Nel primo trimestre del 2025, l’economia giapponese ha registrato una contrazione del PIL pari allo 0,2% su base annualizzata, una performance negativa ma migliore delle previsioni degli analisti, che si aspettavano un calo dello 0,7%.
A sostenere parzialmente l’attività economica sono stati i consumi interni e l’accumulo di scorte, con gli inventari che hanno contribuito per +0,6 punti percentuali alla crescita. Tuttavia, il dato è stato zavorrato dalle esportazioni nette, che hanno avuto un impatto negativo pari a -0,8 punti percentuali, riflettendo la debole domanda esterna e l’impatto delle tensioni commerciali internazionali, in particolare con gli Stati Uniti.
In questo contesto, la Banca del Giappone (BoJ) ha scelto di mantenere una politica monetaria prudente, rimandando ulteriori aumenti dei tassi di interesse. L’istituto centrale giapponese si trova di fronte a una situazione complessa: da un lato la necessità di sostenere l’economia interna, dall’altro il rischio di una ripresa dell’inflazione importata in caso di yen debole e rallentamento globale. Anche lo scenario politico gioca un ruolo importante. Il Primo Ministro Shigeru Ishiba è sotto pressione in vista delle elezioni della camera alta, previste nei prossimi mesi. Le frizioni commerciali con Washington e i segnali di rallentamento economico complicano ulteriormente la sua posizione politica.
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