A giugno l’inflazione nel Regno Unito ha registrato un aumento inatteso, salendo al 3,6%, un livello superiore rispetto sia alle previsioni della Banca d’Inghilterra – la Bank of England (BoE) e dei mercati, che si aspettavano un dato stabile sul livello di maggio (3,4%). Questo scostamento ha colto di sorpresa i mercati e ha riacceso il dibattito sull’efficacia delle politiche economiche attuali.
A pesare sull’andamento dei prezzi è stato soprattutto l’aumento del costo dei generi alimentari, cresciuti del 4,4% rispetto all’anno precedente. Alla base di questi aumenti ci sono diversi fattori: da una parte, il maltempo che ha danneggiato i raccolti, e dall’altra le nuove misure fiscali introdotte ad aprile, tra cui l’aumento delle tasse sul lavoro e del salario minimo. Questi provvedimenti, seppur pensati per sostenere i redditi più bassi, hanno aumentato i costi per molte imprese, che hanno deciso di trasferirli sui consumatori.
Anche l’inflazione dei servizi – un indicatore importante della pressione interna sui prezzi – è rimasta stabile ma elevata, al 4,7%, segnalando che la dinamica inflattiva non riguarda solo beni importati o alimentari, ma anche il tessuto produttivo interno.
Dopo questi dati, secondo i mercati la prospettiva è quella di un ritmo nel taglio dei tassi da parte della Bank of England più lento di quanto previsto in precedenza.