Nel primo trimestre del 2025, l’economia australiana ha mostrato segnali di rallentamento, registrando una crescita dello 0,2%, al di sotto delle attese. Tra le cause principali, la debolezza della domanda pubblica e l’impatto negativo di eventi meteorologici estremi sulle esportazioni. In particolare, la spesa pubblica ha segnato la maggiore sottrazione alla crescita dal settembre 2017, mentre i disastri naturali hanno generato una perdita immediata di attività economica pari a 2,2 miliardi di dollari australiani.
La situazione ha riacceso il dibattito sulla politica monetaria: la Reserve Bank of Australia (RBA) potrebbe essere costretta a intervenire nuovamente, con una probabilità del 90% di un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base già a luglio. L’obiettivo è stimolare i consumi e sostenere l’economia in un contesto di produttività stagnante.
Infatti, la crescita della produttività è ai minimi da sessant’anni e la produzione economica pro capite è diminuita in nove degli ultimi undici trimestri, segnalando un problema strutturale che va oltre la semplice congiuntura. Nonostante queste difficoltà, le previsioni per la seconda metà dell’anno restano moderatamente ottimistiche: la RBA stima una crescita del PIL del 2,1% entro dicembre, trainata da una ripresa dei consumi familiari favorita dal costo del denaro più contenuto.
Per quanto riguarda gli investimenti, controlla in quale portafoglio è presente la Borsa di Sidney; le obbligazioni in dollari australiani non sono da acquistare.