La settimana delle obbligazioni: venti di cambiamento

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
LA FED ORA PARLA DI TAGLI
Oramai le politiche monetarie delle Banche centrali sembrano essere arrivate ad un punto di svolta. Iniziano infatti a cambiare i toni, i termini usati e anche le loro prospettive. La Fed ha mantenuto ancora una volta i tassi fermi tra il 5,25% e il 5,5%, e questo era scontato. Tuttavia, quel che più importa, ha di fatto comunicato che la campagna di rialzi è terminata, visto che prevede dei tagli nei tassi d’interesse il prossimo anno.
Il governatore della Fed ha anche affermato che lui, come tutti i membri della Banca centrale Usa, è pronto ad alzare i tassi se ci saranno ancora problemi con i prezzi, ma è una frase più che altro di circostanza, visto che sono state ritoccate al ribasso le previsioni sull’inflazione e, soprattutto, andando a guardare le attese per l’andamento dei tassi formulate dalla stessa Fed, si scopre che non ci sono altri rialzi all’orizzonte, anzi ci sono ben tre tagli nel 2024, per un calo totale dello 0,75%.
BCE: NON SI PARLA (ANCORA) DI TAGLI
La Bce ha lasciato i tassi fermi al 4,5%, come da attese. Non ci sono, però, state novità sulle prospettive del futuro andamento dei tassi. La Bce ha continuato a ripetere che i tassi di interesse si collocano su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, faranno scendere l’inflazione verso il 2% e che le decisioni future saranno prese sui dati via via disponibili. Rimane dunque l’indicazione di tassi fermi per un prolungato periodo di tempo, ma non c’è ancora un richiamo al taglio del costo del denaro – cosa che invece c’era con la Fed. La Bce ha, però, messo mano alle sue stime di inflazione attesa: in media sarà al 5,4% nel 2023, al 2,7% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Rispetto alle stime di settembre sono state riviste al ribasso le proiezioni per il 2023 e soprattutto per il 2024. Tutto questo fa supporre che nel 2024 ci sarà un taglio nei tassi d’interesse, anche se ancora non annunciato. Il problema sono, però, le attese di mercato: tagli di un ammontare totale pari all’1,5% e che inizieranno già a marzo sembrano oggi, a dicembre 2023, aspettative troppo ottimistiche se confrontate con le dichiarazioni della Bce. Per cui, lo scenario ad oggi per il 2024 può essere sintetizzato così: tagli sì, ma potrebbero essere inferiori a quelli su cui scommette il mercato.
ALLA FINE LA NORVEGIA HA ALZATO
Nello scorso numero – vedi Investi n° 1538 – avevamo indicato che la Norges Bank avrebbe potuto alzare i tassi, a causa di un dato sull’inflazione di ottobre più alto di quanto atteso e nonostante i dati sulla contrazione del Pil. Durante la scorsa settimana, due giorni prima della riunione della Banca centrale, il dato sul carovita di novembre, più basso di quanto atteso da mercato e dalla Banca centrale stessa, aveva fatto calare vertiginosamente le probabilità di un rialzo dei tassi e il mercato si era più posizionato su attese di un nulla di fatto. Alla fine, non è stato così. La Norges Bank ha alzato i tassi, dal 4,25% al 4,5%, ma ha anche annunciato che rimarranno a questo livello per un po’ di tempo. Le previsioni della Banca centrale indicano che i tassi resteranno intorno al 4,5% fino all'autunno 2024, prima di scendere gradualmente. Per cui, anche la Norges Bank ha concluso il suo ciclo di rialzi, a meno di sorprese eclatanti e, dopo un periodo in cui lascerà i tassi fermi, nel 2024 taglierà i tassi.
IL BRASILE VA AVANTI, E ANDRÀ AVANTI, CON I TAGLI
Chi ha rispettato le attese è la Banca centrale brasiliana, che ha tagliato come previsto i tassi dal 12,25% al 11,75%. La Banca centrale ha fatto sapere che l’inflazione è in calo e anche quella di fondo è sempre più vicina all'obiettivo. Se lo scenario evolverà come previsto, la Banca centrale prevede ulteriori riduzioni del costo del denaro di pari entità nelle prossime riunioni. C’è, quindi, da aspettarsi altri tagli, sempre dello 0,5%, nei prossimi mesi e in generale durante tutto il 2024.
COME VANNO I PRODOTTI?
Ubs Japan Treasury 1-3y (+0,6%)
Nordea 1 norwegian bond BP (+3,3%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (+3%)
iShares $ High Yield Corp Bond (+0,7%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (-0,4%)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+1,4%)
iShares China CNY Bond (-1,6%)
COSA FARE
Per Brasile e Norvegia è tutto confermato. Per quanto riguarda i bond in euro ed in dollari Usa, invece, apportiamo dei cambiamenti: le scadenze su cui puntare sono ora quelle tra i 5 e i 7 anni. Trovi spiegati in maniera approfondita qui e nella tabella qui sotto tutti i cambi di consiglio. Qui ci limitiamo a dirti che per i bond Usa puoi scegliere uno tra Vanguard USD Treasury Bond UCITS ETF Dis (20,175 euro; Isin IE00BZ163M45) oppure Xtrackers II US Treasuries UCITS ETF 1D (179,24 euro; Isin LU0429459356) e per i bond della zona euro Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (146,38 euro; Isin IE00B4WXJG34). I due Etf finora consigliati su obbligazioni di eurolandia e in dollari Usa, Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (141,47 euro; Isin LU0925589839) e iShares $ treasury 1-3y acc B (104,13 euro; Isin IE00B3VWN179) passano a vendere. Ovviamente puoi puntare sui bond in dollari e della zona euro anche con singoli titoli, scegliendoli sempre tra quelli con le scadenze consigliate. I singoli bond con scadenze brevi precedentemente consigliati passano a mantenere.
CINA: LA BANCA CENTRALE SCENDE IN CAMPO
La scorsa settimana anche la Cina ha deciso di intervenire, sebbene in modo diverso da quanto fatto dalle altre Banche centrali di cui ti abbiamo parlato. La Banca centrale cinese ha, infatti, immesso nel sistema ben 112 miliardi di dollari - si tratta della più grande iniezione di liquidità dal 2016. La decisione è arrivata in scia ai dati provenienti dall’economia, dai quali si evince come la ripresa è ancora accidentata, soprattutto a causa della debolezza della domanda e dell’immancabile grande malato cinese, il settore immobiliare. La produzione industriale e le vendite al dettaglio sono aumentate a novembre, ma il risultato è distorto dal fatto che si confronta con il novembre del 2022, quando in Cina le limitazioni per il Covid avevano rallentato l’attività. Senza contare questo effetto, sia la produzione industriale, sia le vendite al dettaglio hanno rallentato rispetto al mese precedente.
CAMBIAMENTI NEI CONSIGLI
NUOVI CONSIGLI D’ACQUISTO
NUOVI CONSIGLI D’ACQUISTO SPECULATIVI
Xtrackers Ii Euroz Govt 25+ (288,05 euro; Isin LU0290357846)
Usa Amundi Us Treasury Bond 10+Y (6,716 euro; Isin LU1407890547)
DA ACQUISTA A VENDI
DA MANTIENI A VENDI
Lyxor High Rat Mw Govt 1-3y Dr Ucits Etf (96,68 euro; Isin LU1829219556)
DA ACQUISTA A MANTIENI
Per quanto riguarda i bond, sono stati riportati i cambi di consiglio dei titoli pubblicati sulla rivista di settimana in settimana. L’elenco completo dei cambi di consiglio obbligazionari lo trovi qui.
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