Tassi in salita nelle aste dei nostri titoli di Stato

I tassi dei nostri titoli di Stato schizzano in alto
I tassi dei nostri titoli di Stato schizzano in alto
I rendimenti richiesti dal mercato ai nostri titoli di Stato continuano a salire. Ieri il Tesoro ha infatti collocato il cosiddetto BTp short-term, titolo di Stato a 2 anni che ha sostituito il CTZ, con un rendimento del 3,27% annuo lordo, in netto rialzato rispetto all’asta precedente (che era stato assegnato con un rendimento dell’1,86%).
Oggi è invece stata la volta dal BoT a 6 mesi e anche in questo caso il risultato è stato quello di vedere aumentare, e di molto, il rendimento: 1,978% contro lo 0,81% dell’asta precedente. Siamo ai massimi dal 2013.
Questi rialzi dei rendimenti richiesti in asta dai sottoscrittori segue il contesto di mercato, con i nostri BTp che, calando di prezzo, vedono aumentare il loro rendimento. I tassi dei BTp sul mercato, infatti, continuano anch’essi a salire, con il decennale, usato come paradigma di riferimento anche per calcolare lo spread, che al momento il 4,79% annuo lordo. Non è, ovviamente, una buona notizia per i conti pubblici italiani. E sempre in tema di BTp a 10 anni domani sarà la volta delle aste dei titoli a 5 e 10 anni.
Ovviamente questi rendimenti sono interessanti per gli investitori, ma bisogna sempre fare attenzione al rischio. Che i titoli di Stato italiani sono rischiosi lo diciamo da anni, ma è anche vero che con la giusta proporzione tra rischio e rendimento si può realizzare un buon investimento. I BTp possono essere inseriti in portafoglio, ma devono essere insieme alle obbligazioni di altri Stati, rispettando tassativamente, i pesi che ti indichiamo qui.
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