La Reserve Bank of India (RBI) – la Banca centrale indiana - ha spiazzato i mercati con una mossa inaspettata: un taglio dei tassi d’interesse dello 0,5%, anziché dello 0,25%, portandoli al 5,5%. Non solo: ha anche ridotto la riserva obbligatoria di liquidità per le banche, liberando ben 2.500 miliardi di rupie nel sistema finanziario. In altre parole, un’iniezione di denaro pensata per rilanciare l’economia.
Ma cosa significa tutto questo? In sostanza, la RBI ha deciso di agire in modo deciso per stimolare i prestiti, sostenere i consumi e incoraggiare gli investimenti, proprio mentre la crescita rallenta e l’inflazione dà segnali di assestamento. Secondo il governatore della RBI, il paese punta a tornare a crescere dell’8% – ma per ora si accontenta di un obiettivo più realistico: il 6,5%, confermato anche dopo l’ultima decisione sui tassi.
Dietro questa mossa c’è la consapevolezza che le sfide globali – come le nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti – potrebbero frenare l’economia. Da qui la scelta di “giocare d’anticipo” cercando di fornire liquidità al sistema, inteso come famiglie ed imprese.
Naturalmente, non tutto è rose e fiori. Con il passaggio a una posizione “neutrale”, la banca centrale ha segnalato che non c’è molto spazio per ulteriori tagli nel breve periodo. Saranno i dati futuri – su inflazione, crescita, consumi – a dire se ci sarà margine per nuovi interventi.
Per quanto riguarda gli investimenti, non acquistare le obbligazioni in rupie, mentre per le azioni controlla i nostri portafogli.