L’inflazione si può fermare?

Grafico
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Dopo l’infornata di riunioni delle Banche centrali delle scorse settimane, quella appena passata ha visto giungere dati proprio da quello che è il grande nemico delle Istituzioni monetarie mondiali: l’inflazione.
Tra tutti, quello più atteso era il dato sul carovita di ottobre degli Stati Uniti, perché per i mercati rappresenta uno degli indicatori più importanti per cercare di prevedere le prossime mosse della Fed in fatto di tassi d’interesse. E alla fine le notizie sono state positive, visto che il carovita a stelle e strisce ha registrato un +7,7%, in forte rallentamento dal +8,2% di settembre e anche più basso delle attese (+8%). Questo ha fatto subito aumentare le attese del mercato per un rialzo dei tassi dello 0,5%, anziché dello 0,75%, nella prossima riunione di dicembre.
Nella sola giornata di giovedì scorso, quando è uscito il dato sull’inflazione Usa, le probabilità con cui il mercato sconta un rialzo dei tassi dello 0,5% nella prossima riunione sono salite dal 56% all’83%.
I bond in dollari rimangono in portafoglio, pur con un biglietto verde storicamente forte – vedi grafico - e viene confermata la scadenza tra 1 e 3 anni, visto che attualmente la curva dei tassi Usa è inclinata negativamente. Il rendimento dei bond con scadenza 1-3 anni è, infatti, compreso tra il 4,59% e il 4,17% ed è superiore a quello a 5 (3,95%), a 7 (3,89%) e a 10 anni (3,82%). Non vale dunque la pena spostarsi su scadenze più lunghe.
LA FORZA DEL DOLLARO
Il dollaro è sui livelli massimi degli ultimi 20 anni.
Per i titoli di Stato acquista l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B e per i titoli ad alto rendimento, investi su un prodotto a scelta tra AXA WF US Dynamic HY bonds A oppure iShares $ High Yield Corp Bond.
Per quanto riguarda il Brasile, il carovita ha rallentato ancora, dal 7,17% al 6,47%, anche se un po’ meno delle attese (a 6,34%). La Banca centrale brasiliana, che ha iniziato ad alzare i tassi prima degli altri e che ha portato il costo del denaro al 13,75% - vedi grafico – sembra iniziare a raccogliere i frutti delle proprie azioni.
Sale oltre le attese l’inflazione in Norvegia, che arriva al 7,5% annuo, dal 6,9% del mese precedente (attese a +7,1%). Questo dato rafforzerà le convinzioni della Banca centrale di dover alzare i tassi nella prossima riunione, eventualità già comunicata nelle scorse settimane. I bond in real e in corone norvegesi sono confermati in portafoglio. Per la valuta sudamericana puoi scegliere il fondo oppure uno dei bond che trovi a pagina 13. Per la corona, ti confermiamo il consiglio su Nordea 1 norwegian bond BP. Inoltre, per entrambe le valute, come puoi vedere in tabella e come ti spieghiamo in maniera più approfondita a pagina 19, da questa settimana hai nuove opportunità di acquisto in fatto di bond. E questo vale anche per quelli della zona euro, che si arricchiscono di due nuove alternative se vuoi costruirti da solo un portafoglio di titoli di Stato della zona euro anziché acquistare l’Etf Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3.
Ci son poi Paesi in cui l’inflazione scende e anche più delle attese. È il caso della Cina dove il carovita è al 2,1%, in calo dal 2,8% (attese a 2,4%). Può sembrare assurdo per chi sta combattendo con un’inflazione a doppia cifra, ma il dato cinese non è positivo: il netto calo dell’inflazione è figlio, infatti, del rallentamento della domanda cinese. I bond in yuan sono comunque confermati con l’Etf iShares China CNY Bond.
Tra le Banche centrali dei diversi Paesi che sono all’interno dei nostri portafogli, con i bond o con le azioni, la scorsa settimana si è riunita quella del Messico, che ha alzato, come da attese, i tassi dal 9,25% al 10% per contrastare un’inflazione all’8,4% -l’obiettivo è del 3%. I bond in peso messicani non sono da acquistare, a differenza della Borsa.
Ti abbiamo parlato della nuova emissione del BTp Italia sul nostro sito, in modo da darti tutte le informazioni in tempo utile per decidere che fare. Se non l’hai ancora letta, eccoti il link: www.altroconsumo.it/investi/investire/obbligazioni/ultime-notizie/2022/11/btp-italia.
Sul fronte de nostri Titoli di Stato, oltre al collocamento del nuovo BTp Italia, ci sono state diverse aste, la scorsa settimana. I risultati hanno visto un BoT a 12 mesi essere collocato a un tasso del 2,69%, ancora in rialzo rispetto all’asta precedente.
Ti confermiamo la presenza nelle nostre strategie anche della corona svedese, con il fondo Nordea 1 swedish Short-Term Bond BP.
I TASSI NEL MONDO
Tra le varie Banche centrali del mondo, solo quella Giapponese ha ancora tassi negativi.
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