Pil, inflazione e tassi

Analisi
Analisi
L’elevata inflazione e il confitto in Ucraina sono una minaccia per l’economia mondiale, tanto che le stime di crescita sono state tagliate – vedi n° 1460. Ora iniziano ad arrivare i dati effettivi sulla crescita del 1° trimestre del 2022 e già emergono delle indicazioni che non sono certo positive. Usa, Svezia e zona euro hanno, infatti, comunicato com’è andato il rispettivo Pil ed è arrivata la conferma che l’attività economica ha perso smalto rispetto alla fine del 2021. In Svezia il Pil è sceso dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, conto il +1,1% del quarto trimestre del 2021. Negli Usa, invece, il Pil è sceso dell’1,4%, contro attese di un +1,1%. In realtà, il dato americano dice più cose su come sta andando il mondo piuttosto che su come stanno gli Stati Uniti. Infatti, la domanda privata a stelle e strisce, colonna portante dell’economia Usa, continua a crescere (+2,7% i consumi), così come gli investimenti (+2,3%), sebbene in rallentamento rispetto al +36,7% del trimestre precedente. Inoltre, le importazioni sono cresciute del 17,7%, altro indizio che la domanda americana rimane forte, ma le esportazioni verso il resto del mondo sono diminuite (-5,9%). Le esportazioni nette (cioè esportazioni – importazioni) sono dunque fortemente negative e questo ha affossato il dato generale del Pil. Avere un calo delle esportazioni è un indizio che la domanda nel resto del mondo va sempre più indebolendosi, soprattutto nei Paesi più esposti al conflitto ucraino. L’economia americana, dunque, al suo interno è ancora forte, nonostante il calo del Pil del primo trimestre, e anche i mercati mostrano questa convinzione: il dollaro Usa, la scorsa settimana, ha infatti guadagnato ancora sull’euro (+2,6%; ce ne vogliono 1,05 per un euro).
Anche nell’eurozona sono stati comunicati i dati sul Pil del 1° trimestre, con un’economia in crescita dello 0,2%, contro il +2,2% del 4° trimestre 2021. Anche nella zona euro si conferma dunque la perdita di smalto dell’attività economica, mentre l’inflazione è salita al 7,5% ad aprile – dal 7,4% di marzo. Secondo la Bce si è vicini al picco inflattivo e nella seconda parte del 2022 le tensioni sui prezzi dovrebbero iniziare ad attenuarsi. Nonostante ciò, la Bce ha confermato che i tassi saranno alzati poco tempo dopo la fine degli acquisti di titoli: quindi entro il 2022 ci sarà almeno un rialzo dei tassi. Per quanto riguarda i bond della zona euro, i prodotti da acquistare, coerentemente con un contesto di tassi in rialzo, sono quelli che puntano su titoli a breve scadenza, con Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (-0,1%), e bond ad alto rendimento, con Amundi high yield liquid (-1,8%).
LE BANCHE CENTRALI CHE HANNO LAVORATO…
Se la Bce ha rilasciato dichiarazioni la scorsa settimana, altre Banche centrali si sono invece riunite. Tra chi non ha ancora inasprito la propria politica monetaria, la Bank of Japan, la Banca centrale giapponese, rimane sempre più isolata: la Riksbank, la Banca centrale svedese, ha infatti rivisto completamente la sua politica. Fino alla riunione di metà febbraio, l’Istituto di Stoccolma prevedeva di lasciare i tassi a zero per tutto il 2022 e il 2023. Come però ti avevamo anticipato sul n° 1458, tutto lasciava prevedere che la Riksbank si sarebbe dovuta ravvedere presto e così è avvenuto. Ha, infatti, alzato i tassi dallo 0% allo 0,25%, ha annunciato che ci saranno altri due-tre rialzi quest’anno e che ridurrà gli acquisti di titoli nella seconda parte dell’anno. Ora, le prospettive sono per tassi vicino al 2% nel 2025, quando in precedenza la prospettiva era per un costo del denaro poco sopra lo 0%. Tutto questo perché l’aumento dell’inflazione svedese lo scorso anno è stato in gran parte dovuto al rapido aumento dei prezzi dell’energia, ma dall'inizio dell’anno, anche senza tener conto della componente energetica, i prezzi sono aumentati rapidamente e sono stati significativamente superiori alle previsioni di febbraio. I risultati indicano che l’aumento è ora ampio e che i prezzi di beni e generi alimentari, nonché dei servizi, stanno aumentando in modo insolitamente rapido.
La Bank of Japan, la Banca centrale giapponese, rimane così sempre più sola. L’Istituto di Tokyo ha, infatti, confermato la sua politica monetaria ultra-espansiva, lasciando i tassi ufficiali a -0,1% e ribadendo l’obiettivo di mantenere intorno a zero i rendimenti dei tassi dei titoli di Stato decennali. La reazione sui mercati delle due valute è stata differente. La corona svedese ha perso sull’euro (-0,2%; ce ne vogliono 10,29 per un euro), mentre lo yen giapponese ha guadagnato (+1,3%; ne servono 137,01 per fare un euro). Ti confermiamo i prodotti per investire sia sullo yen (Ubs Japan Treasury 1-3y, +1,5%), sia sulla corona svedese: soprattutto per quanto riguarda il fondo Nordea 1 swedish short term bond (-0,4%), questo prodotto punta su bond con scadenza molto corta, quindi coerentemente con un contesto che ora vedrà tassi in rialzo anche in Svezia.
…E QUELLE CHE LAVORERANNO QUESTA SETTIMANA
Sono invece tre le Banche centrali che si riuniranno questa settimana, proprio nei giorni in cui leggi queste pagine. La più importante è la Fed, la Banca centrale Usa, sulle cui decisioni il mercato è oramai da tempo concorde a prevedere un aumento dei tassi dello 0,5%, anziché del classico 0,25%. Le probabilità che questo avvenga rasentano il 97%, in altri termini è dato per scontato. Inoltre, secondo i mercati la Fed annuncerà anche l’inizio del piano di riduzione del suo bilancio – inizierà cioè a comprare sempre meno i bond in suo possesso man mano che andranno in scadenza.
Ci sono attese per un rialzo dei tassi anche per la Banca centrale brasiliana, per la quale i mercati si attendono un rialzo dell’1% del costo del denaro (dall’11,75% al 12,75%), mentre per la Banca centrale norvegese ci si attende che vengano lasciati fermi allo 0,75%. In questo caso, però, si tratterebbe solo di una sosta intermedia nel percorso di inasprimento della politica monetaria. Nella riunione dello scorso marzo, infatti, la Banca norvegese aveva già annunciato che a giugno, con tutta probabilità, ci sarà un altro rialzo dei tassi.
Per quanto riguarda i consigli operativi per i tuoi investimenti, i prodotti consigliati su dollaro Usa, real brasiliano e corona norvegese attualmente sono tarati sulle attese di mercato di cui ti abbiamo parlato – bond e prodotti che puntano su obbligazioni con duration brevi e/o tipologie di titoli che possono resistere meglio con rialzi dei tassi, come i titoli ad alto rendimento Usa.
La prossima settimana toccherà riunirsi anche alla Bank of England, la Banca centrale inglese. Le attese sono per un rialzo dei tassi dallo 0,75% attuale all’1%. I bond in sterline non sono da acquistare, le azioni inglesi, invece, sono in tutti e tre i nostri portafogli.
Attendi, stiamo caricando il contenuto