Nuove obbligazioni reverse floater: valgono un acquisto?

Nuove obbligazioni reverse floater
Nuove obbligazioni reverse floater
Il bond Bnp Paribas Fixed to Inverse Floater Callable 20/09/2039 (100; Isin XS2840454917) paga, trimestralmente, per il 1° anno una cedola fissa del 6% lordo annuo. Dal 2° al 15° anno questo bond diventerà a tasso variabile, dato che la cedola che verrà pagata, sempre trimestralmente, sarà uguale al 7% meno il valore dell’Euribor 6 mesi, con un minimo (il cosiddetto floor) dello 0% e un massimo (il cosiddetto cap) del 5% annuo. Dal secondo anno, più precisamente dal 20 settembre 2026, il bond può anche essere rimborsato anticipatamente a 100 a discrezione dell’emittente (è l’opzione call).
Per gli anni in cui le cedole saranno variabili, dunque, questo bond è un reverse floater, cioè un’obbligazione le cui cedole aumentano di valore se i tassi sul mercato, in questo caso l’Euribor 6 mesi, scende. Sulla carta, i reverse floater sono una tipologia di obbligazioni utili in un contesto di tassi in calo, perché tanto più i tassi scendono, tanto maggiore è il valore della cedola che verrà pagata. Questo è però il discorso generale, poi, però, la convenienza di un reverse floater o meno dipende dal caso pratico, quindi dalle caratteristiche dell’obbligazione sul mercato.
I FATTORI DA CONSIDERARE
Essendo un bond a tasso variabile per praticamente tutta la sua durata (14 anni su 15 totali), l'investimento su questa tipologia di obbligazione ha successo, e quindi può dare un rendimento almeno pari se non superiore a quello di un'obbligazione di pari durata e rischio a tasso fisso, se i tassi di interesse scendono il più velocemente possibile e/o si attestano per un prolungato periodo di tempo su un livello sufficientemente basso tale da rendere le cedole di un valore tale da battere, a scadenza, il rendimento di un tasso fisso. Questa incertezza del rendimento è una prima fonte di rischio.
Nel caso di questo bond di Bnp Paribas, poi, c’è un altro aspetto da considerare: la lunghezza. È un arco temporale (15 anni) molto ampio nel quale non solo i tassi potranno scendere e magari potrebbero anche arrivare ad un livello inferiore a quello di cui c’è bisogno per rendere vincente la scommessa su questa obbligazione, ma è talmente ampio che potrebbe anche esserci poi una fase di rialzo dei tassi. In un arco temporale di 15 anni non si può escludere un intero ciclo dei tassi, dove prima ci sarà il periodo di ribasso, un periodo in cui si manterranno su un certo livello, per poi risalire – oppure addirittura più cicli dei tassi. L’incertezza è quindi molto, molto elevata.
La presenza di un’opzione call riduce, potenzialmente, la durata del bond: c’è la possibilità, infatti, che l’emittente decida di richiamare il titolo prima della scadenza e dunque la durata dell’investimento sarebbe inferiore rispetto a quello della scadenza naturale. Tutto vero, ma è anche vero che la presenza di un’opzione call fa sorgere altri rischi. Prima di tutto non è certo il richiamo anticipato: per cui il rischio di cui abbiamo parlato in precedenza non viene eliminato con certezza, ma soprattutto, la possibilità di richiamo anticipato è tanto maggiore tanto meno conveniente diventa il bond per l’emittente. Se i tassi scendono e lo fanno troppo, la cedola di questo bond aumenta, ma questo significa che per l’emittente sarà sempre più oneroso pagare queste cedole, rispetto alle vigenti condizioni di mercato. Diventa dunque conveniente rimborsare in anticipo il bond. In questo caso, però, per il detentore subentra il cosiddetto rischio rimborso anticipato, che nella pratica è quello di trovarsi a dover reinvestire con rendimenti di mercato più bassi. Per cui si potrebbe anche beneficiare di qualche cedola più alta, ma poi ci si ritroverebbe a investire con rendimenti più bassi, vanificando magari i maggiori guadagni avuti in precedenza.
Vista la scadenza lunga, si potrebbe poi pensare di usarli come alternativa agli Etf consigliati per puntare su un calo dei rendimenti e quindi guadagnare sui prezzi. Non sono il prodotto migliore: avere cedole varabili li rende meno sensibili alla variazione dei tassi di interesse, così come anche la presenza di un’opzione call e di un cap al valore delle cedole lo rendono meno sensibili ad un calo dei tassi.
COSA FARE?
Per tutte le ragioni sovraesposte, non ti consigliamo di investire su questo bond. Per gli investimenti di portafoglio continua a scegliere i titoli che trovi consigliati nel nostro elenco di obbligazioni all’acquisto. Se poi vuoi fare una scommessa sui tassi, per i bond in euro puoi scegliere o l’Etf sui titoli lunghi in euro Xtrackers Ii Euroz Govt 25+ (276,18 euro; Isin LU0290357846) oppure Gs Group Mc 12/06/2032 (101; Isin XS2567535377).
Bnp ha emesso anche un reverse floater in dollari: Bnp Paribas Fixed to Inverse Floater Callable 20/09/2038 (100; Isin XS2840454834). Il bond, il primo anno, prevede un tasso fisso lordo del 8,5% pagato trimestralmente. A partire da dicembre 2025 l’obbligazione comincerà a pagare il tasso variabile così calcolato: 8,85%, meno il SOFR (Secured Overnight Financing Rate, ovvero il tasso a cui si finanziano le banche americane), con cap al 7% e floor allo 0%. Anche in questo caso, sarà pagato trimestralmente. Dal primo anno, precisamente dal 20 settembre 2025, il bond può anche essere rimborsato anticipatamente a 100 a discrezione dell’emittente (l’opzione call). Non ti consigliamo di acquistarlo: le ragioni sono le stesse mostrate per il titolo in euro. Per gli investimenti di portafoglio sulle obbligazioni in dollari, continua a scegliere i titoli che trovi consigliati nel nostro elenco di obbligazioni all’acquisto. Se poi vuoi fare una scommessa sui tassi, per i bond in euro puoi scegliere o l’Etf sui titoli lunghi in dollari Usa Amundi Us Treasury Bond 10+Y (6,734 euro; Isin LU1407890547).
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