Btp tra tassi, rating e spread

BTp: tassi, rating e spread
BTp: tassi, rating e spread
Rispetto ad un anno fa i rendimenti sono scesi. Anticipando, come di consueto, le scelte delle Banche centrali, i tassi di mercato hanno iniziato a scendere con mesi di anticipo rispetto a quelli ufficiali. Ovviamente il percorso non è stato lineare e ha conosciuto alti e bassi, e lo fa tuttora, ma la tendenza di lungo periodo è quella di cali, in certi casi anche importanti. Se il calo è stato generalizzato, la sua ampiezza è stata diversa da Paese a Paese. Come puoi vedere in tabella, i rendimenti dei BTp sono scesi di più rispetto a Germania, Francia e Spagna (sono quelli su scadenze a 10 anni, il benchmark di riferimento per i mercati).
LA DINAMICA DEI TASSI |
|||
|
1 anno fa |
Oggi |
Differenza |
Italia |
4,97% |
3,52% |
-1,45% |
Germania |
2,89% |
2,29% |
-0,60% |
Francia |
3,53% |
3,02% |
-0,50% |
Spagna |
4,01% |
3,02% |
-0,99% |
Questo ha fatto anche restringere lo spread, sia con la Germania, ma anche gli altri Paesi – vedi tabella qui sotto.
SPREAD ITALIA |
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|
1 anno fa |
Oggi |
vs Germania |
207,1 |
123 |
vs Francia |
143,9 |
50 |
vs Spagna |
95,5 |
50 |
PERCHÉ QUESTO ANDAMENTO DEI BTP?
Con un costo del denaro in generale più basso, e rendimenti richiesti sul mercato che sono altrettanto in calo, i maggiori benefici ci sono soprattutto per i Paesi più indebitati. Esattamente come sul mercato del credito societario, in cui i conti societari sono alleggeriti da oneri finanziari minori e questo dà una mano soprattutto alle società in maggior difficoltà o con un debito maggiore, anche sul mercato del credito sovrano a beneficiare maggiormente sono i conti pubblici di Stati con un maggiore onere del debito.
Servono poi fattori specifici, quindi legati al Paese, per poter beneficiare di un calo dei tassi. In questo caso, le motivazioni che hanno portano alla conferma del rating di S&P e del miglioramento dell’outlook da parte di Fitch rappresentano che cosa i mercati stanno prezzando, in maniera positiva, o meglio, relativamente più positiva rispetto ad altri Paesi, per i nostri titoli di Stato.
LA PRATICA
Come tradurre quanto detto in termini pratici, quindi calandoli in consigli per gli investimenti? I nostri titoli di Stato sono all’acquisto oramai da un paio d’anni e quanto poco sopra descritto conferma questo consiglio. Non bisogna però rinunciare alla diversificazione, dedicando loro più del 5%. I titoli di Stato sono l’investimento preferito per i risparmiatori di una nazione, è una tendenza, chiamata home bias, tipica di qualunque Paese, ma non per questo bisogna disattendere le regole della diversificazione. Non si tratta di una specifica posizione di sfiducia nei confronti dell’Italia: il 5% è un limite che imponiamo a qualunque emittente; persino enti sovranazionali, come la Bei, hanno questo limite... Quando si diversifica, infatti, non lo si fa solo per il rischio emittente, ma anche per ridurre tutti gli altri rischi legati alle obbligazioni.
Fatto ciò, anche la durata dei titoli da scegliere rimane confermata. La lista dei titoli acquistabili è qui.
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