I dati di aprile del prodotto interno lordo britannico sono stati tutt’altro che rosei. La crescita del PIL su base annua si è fermata allo 0,9%, segnando un rallentamento rispetto al dato di marzo, quando l'incremento era stato dell'1,1%. Il dato mensile ha evidenziato un calo dello 0.3% ad aprile, nonostante i risultati positivi dei due mesi precedenti. Questa rilevazione è stata al di sotto delle aspettative degli analisti che avevano pronosticato un +0,1%.
Analizzando i vari settori produttivi si può notare che rispetto a marzo le costruzioni hanno registrato un dato positivo (+0,9%), l’indice dei servizi si è attestato a un +0,6% (in calo rispetto al +0,7% alla misurazione precedente) mentre la produzione industriale ha confermato un calo, già presente nel mese precedente, dello 0,6%.
Questi dati in chiaro scuro, sono anche frutto dei dazi americani. Se in un primo periodo le aziende hanno aumentato la loro produzione e il loro export per battere sul tempo l’avvento dei dazi, questo effetto è ora terminato. Nel mese di aprile, le esportazioni del Regno Unito verso gli Stati Uniti hanno toccato il livello più basso mai registrato dall'inizio delle rilevazioni nel 1997. Non a caso i numeri delle esportazioni da gennaio a marzo sono passati da circa 5.5 miliardi a 6.1 miliardi, per poi cadere ad aprile a 4.1 miliardi. Gli effetti dell’accordo siglato a maggio tra UK e USA riguardante i dazi ovviamente non sono ancora osservabili.
Il rallentamento economico registrato nel Regno Unito rappresenta un ostacolo per il governo. Gli ultimi mesi di crescita moderata e l’attuale battuta d’arresto rischiano di complicare la strategia dell’esecutivo, che aveva basato la sua legge di bilancio su proiezioni economiche più ottimistiche. Questo fa sì che potrebbero essere necessari ulteriori tagli ai fondi pubblici e/o incrementi alle tasse, al fine di rientrare nei paletti dei vincoli fiscali che il governo si è imposto.
Il futuro dipenderà molto dall’effetto dell’accordo suoi dazi siglato, il quale, oltre all’effettiva riduzione delle tariffe commerciali rispetto a quelle del “Liberation day”, potrebbe portare finalmente un po’ di stabilità (quello che è mancato in questi mesi).
Allo stesso tempo la decisione della Bank of England (che si riunirà il 19 giugno) sui tassi d’interesse sarà molto importante, ma non è scontata, in quanto l’ultima rilevazione dell’inflazione (aprile) è stata del 3,5%, al di sopra del livello obbiettivo.
Attualmente non consigliamo di investire né in azioni né in obbligazioni inglesi