Le difficoltà del mondo

Obbligazioni
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C’era molta attesa per il dato sul carovita americano della scorsa settimana, perché in base a quanto comunicato i mercati avrebbero potuto capire le mosse della Fed, che si riunisce proprio questa settimana. Dato il forte calo dei prezzi del petrolio, gli investitori si attendevano che la tendenza al ribasso dell'inflazione statunitense sarebbe continuata ad agosto. Tuttavia, alla fine sono rimasti piuttosto delusi. Rispetto a un anno fa, il carovita ha rallentato al'8,3% contro l'8,5% di luglio, ma le aspettative prevedevano un 8,1%. Peggio ancora è andata per l’inflazione di fondo – che esclude l'energia e il cibo – aumentata del 6,3%, pari al dato più alto in quattro decenni, e in accelerazione dal 5,9% del mese precedente – le attese erano fissate al 6,1%. Questo la dice lunga sull'inflazione che ormai è ben ancorata nel sistema americano e colpisce beni essenziali, come il cibo, la cui crescita annua raggiunge ormai l'11,4% e addirittura il 13,5% se escludiamo i prezzi dei ristoranti ma anche l'energia (+23,8%), l'elettricità (+15,8%), l'edilizia abitativa (6,2%) e la sanità (+5,6%). L'aumento dei prezzi al consumo è quindi diffuso e fa molto male, soprattutto perché, allo stesso tempo, i salari reali degli americani perdono il 2,8% in un anno e anche le ore lavorate diminuiscono. In totale, la perdita per il potere d’acquisto ha raggiunto il 3,4%. Ora per il mercato è scontato che la Fed alzi i tassi dello 0,75% nella riunione di questa settimana; addirittura, c’è una piccola fetta che punta su un rialzo dell’1%. Gli Stati Uniti sono chiaramente a rischio di recessione, e la Fed nonostante tutto andrà avanti per la sua strada dei rialzi dei tassi, ma hanno le risorse (energetiche, tecnologiche, finanziarie) per riprendersi il più rapidamente possibile, cosa che non è necessariamente il caso altrove. Per questo confermiamo l’investimento sui bond Usa.
Per investire in bond Usa, l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B (-1%) si conferma come il prodotto su cui puntare per i titoli di Stato, così come puoi continuare a comprare un prodotto a scelta tra AXA WF US Dynamic HY bonds A (-1,7%) e iShares $ High Yield Corp Bond (-0,9%) per i titoli ad alto rendimento.
L’INFLAZIONE NEI PAESI EUROPEI
A mostrare un’inflazione in accelerazione rispetto al mese precedente, ed anche più alta delle attese, è la Svezia, con il carovita che ha raggiunto il 9,8% annuo ad agosto, dall’8,5% di luglio – attese a 9,6%. Anche in Svezia, dunque, la Banca centrale sarà costretta ad aumentare i tassi nella sua prossima riunione. La corona svedese rimane all’acquisto, anche contando le possibili incertezze politiche derivanti dalle elezioni appena tenutesi.
Nella zona euro, invece, il dato definitivo sul carovita agostano ha confermato la stima preliminare: +9,1%. Nessuna sorpresa, dunque, e quindi la Bce potrà continuare con i rialzi dei tassi. Anche i bond della zona euro rimangono nelle nostre strategie.
Il prodotto per puntare sulle obbligazioni in corone svedesi è Nordea 1 swedish short term bond (-0,8%).
Il prodotto da scegliere per i bond della zona euro è l’Etf X-trackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (invariato). In alternativa, se vuoi investire con singoli bond, scegli i titoli che trovi qui: www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia/esperto-obbligazioni.
LA CINA AMMETTE DIFFICOLTÀ
Sebbene alcuni dati riguardanti l’attività economica cinese, come le vendite al dettaglio e la produzione industriale, ad agosto siano stati superiori alle attese, arriva comunque l’ammissione di avere delle difficoltà da parte della Cina, il cui ufficio nazionale di statistica ha riconosciuto che l'economia del Paese deve fronteggiare in questo 2022 difficoltà maggiori di quelle degli anni precedenti a causa di crescenti complessità da risolvere internamente e all'estero. Oltre al rallentamento del commercio estero globale, rischio che grava su tutti a causa di una possibile recessione, c’è anche quello dell’immobiliare, con gli investimenti in diminuzione e i prezzi delle nuove case in calo. La Cina, però, ha i mezzi per superare questi ostacoli. Per questo, puoi continuare a comprare bond in yuan.
Acquista i bond in yuan cinese attraverso l’Etf iShares China CNY Bond ucits (-0,5%).
YEN DEBOLE: INIZIA AD ESSERE UN PROBLEMA?
La debolezza dello yen giapponese persiste e si spiega con il fatto che il saldo tra esportazioni e importazioni, tradizionalmente in surplus, è in rosso da circa un anno e ha appena fatto segnare, ad agosto, il più grande deficit mai registrato. Ciò è dovuto all'impennata dei prezzi dell’energia. Povero di risorse energetiche, avendo chiuso la maggior parte della sua produzione nucleare dal disastro di Fukushima e avendo, come l'Europa, messo in atto sanzioni contro gli idrocarburi russi, il Giappone sta sopportando il peso della crisi energetica e sta pagando a caro prezzo la sua energia, un fenomeno ulteriormente rafforzato dallo yen debole. Questo complica, però, la strategia della Banca del Giappone: se sta accettando uno yen molto indebolito, infatti, è anche perché sa di offrire alle sue aziende un vantaggio competitivo significativo, sufficiente per sostenere l'attività economica nel Paese attraverso le esportazioni. Tuttavia, alla luce dei dati sul commercio estero, questo vantaggio non è sufficiente a compensare i danni causati dall'impennata dell'energia e questo inizia a far esitare la Banca del Giappone, che potrebbe finire per intervenire per aiutare lo yen. Data la sottovalutazione attuale, i bond nipponici hanno un significativo potenziale di guadagno nel medio e lungo termine e costituiscono anche una buona diversificazione per qualsiasi portafoglio.
Il prodotto corretto per acquistare I bond in yen giapponesi è Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,8%).
La debolezza dello yen
Lo yen giapponese quota su livelli decisamente bassi.
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