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Tassi invariati nel Regno Unito: la Banca d’Inghilterra prende tempo

Bank of England: riunione

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Data di pubblicazione 19 giugno 2025
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Bank of England: riunione

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Come da attese i tassi sono stati lasciati fermi, ma all'interno della Bank of England ci sono delle divisioni. Nel frattempo i mercati si aspettano due tagli nei tassi in questo 2025

La Banca d’Inghilterra - Bank of England - ha deciso di mantenere i tassi d’interesse fermi al 4,25%, in una riunione che ha evidenziato una divisione interna più marcata del previsto. Sei membri del comitato di politica monetaria hanno infatti votato per lasciare i tassi invariati, mentre tre si sono espressi a favore di un taglio immediato dello 0,25%. Una spaccatura che riflette le incertezze del momento economico, sia sul piano interno sia internazionale.

La scelta della Bank of England arriva in un contesto in cui l’economia britannica mostra segni di rallentamento. Il mercato del lavoro si sta indebolendo, la crescita resta anemica e, all’orizzonte, si profilano rischi geopolitici rilevanti. In particolare, il conflitto tra Iran e Israele ha riportato al centro dell’attenzione il prezzo del petrolio, la cui impennata potrebbe avere ricadute sia sull’inflazione sia sulle prospettive di crescita.

Proprio per questo motivo, la Banca si muove con cautela. Le previsioni indicano un rallentamento nella crescita salariale nei prossimi mesi, un segnale che potrebbe favorire un allentamento della politica monetaria. Tuttavia, il governatore della BoE ha ribadito che ogni eventuale taglio dei tassi sarà "graduale e attento", confermando un approccio prudente.

I mercati finanziari, però, come di consueto, elaborano le loro previsioni: ora si aspettano due riduzioni dei tassi nel 2025, ciascuna dello 0,25%. La sterlina, dopo un iniziale calo, ha recuperato terreno, segno che gli investitori stanno metabolizzando l’idea di una politica monetaria più morbida, ma non particolarmente espansiva. La Banca d’Inghilterra, insomma, prende tempo. Con uno sguardo attento ai dati e un occhio ai rischi geopolitici, cerca di bilanciare la necessità di sostenere l’economia con quella di non abbassare la guardia di fronte all’inflazione. Un equilibrio delicato, in un momento in cui le certezze sono poche e i margini d’errore ridotti.