La Banca Centrale del Brasile ha deciso di intervenire ancora una volta sulla leva dei tassi di interesse, aumentando il costo del denaro dello 0,25%, portandoli così al 15%. Una soglia elevata, che riflette una scelta precisa: adottare una politica monetaria fortemente restrittiva per mantenere sotto controllo le aspettative sull’inflazione.
L’obiettivo dichiarato è quello di “ancorare” le previsioni sul costo della vita, in un contesto in cui la dinamica dei prezzi sembra comunque mostrare segnali di rallentamento. Le stime parlano infatti di un’inflazione in calo al 4,9% nel 2025 e al 3,6% nel 2026. Tuttavia, la Banca centrale mantiene una linea prudente: la discesa dell’inflazione non è ancora del tutto consolidata, e il livello attuale dei tassi sarà oggetto di valutazione continua per verificare se sia davvero sufficiente a garantire la convergenza verso l'obiettivo.
Questo approccio riflette anche la particolare forza dell’economia brasiliana, che sta mostrando una notevole resilienza. In particolare, il mercato del lavoro continua a tenere, creando pressioni sui prezzi interni, un elemento che rende più difficile l’allentamento della politica monetaria.
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