La Banca ventrale dell’Indonesia ha deciso di tagliare i tassi dello 0,25%, portandoli al 5,25%. Si tratta di una mossa pensata per sostenere la crescita economica del Paese, in un contesto in cui le pressioni inflazionistiche sembrano in calo. Proprio l’inflazione gioca un ruolo centrale in questa scelta: le nuove proiezioni per il 2025 e il 2026 sono state riviste al ribasso, segnalando un contesto più favorevole per politiche monetarie espansive. In altre parole, con l’inflazione sotto controllo, la banca centrale ha più margine per agire a sostegno dell’economia, abbassando il costo del denaro. A dare ulteriore stabilità al quadro macroeconomico indonesiano contribuisce anche la tenuta della rupia. Una valuta stabile, infatti, rende meno rischioso abbassare i tassi di interesse, limitando l’impatto negativo sui flussi di capitale in uscita e sul cambio.
Nel frattempo, sul fronte del commercio internazionale, Jakarta ha raggiunto un nuovo accordo con gli Stati Uniti. Il compromesso prevede che i beni indonesiani esportati negli USA saranno soggetti a una tariffa del 19%, decisamente più contenuta rispetto al 32% inizialmente minacciato. In cambio, i beni statunitensi destinati al mercato indonesiano saranno esentati da dazi doganali. Un’intesa che, se ben gestita, potrebbe rafforzare i legami economici tra i due Paesi.
Guardando al futuro, il taglio dei tassi appena annunciato non dovrebbe essere l’ultimo. Le attese sono di ulteriori riduzioni nei prossimi mesi, con tassi che potrebbero scendere fino al 4,75% entro la fine dell’anno. Cosa fare? Le obbligazioni in rupie non sono da acquistare, mentre per la Borsa puoi controllare i nostri portafogli.