IL QUADRO GENERALE
I mercati valutari ed obbligazionari si muovono tenendo conto di alcuni grandi temi. Il primo è ovviamente l’inflazione, a cui si collega strettamente l'operatività delle Banche centrali che negli ultimi mesi dettano i tempi, con le loro decisioni, sui mercati valutari, obbligazionari e anche azionari. L'altro grande tema su cui si focalizza l'attenzione sono i dati provenienti dall'attività economica, con i timori di una recessione, e non solo più di un rallentamento, per l’economia globale.
Le Banche centrali sembrano avere preso una chiara decisione: oggi l'avversario principale da battere è l'inflazione e l’obiettivo prioritario è arginare la sua crescita, che sembra inarrestabile. I banchieri centrali sanno perfettamente che aumentare i tassi d’interesse anche in maniera molto veloce ed intensa può causare dei danni all'economia che già di suo, per motivi legati al contesto geopolitico, rallenta e quindi c’è il rischio di aumentare la probabilità di una recessione. Ciò nonostante, sanno anche che non controllare l’inflazione rischia di creare dei danni a lungo termine per l’economia anche più seri di quelli causati da una recessione.
AVANTI TUTTA CON I RIALZI
Ecco perché le Banche centrali continuano ad aumentare i propri tassi d’interesse, come avvenuto anche nelle riunioni tenutesi in questo agosto e come avverrà in quelle che si terranno a settembre. Non solo. Le Banche centrali che hanno già alzato i tassi ad agosto hanno anche affermato che nelle prossime riunioni lo faranno ancora. E così, anche se negli Stati Uniti i dati sul Pil del secondo trimestre confermano la recessione tecnica, la Fed sicuramente alzerà i tassi nella riunione di settembre: resta solo da vedere se il rialzo sarà dello 0,5% o dello 0,75%.
I dati sul secondo trimestre della zona euro sono stati rivisti leggermente al ribasso, con una crescita trimestrale che è passata dallo 0,7% allo 0,6%, ma quel che più importa è che l'attività economica sta rallentando e lo dimostrano l’indice Pmi di eurolandia – vedi qui a lato. Con questi dati, l'entrata in recessione della zona euro in autunno è oramai sempre più probabile.
Anche altre Banche centrali come, per esempio, quella del Brasile e quella norvegese hanno alzato i tassi in questo agosto e continueranno a farlo anche nelle prossime riunioni. La riunione della Banca centrale svedese si terrà, invece, a fine settembre, anche in questo caso i tassi saranno alzati.
C’È ANCHE CHI NON AUMENTA
In questo contesto c’è anche chi mantiene la sua politica espansiva. È il caso della Banca centrale giapponese, che in agosto non ha modificato nulla del suo impianto: tassi fermi a -0 1% e prosecuzione degli acquisti di bond in modo tale da tenere il rendimento del decennale nipponico intorno allo 0%. L'idea di base della Banca centrale giapponese è molto semplice: l'inflazione di fondo è ancora bassa e lontana dal 2%. Il 2,6% raggiunto a luglio dal carovita è determinato dall'energia e dai prezzi degli alimentari, che sono molto volatili: in assenza di queste componenti, l'inflazione è all'1,2%. Svaniti gli effetti del rialzo del caro energia e tenendo conto della volatilità dei prezzi degli alimentari, l'inflazione tornerà ai livelli storicamente bassi del Giappone e per questo non ci sono motivi per ridurre gli stimoli.
C’è poi la Banca centrale cinese, che ha tagliato i tassi per sostenere l’economia. I dati di luglio hanno mostrato un rallentamento del colosso asiatico, per il quale la spinta delle riaperture che avevano sostenuto l’attività di giugno è andato scemando. Nel secondo semestre l’economia cinese potrà essere messa ancora dura prova dalla politica zero-Covid delle autorità, così come il rallentamento del settore immobiliare imporrà molta attenzione. La Banca centrale è, così, intervenuta per sostenere l’economia, per evitare rallentamenti eccessivi nei prossimi mesi.
COSA SUCCEDE AI BTP?
Sui nostri BTp si sono accesi i riflettori della speculazione. Stando ai dati pubblicati in questi giorni, attualmente le posizioni ribassiste sui nostri BTp sono di circa 39 miliardi di euro, il livello massimo raggiunto dal 2008. Cosa significa? Si sta scommettendo su un calo dei prezzi dei nostri BTp. I motivi della sfiducia sono essenzialmente tre: l'esposizione del nostro Paese alla crisi energetica europea, la paura di instabilità politica post-elezioni e il fatto che tutto questo avviene ora che non ci sono più gli acquisti di titoli della Bce che fungevano da ombrello protettivo. Qui https://bit.ly/3AkfVjU trovi non solo l’analisi approfondita su cosa sta succedendo, ma anche cosa fare: non tentare speculazioni e se devi acquistare BTp, ricordati di diversificare come ti diciamo da diverso tempo e come trovi spiegato qui: https://bit.ly/3e3zGF6.
COS'HANNO DETTO A JACKSON HOLE?
C’era grande attesa per il discorso del governatore della Fed Powell al simposio di Jackson Hole – il “raduno” annuale dei banchieri centrali del mondo. Powell ha detto chiaramente che la Fed manterrà la linea dura nei confronti dell’inflazione e che questo significherà anche dei costi dolorosi per le famiglie e l’economia, giustificandolo come il prezzo da pagare per sconfiggere l’alta inflazione. Per approfondire: https://bit.ly/3CJ3YqZ.