L’inflazione in India continua a rallentare, offrendo un po’ di respiro a famiglie, imprese e mercati. A maggio, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 2,82% rispetto all’anno precedente. Si tratta del settimo mese consecutivo di calo dell’inflazione, un segnale che rafforza la decisione della banca centrale indiana di tagliare i tassi di interesse la scorsa settimana. Un taglio importante, che mira a sostenere la crescita in un contesto economico ancora incerto.
Un contributo decisivo a questa discesa è arrivato dai prezzi alimentari, che pesano quasi per la metà sull’indice complessivo. Il motivo? L’arrivo anticipato del monsone, fondamentale per l’agricoltura indiana, ha raffreddato le pressioni sui prezzi di molti beni alimentari. Il raccolto abbondante atteso potrebbe continuare a mantenere bassi i prezzi nei prossimi mesi. Tuttavia, non tutto si è mosso nella stessa direzione. L’inflazione core, cioè quella che esclude le componenti più volatili come cibo e carburante, ha registrato un leggero aumento, attestandosi al 4,28%. Questo dato suggerisce che esistono ancora pressioni di fondo, legate a dinamiche strutturali dell’economia.
Per ora, le prospettive restano favorevoli: gli analisti parlano di un’inflazione "benigna" nel breve termine. Ma attenzione: tutto dipenderà da come evolverà la stagione dei monsoni. Se le piogge saranno regolari e distribuite in modo omogeneo, i prezzi alimentari resteranno sotto controllo. Al contrario, un monsone debole o irregolare potrebbe far salire i prezzi e complicare le scelte della banca centrale.
In sintesi, l’inflazione in India sta rallentando, creando spazio per una politica monetaria più espansiva. Ma, come spesso accade nei Paesi dove l’agricoltura ha un ruolo centrale, sarà la natura – e in particolare il monsone – a dettare il ritmo dei prossimi mesi.
Per quanto riguarda gli investimenti, non comprare i bond in rupie. Per la Borsa, controlla i portafogli.