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È venuto il momento di rialzare i tassi
un anno fa - lunedì 9 maggio 2022
è ora di alzare i tassi
A RIALZARE I TASSI MANCA SOLO LA BCE
È un po’ la sintesi dei ragionamenti che molti, nel mondo, stanno facendo in questi giorni, richiamando la necessità di un intervento concreto della Banca centrale europea sul fronte tassi, in tempi brevi, per sgonfiare almeno un po’ la corsa del carovita nel Vecchio continente. Con i prezzi in crescita del 7,5% in Europa, ad aprile, è comprensibile che da più parti si invochi il ricorso a un intervento straordinario da parte della Bce per calmierare la situazione. E la decisione della Federal Reserve, in settimana – vedi più avanti nel testo - non ha fatto altro che rinfocolare le voci secondo cui, da qui a fine anno, i tassi ufficiali di riferimento europei arriveranno di sicuro allo 0,75% - oggi sono allo 0%. Quanto ci possa essere di vero in questa notizia è difficile da valutare oggi, ma l’ipotesi di un ritocco al rialzo già a luglio non pare essere così inverosimile. Accostare, però, la situazione in cui la Federal Reserve si muove oggi a quella che si trova ad affrontare la Bce è improprio, in quanto lo stato di salute attuale delle due economie è diverso: anche se da più parti arrivano voci rassicuranti sulla “tenuta” del sistema economico europeo, nonostante l’aumento del prezzo nei beni energetici non accenni a rientrare, così come il conflitto tra Russia e Ucraina non sembri vicino alla conclusione, non si può certo dire che l’economia del Vecchio continente stia galoppando, al contrario degli Usa. Ti consigliamo, comunque, di continuare a investire in bond in euro, privilegiando i prodotti che investono su titoli a breve scadenza, come l’Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (140,31 euro; Isin LU0925589839) e in titoli ad alto rendimento, comprando Amundi high yield liquid (218,56 euro; Isin LU1681040496).
Il ritorno dello spread
Osservato speciale per lungo tempo, qualche anno fa, lo spread (letteralmente “differenziale”; qui ci riferiamo al differenziale di rendimento tra un Bund decennale e un BTp decennale) è tornato a salire prepotentemente. Un titolo di Stato italiano, oggi, rende circa l’1,9% in più di un titolo tedesco di analoga durata. Perché succede? Perché i mercati, con la loro tendenza ad anticipare il futuro, ritengono che alcuni Paesi, Italia in primis, avranno maggiori difficoltà a fronteggiare un contesto in cui le pressioni inflazionistiche si sommano a tassi in rialzo e crescita economica in frenata – dei dati poco brillanti sulla crescita del Pil europeo ti abbiamo parlato la scorsa settimana.
Tassi su anche in Australia
Anche la Banca centrale australiana ha ritoccato al rialzo il livello dei tassi di riferimento, portandoli dal precedente 0,1% all’attuale 0,35%. Anche qui l’obiettivo è quello di contenere l’aumento dei prezzi: la Banca centrale ha già annunciato che a questo provvedimento ne seguiranno altri. La scelta di aumentare i tassi si colloca in un periodo complesso per il Paese, sotto elezioni e potenzialmente tra i più esposti alle conseguenze della recrudescenza della pandemia di Covid-19 in Cina. Un rallentamento della produzione cinese potrebbe avere conseguenze negative sulla bilancia commerciale australiana, potenzialmente compensato, tuttavia, dall’elevato livello dei prezzi delle materie prime.
LA FEDERAL RESERVE NON STUPISCE, MA ACCONTENTA I MERCATI
Ampiamente annunciato, è arrivato l'atteso rialzo dei tassi da parte della Banca centrale Usa, che in settimana ha ritoccato al rialzo i tassi di riferimento di mezzo punto percentuale. Lo scopo è quello di contenere l'aumento dei prezzi, senza però bloccare la ripresa economica: un’impresa davvero ardua in un contesto internazionale molto complesso.
I rialzi non sono finiti qui: c’è chi addirittura parla di tassi ufficiali oltre il 3% entro i prossimi 18 mesi. Nulla di sconvolgente, per altro, dato che i rendimenti dei titoli di Stato Usa decennali questa soglia l’hanno già raggiunta (e talvolta anche superata, vedi grafico). Anche per i bond Usa, in questo clima di rialzo dei tassi, ti consigliamo di puntare su prodotti che investono in titoli a breve termine, come l’Etf iShares $ Treasury 1-3y acc B (104,38 euro; Isin IE00B3VWN179).
Tassi Usa: il rendimento del decennale supera il 3%
Il rendimento del decennale Usa (linea mediana) ha “sfondato” il 3% lordo, fatto che lo rende interessante anche rispetto ai rendimenti che, oggi, danno molte azioni Usa. La tendenza al rialzo vale anche per il titolo a 5 anni (linea sottile) e per quello a 20 (in grassetto). Fonte: dati pubblicati dal Dipartimento del Tesoro Usa.
NUOVO AUMENTO DEI TASSI IN BRASILE
Anche il Banco do Brasil, la scorsa settimana, per la terza volta nel 2022 ha alzato i tassi di riferimento portandoli al 12,75%, con lo scopo di contenere il rialzo dei prezzi (a marzo, l'inflazione brasiliana su base annua era dell'11,3%) avvicinandoli più a quelli di Russia o Turchia, due Paesi in piena turbolenza finanziaria, che a quelli di altri di Paesi emergenti come il Sudafrica (4,25%), l'India (che pure li ha appena portati al 4,4%) o il Messico (6,5%), un livello che attrae i capitali esteri e che spiega la salita del real brasiliano, in crescita del 19% circa rispetto all'euro da inizio anno. Naturalmente, esiste anche un rovescio della medaglia: tassi più alti significano anche un aumento del costo dei mutui, con un riflesso negativo sull’andamento della domanda interna. Ma la Banca centrale brasiliana conta sul fatto che le esportazioni, in particolare di materie prime, continuino a sostenere la crescita dell’economia brasiliana. Per gli alti tassi di interesse che offre, la credibilità delle autorità monetarie del Paese e la valuta a buon mercato, ti consigliamo di investire in titoli di stato brasiliani, come diversificazione in tutti i nostri portafogli. Come? Per esempio, comprando il fondo HSBC GIF Brazil Bond AC USD (17,09 euro; Isin LU0254978488), o qualcuno dei bond che trovi qui.
LA NORVEGIA CONFERMA LA SUA POLITICA MONETARIA
È stata la prima delle banche centrali a rivedere la propria politica monetaria conciliante, con un primo rialzo dei tassi a settembre dello scorso anno. Da allora ne sono intercorsi altri due: in settimana la Banca centrale norvegese ha confermato l’attuale politica monetaria, lasciando i tassi di riferimento allo 0,75%. L’appuntamento con un nuovo rialzo è solo rinviato a giugno, come ha fatto intendere la stessa Norges Bank. I bond in corone norvegesi sono interessanti: per investirvi ti consigliamo il fondo Nordea 1 norwegian bond BP (21,75 euro; Isin LU0173781559).
Tassi d’interesse nel mondo |
||
Paese |
Tassi d’interesse |
Ultima revisione |
Stati Uniti |
1% |
04-05-22 |
Australia |
0,35% |
03-05-22 |
Brasile |
12,75 % |
05-05-22 |
Canada |
1% |
13-04-22 |
Cina |
3,7% |
20-01-22 |
Europa |
0% |
10-03-16 |
Giappone |
-0,1% |
01-02-16 |
Gran Bretagna |
1% |
05-05-22 |
Russia |
14% |
29-04-22 |
Salgono i tassi inglesi
In una settimana segnata da rialzi dei tassi, la Banca d'Inghilterra non ha fatto eccezione. Ha rivisto al rialzo i tassi dello 0,25%, per la quarta volta in 6 mesi, fissando il tasso ufficiale all'1%, il livello più alto per le tariffe del Regno Unito dall'inverno 2009. L'inflazione è particolarmente pronunciata nel Regno Unito, dove lo shock energetico degli ultimi mesi ha aggravato una situazione già delicata a seguito dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. La Banca d'Inghilterra prevede di veder crescere l’inflazione fino al 10% in autunno. Sta, quindi, cercando di fare il possibile per rallentare la crescita dei prezzi, usando l’arma della stretta monetaria, la più utilizzata oggi dalle Banche centrali in tutto il mondo. I bond in sterline non sono oggi interessanti, al contrario delle azioni.