Nel mese di maggio, l’inflazione nel Regno Unito si è mantenuta ostinatamente elevata, registrando un aumento del 3,4% rispetto all’anno precedente. Nonostante alcuni segnali di rallentamento, in particolare nei servizi, i rincari nei generi alimentari – che crescono al ritmo più sostenuto dall’inizio del 2024 – continuano a pesare sul bilancio delle famiglie britanniche.
La Banca d’Inghilterra si trova così in una posizione delicata. Dopo mesi di stretta monetaria, il mercato attende segnali di allentamento, ma l’instabilità internazionale sta complicando le scelte. Il recente aumento del 14% nei prezzi del petrolio, legato all'escalation tra Israele e Iran, ha riacceso i timori su un nuovo ciclo di rincari energetici, una variabile chiave per le prospettive inflazionistiche del Paese.
Sebbene l’inflazione dei servizi sia scesa al 4,7% dal precedente 5,4% – in linea con le attese della Banca – restano forti incertezze sul futuro. Per ora, gli economisti prevedono che i tassi d’interesse resteranno fermi al 4,25% nella prossima riunione. Tuttavia, un taglio potrebbe arrivare già ad agosto, se il contesto internazionale dovesse stabilizzarsi.
Secondo le proiezioni della BOE, l’inflazione potrebbe raggiungere un nuovo picco del 3,7% a settembre. Ma molto dipenderà dall’andamento dei prezzi dell’energia: un ulteriore rincaro del petrolio rischia di ritardare il ritorno alla stabilità.
In sintesi, il Regno Unito rimane in bilico tra segnali di miglioramento e nuovi fattori di rischio. La strada verso un’inflazione sotto controllo si preannuncia ancora lunga e tortuosa.