La Bank of Canada, la Banca centrale canadese, ha deciso di mantenere i tassi al 2,75%, confermando le attese. Si tratta della terza riunione consecutiva senza variazioni, segno di un approccio prudente in una fase di incertezza economica. La Banca centrale ha lasciato intendere di essere aperta a ulteriori tagli nei prossimi mesi, ma solo se le condizioni lo richiederanno, in particolare se l’attività economica dovesse indebolirsi ulteriormente e l’inflazione si mantenesse sotto controllo.
Il contesto è infatti complesso: pesano le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, in particolare i dazi che rischiano di frenare le esportazioni canadesi, scoraggiare gli investimenti e incidere sui consumi. Sul fronte interno, l’inflazione core mostra segnali di rallentamento, con una crescita annuale intorno al 2,5%, mentre il mercato del lavoro dà segnali contrastanti. A giugno sono stati creati 83.000 nuovi posti di lavoro, ma nel complesso si osserva un graduale allentamento delle pressioni occupazionali.
In questo scenario, la Banca centrale delinea tre possibili traiettorie per l’economia nella seconda metà dell’anno:
- In caso di stabilità tariffaria, la crescita potrebbe attestarsi tra lo 0,5% e l’1%.
- Una de-escalation commerciale, con la rimozione dei dazi, potrebbe offrire margini per una ripresa più robusta.
- Al contrario, un’escalation delle tensioni rischia di innescare una contrazione economica e un nuovo impulso inflattivo.
Non investire sul Canada, né sul fronte azionario, né sul fronte obbligazionario.