Nel secondo trimestre del 2025, l’economia statunitense ha mostrato segnali di ripresa, dopo la leggera contrazione registrata nei primi tre mesi dell’anno. Il PIL è cresciuto infatti del 3% su base annualizzata, un dato che ha superato le attese, che prevedevano +2,5%.
Uno dei principali motori di questo rimbalzo è stato il contributo delle esportazioni nette, che hanno aggiunto ben 5 punti percentuali al PIL. Si tratta di un’inversione di tendenza netta rispetto al trimestre precedente, quando avevano pesato negativamente e in modo significativo. Tuttavia, il quadro non è completamente roseo: i consumi interni – storicamente il cuore pulsante dell’economia americana – hanno rallentato, con un aumento dell’1,4% (le attese erano per +1,5%), registrando, in due trimestri consecutivi, il ritmo più contenuto da quando è scoppiata la pandemia. Anche gli investimenti aziendali mostrano segni di indebolimento, mentre la domanda interna, misurata dalle vendite finali ai consumatori privati statunitensi, è cresciuta solo dell’1,2%, toccando il minimo da fine 2022.
Sul fronte dei prezzi, l’inflazione core – misurata dall’indice PCE al netto di alimentari ed energia – si è attestata al 2,5% segnalando che le pressioni inflazionistiche restano presenti. Si tratta di un dato sopra le attese (a +2,4%), ma in forte rallentamento rispetto al +3,5% del trimestre precedente.