ultimi anni ha affrontato un’inflazione galoppante.
Anche l’inflazione annuale mostra un deciso rallentamento, fermandosi al 43,5%, un calo netto rispetto ai mesi precedenti. Questo miglioramento è stato favorito da diversi fattori stagionali e strutturali. Tra questi, la riduzione delle piogge, che ha influito positivamente sulla filiera agricola, e le tasse più basse su alcuni prodotti, che hanno contribuito ad abbassare i prezzi. Inoltre, varie catene della grande distribuzione hanno applicato sconti al dettaglio che hanno calmierato l’aumento dei costi per i consumatori.
Un dato particolarmente incoraggiante riguarda i prezzi alimentari, cresciuti appena dello 0,5% rispetto al mese precedente, un risultato che rappresenta un importante sollievo per molte famiglie argentine.
Questi segnali positivi arrivano in un momento chiave per la politica argentina. Il rallentamento dell’inflazione rappresenta una vittoria importante per il presidente Javier Milei, che potrà capitalizzare questi dati in vista delle elezioni di metà mandato di ottobre. Se il trend dovesse continuare nei prossimi mesi, potrebbe rafforzare ulteriormente la sua posizione politica e consolidare il consenso interno ed estero.
Di recente l'Argentina ha emesso obbligazioni in peso, che hanno ovviamente guadagnato in scia a queste notizie. Al momento, però, un posizionamento diretto sulle obbligazioni argentine non è consigliato. Meglio l'Etf che punta sui bond dei Paesi emergenti, c'è anche l'Argentina, denominato in dollari Usa.