Nel secondo trimestre del 2025 la Cina ha registrato una crescita economica del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, superando le aspettative, che avevano previsto +5,1%. Sul trimestre la crescita è stata dell’1,1%, anche in questo caso sopra le attese (+0,9%). Sebbene il dato possa apparire incoraggiante, in realtà il quadro è decisamente più complesso.
La tenuta del PIL è dovuta soprattutto alla crescita delle esportazioni verso i mercati internazionali, nonostante un crollo del 24% delle spedizioni verso gli Stati Uniti, e la produzione industriale, in crescita del 6,8% a giugno rispetto al 5,6% atteso (e in accelerazione dal 5,8% del mese precedente.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Le vendite al dettaglio – un indicatore chiave della domanda interna – sono cresciute solo del 4,8%, molto meno di quanto previsto (5,2%) e in netto rallentamento rispetto a maggio (6,4%). A tenere in piedi i consumi sono stati gli incentivi pubblici su prodotti come smartphone, elettrodomestici e mobili.
Anche dal fronte investimenti arrivano segnali misti: tra gennaio e giugno, gli investimenti fissi sono cresciuti solo del 2,8%, mentre quelli immobiliari sono crollati dell’11,2%, confermando la crisi del settore edilizio. Sul lavoro la situazione è stabile: la disoccupazione urbana è rimasta ferma al 5%.