La settimana delle obbligazioni: la bussola delle Banche centrali…

Ecco il punto sui bond
Ecco il punto sui bond
La bussola che può dare indicazioni su come orientarsi tra le future decisioni delle Banche centrali è rappresentata dall'inflazione. In base al suo andamento futuro nei vari Stati - o regioni - le rispettive Banche centrali potranno decidere se iniziare ad allentare la presa sui tassi, oppure no. In questo senso le indicazioni provenienti dagli Stati Uniti non offrono ancora un quadro completamente definito. Il carovita negli Usa in aprile si è, infatti, attestato al 4,9%, più basso rispetto al 5% previsto dal mercato, mentre l'inflazione di fondo, quella cioè calcolata non considerando i prezzi di alimentari ed energia, si è attestata al 5,5%, come da attese, dal 5,6% di marzo. Questo dato conferma che la corsa del carovita si sta attenuando; tuttavia, i prezzi stanno ancora aumentando ad un ritmo sostenuto, soprattutto quelli dei servizi, degli alimentari, dell'edilizia e dei trasporti e in più il mercato del lavoro rimane robusto - tutti aspetti che invece rappresentano ancora pressioni sui prezzi. È quindi difficile dire che l'inflazione a stelle e strisce sia sotto controllo, ma si sta muovendo nella giusta direzione e per i mercati questo sembra più che sufficiente, tanto che scontano addirittura un taglio dei tassi già a partire dai prossimi mesi.
In realtà la Fed, nella sua ultima riunione, ha lasciato intendere che il rialzo dei tassi operato ad inizio di questo mese potrebbe essere l'ultimo, senza però impegnarsi nel non alzare più il costo del denaro e, soprattutto, non ha accennato alla possibilità di tagliare i tassi già nel 2023. Per quanto riguarda i prodotti per investire sulle obbligazioni Usa, oltre ai bond, per i titoli di Stato puoi comprare l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B (+1,5%). Per i bond alto rendimento Usa il prodotto da scegliere è invece iShares $ High Yield Corp Bond (+1,2%).
IL TETTO DEL DEBITO PUBBLICO USA
Negli Stati Uniti tiene banco anche un altro dibattito: l’innalzamento del tetto del debito pubblico. Se non si trova un accordo per aumentarlo, di fatto, gli Usa finirebbero in default. I mercati si stanno innervosendo, come vedi dal grafico i Cds ad un anno degli Stati Uniti sono saliti molto, ma in realtà bisogna ricordarsi che più volte in passato gli Usa si sono trovati in questa situazione e, alla fine, la soluzione si è sempre trovata. Se vuoi approfondimento questo tema, puoi leggere qui.
Chi, invece, ha ricevuto un chiaro ed inequivocabile segnale dall'inflazione è la Norvegia. Ad aprile, infatti, il carovita è risultato essere pari al 6,4%, dal 6,5% di marzo, ma le attese erano per un calo più sostenuto (al 6,1%). Se questo dato è già di per sé deludente, la vera doccia fredda è arrivata dall'inflazione di fondo, addirittura aumentata (al 6,3% dal 6,2%, contro attese di un calo al 6,1%). Non più tardi di due settimane fa (vedi n° 1510) la Norges Bank, la Banca centrale norvegese, aveva detto di aspettarsi di alzare ancora i tassi già nella riunione di giugno e non solo: l’alta inflazione richiederà un ritocco aggiuntivo nei mesi successivi. Con questi dati sul carovita sembra ora scontato che i tassi arriveranno almeno al 3,75% - oggi sono al 3,25%. I bond in corone norvegesi sono confermati e puoi puntarci con il fondo Nordea 1 norwegian bond BP (+0,3%) o Wisdomtree Long Nok Short Eur (+0,3%).
Un’altra banca che non si fermerà con il rialzo dei tassi è la Banca centrale europea. Da Francoforte fanno sapere che gli sforzi per combattere l’inflazione non sono ancora finiti: ci vorranno ancora due rialzi, nelle prossime due riunioni e poi la politica monetaria potrà considerarsi in territorio restrittivo. A quel punto però non bisognerà illudersi. Infatti, sempre da Francoforte fanno sapere che l’inflazione si combatte in due modi: alzare i tassi prima e poi tenerli per un periodo di tempo sufficientemente lungo su livelli elevati. In altre parole, quando i tassi arriveranno al 4,25%, poi rimarranno su quel livello per molto tempo: tagli al costo del denaro possono essere immaginati solo nel 2024. Addirittura, tra i membri della Bce c’è chi ha avanzato l’ipotesi che rialzi nei tassi potrebbero avvenire anche dopo l’estate – quindi portando il costo del denaro ancora più in alto rispetto alle attuali attese. Confermiamo il consiglio di acquisto sui titoli di Stato e sui bond ad altro rendimento della zona euro. Per quanto riguarda i titoli di Stato, puoi acquistare direttamente bond, scegliendo tra le obbligazioni che trovi sul nostro sito. Se preferisci invece acquistare un singolo prodotto per puntare sui titoli di Stato della zona euro, puoi sempre scegliere l’Etf Xtrackers II iBoxx Eurzone Govv. Bond YP 1-3 (invariato). Sono confermati anche i bond ad alto rendimento dell’eurozona con l’Etf Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,1%).
Chi non deve preoccuparsi di alzare i tassi d'interesse è sicuramente la Cina, per la quale però sorgono comunque delle preoccupazioni dai dati sui prezzi. In Cina il problema è opposto a quello del resto del mondo: il carovita è troppo debole, con un aumento annuo ad aprile dello 0,1%, e i prezzi alla produzione sono addirittura diminuiti del 3,6%. Questi due dati sono il sintomo di una debole domanda interna, che mantiene così i prezzi bassi, e di un settore manifatturiero ancora in difficoltà, non solo a causa della debolezza domestica, ma anche della fiacca domanda estera di beni cinesi, indebolitasi quest’anno a causa del peggioramento delle condizioni economiche globali. Tutto questo mantiene vivo il dibattito circa l’eventualità o meno di nuovi stimoli in aiuto dell’economia. Al momento, non sono ancora previsti interventi in tal senso, tenendo conto del buon andamento del Pil cinese nel primo trimestre del 2023. Quanto agli investimenti obbligazionari in Cina, il prodotto per puntare sui bond in yuan è sempre iShares China CNY Bond (+0,9%).
In Brasile l’inflazione ad aprile ha fatto segnare un altro calo, dal 4,6% al 4,18%, ma inferiore alle attese (4,1% annuo). Questo dato rafforza l’ipotesi che la Banca centrale brasiliana manterrà fermi i tassi al 13,75% ancora per un po’. Il real brasiliano è confermato nei nostri portafogli e puoi investirci con i bond che trovi a pagina 13 o sul nostro sito oppure con il fondo HSBC GIF Brazil Bond AC USD (+2,6%).
Per concludere, sono confermati anche gli investimenti in bond giapponesi e in corone svedesi. Per i bond in yen giapponesi continuiamo a consigliarti Ubs Japan Treasury 1-3y (+1%), mentre per i bond in corone svedesi puoi scegliere Nordea 1 swedish short term bond (invariato) oppure Wisdomtree Long Sek Short Eur (-0,8%).
FITCH CONFERMA IL GIUDIZIO
Il primo appuntamento di questo maggio con le valutazioni delle case di rating sull’affidabilità dei nostri conti pubblici può dirsi superato. Fitch, infatti, ha confermato il rating dell’Italia a BBB, con outlook stabile – non sono dunque previsti cambiamenti in futuro né in positivo né in negativo. Fitch ha anche rivisto al rialzo le stime di crescita per l'Italia nel 2023 a +1,2% dal +0,5% precedente, mentre per il 2024 sono state riviste al ribasso a +0,8% dal precedente +1,3%. Siccome S&P aveva confermato il suo giudizio a BBB lo scorso aprile, manca ora all’appello solo Moody’s. Il giudizio arriverà questo venerdì 19 ed è il più ”pericoloso”, visto che c’è la possibilità di un declassamento.
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