Come previsto, la Federal Reserve statunitense non ha modificato il suo tasso di riferimento durante la riunione del comitato monetario di giugno. È la quarta riunione consecutiva in cui la Fed mantiene il costo del denaro nella fascia 4,25%-4,50%. Nonostante l'inflazione abbia continuato a diminuire dal precedente allentamento monetario di dicembre 2025, i banchieri centrali americani privilegiano la cautela. Prima di agire, intendono analizzare l'impatto economico delle politiche di Donald Trump, in particolare quelle relative alle tariffe doganali, all'immigrazione e alla politica fiscale espansionistica. È importante notare che, sebbene l'incertezza rimanga elevata, essa sta gradualmente diminuendo man mano che queste nuove politiche vengono definite in modo più chiaro.
Nel complesso, secondo la Federal Reserve, si prevede una crescita inferiore e un'inflazione più elevata. Il PIL dovrebbe crescere dell'1,4% quest'anno e dell'1,6% nel 2026, contro le previsioni di marzo che indicavano rispettivamente 1,7% e 1,8%. L'inflazione salirà quest'anno al 3% a causa dei dazi doganali, che stanno iniziando a incidere sui prezzi al consumo, rispetto a una previsione precedente del 2,7%. I dati sull'inflazione sono stati rivisti al rialzo anche per il 2026 e il 2027.
Di fronte a una crescita che rallenta e a un'inflazione che aumenta, i banchieri centrali americani continuano a prevedere in generale due tagli dei tassi di riferimento quest'anno. Tuttavia, nulla è certo, poiché ora 7 membri su 19 del comitato monetario non desiderano più un allentamento monetario, rispetto ai soli 4 di tre mesi fa. Un prolungato statu quo monetario non è quindi da escludere completamente.
La decisione della Federal Reserve, ampiamente attesa, non ha avuto un impatto sui mercati finanziari, che hanno gli occhi puntati principalmente sull'Iran. Il dollaro ha tuttavia recuperato terreno sul mercato dei cambi, in prospettiva di una minore riduzione dei tassi di riferimento.
Le decisioni prese da Donald Trump negli ultimi mesi hanno offuscato la visibilità congiunturale e indebolito le prospettive economiche degli Stati Uniti per i prossimi trimestri. Tuttavia, non hanno intaccato il potenziale a lungo termine degli attivi americani.