Come corre l’inflazione

Obbligazioni
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Negli Stati Uniti l’inflazione a fine dicembre 2021 ha fatto segnare un +7% annuo, il tasso più elevato dal giugno 1982, così come atteso dal mercato. Questo dato è elevato in termini assoluti, storici e in relazione all’obiettivo del 2% fissato dalla Fed, la Banca centrale Usa. Per di più, anche l’inflazione di fondo, quella cioè calcolata al netto di energia ed alimentari, fa segnare un livello elevato: +5,5% annuo, in questo caso superiore alle attese (+5,4%) e ai massimi da 31 anni, sintomo che il rialzo del carovita si sta espandendo a tutti i settori dell’economia e non è imputabile solo a quello energetico.
Già prima della pubblicazione del dato sull’inflazione di dicembre, il governatore della Fed aveva detto che la Banca centrale è pronta a intervenire se il carovita dovesse rimanere alto troppo a lungo e se necessario è anche pronta a rialzare più volte i tassi d’interesse o a iniziare la riduzione del bilancio. Il carovita dovrebbe, infatti, continuare a crescere in questo primo trimestre, per poi iniziare un graduale ritorno alla “normalità”. La crescita dei prezzi sta, infatti, rallentando: a dicembre l’aumento mensile è stato dello 0,5%, contro lo 0,9% di ottobre e lo 0,8% di novembre. Questo fa presupporre che il carovita a stelle strisce sia prossimo a toccare i suoi picchi.
Con il tapering la Fed acquista sempre meno nuovi titoli, fino ad arrivare a zero. Nel frattempo, però, continua a reinvestire quanto incassa dai titoli acquistati in precedenza e che man mano arrivano a scadenza. Significa che il totale dei bond che ha in portafoglio (cioè nel suo bilancio) aumenta. Quando decide di non reinvestire più i bond in scadenza si dice che sta iniziando a ridurre il suo bilancio, perché diminuiscono i titoli che ha in portafoglio.
Ciò nonostante, il primo rialzo dei tassi di questo 2022 è oramai alle porte. Per i mercati arriverà – con una probabilità secondo loro del 94% - nella riunione di marzo. Nelle sue attese, il mercato ha recepito in pieno la corsa dell’inflazione di questi ultimi tempi e le parole della Fed. Solo un mese fa, c’era il 33% di un rialzo a marzo e del 50% a giugno, mentre era dell’80% per la riunione di luglio. Insomma, nel giro di un solo mese i mercati hanno anticipato da luglio a marzo il momento del rialzo dei tassi.
Sui mercati obbligazionari i tassi d’interesse Usa si erano già mossi in maniera sensibile da inizio anno – vedi n° 1445 – e dunque la scorsa settimana non si sono praticamente mossi. Discorso analogo sui mercati valutari: il dollaro ha chiuso la settimana con un -1,3% (ce ne vogliono 1,144 per un euro). Tra i prodotti consigliati, iShares $ Treasury Bond 3-7yr (l’Etf per puntare sui titoli di Stato) ha perso l’1,2%, mentre quelli che investono sui bond ad alto rendimento ( il fondo AXA WF US Dynamic HY bonds A e l’Etf iShares $ High Yield Corp Bond) hanno perso, rispettivamente, l’1% e lo 0,4%.
Nella riunione del prossimo 26 gennaio la Fed non toccherà i tassi, ma i mercati saranno molto attenti a cogliere qualsiasi indizio sulle future mosse, come la conferma del rialzo dei tassi a marzo.
L’inflazione USA
In grassetto trovi il dato sull’inflazione Usa, mentre la linea sottile rappresenta l’inflazione di fondo.
COME VA IL CAROVITA NEGLI ALTRI PAESI
I dati sull’inflazione non tengono banco solo negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi di cui ti consigliamo le valute. Anche in Scandinavia, infatti, il dato sul carovita mostra che i prezzi crescono a un tasso elevato, ma le Banche centrali dei diversi Paesi rispondono in modo differente. In Norvegia il carovita di dicembre si è attestato al 5,3%, superiore al 5,2% atteso, mentre in Svezia l’inflazione è al 3,9%, superiore al 3,8% atteso.
La Banca centrale norvegese ha già detto che in questo 2022 alzerà i tassi tre volte, con il primo che arriverà nella riunione di marzo, mentre quella svedese non ha intenzione di toccare il costo del denaro quest’anno. Rimangono consigliate all’acquisto sia la corona svedese (+0,2%; 10,26 per fare un euro), con Nordea 1 swedish short term bond (+0,5%), sia la corona norvegese (+0,4%; 9,98 per fare un euro), con Nordea 1 norwegian bond BP (+0,5%).
Decisamente più contenuta e sotto controllo l’inflazione in Cina, che a dicembre ha chiuso all’1,5% annuo contro l’1,8% atteso. A livello mensile, addirittura, il dato sul carovita è negativo (-0,3%). Lo yuan cinese ha chiuso la settimana in calo dello 0,9% (ora ne servono 7,27 per un euro) e puoi continuare a puntarci con l’Etf iShares China CNY Bond ucits (invariato la scorsa settimana).
Ti confermiamo che per puntare sui bond societari in euro puoi scegliere uno tra Schroder ISF EURO Corp Bd A Acc (-0,2%) e iShares € Corp. Bond BBB-BB (-1%), mentre per i bond ad alto rendimento c’è Amundi high yield liquid (-0,3%).
Quali effetti potrebbe avere un’instabilità politica nel Regno Unito in caso di dimissioni dell’attuale primo ministro? Leggi www.altroconsumo.it/investi/investire/mercati-e-valute/ultime-notizie/2022/01/regno-unito-e-instabilita-politica.
IL CAROVITA NEGLI ALTRI PAESI
La linea in blu è l’inflazione norvegese, quella arancione è il carovita svedese, mentre la linea verde rappresenta l’inflazione cinese.
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