BTp Valore e le cedole step up: quando sono utili? Quando sceglierle?

BTp Valore: approfondiamo le cedole crescenti
BTp Valore: approfondiamo le cedole crescenti
Tra il 20 e il 24 ottobre, fino alle ore 13 (salvo chiusura anticipata), sarà possibile sottoscrivere il nuovo BTP Valore. Si tratta di un titolo di Stato emesso dal Tesoro, non alla sua prima versione, di cui abbiamo già avuto modo di parlare. A differenza dei classici BTP, che pagano cedole semestrali, questo strumento prevede cedole trimestrali e, soprattutto, crescenti nel tempo grazie al cosiddetto meccanismo dello step up. Inoltre, se acquistato in fase di collocamento e mantenuto fino a scadenza, riconosce un premio fedeltà dello 0,8% lordo.
Il valore delle cedole sarà reso noto, come di consueto, il venerdì precedente l’apertura della sottoscrizione, quindi in questo caso il 17 ottobre. Nell’attesa, vale la pena approfondire il funzionamento dello step up. Per chi è abituato a investire in obbligazioni, quello delle cedole crescenti non è certo un concetto nuovo: sul mercato esistono già diversi titoli strutturati in questo modo. Ma cosa comporta, in pratica, per un investitore?
La conseguenza principale è che non si avrà un flusso costante di cedole per tutta la durata del titolo. Se, per esempio, acquistiamo un BTP tradizionale a tasso fisso del 3% con la stessa scadenza, riceveremo regolarmente lo 1,5% ogni sei mesi, garantendoci entrate stabili e prevedibili. Questa regolarità può essere molto utile per chi utilizza le obbligazioni come integrazione del proprio reddito. Le obbligazioni, infatti, non servono solo a diversificare e stabilizzare il portafoglio, ma anche a pianificare flussi cedolari costanti.
Se il nostro obiettivo è quindi quello di costruire un portafoglio che assicuri un’entrata regolare e fissa ogni anno, un titolo con cedole step up potrebbe non essere la soluzione ideale. Attenzione, però: non significa affatto che il BTP Valore non vada acquistato. Anzi, considerate le caratteristiche dell’emittente, la durata di 7 anni e il fatto che sia denominato in euro, è senza dubbio un titolo che può essere consigliato. La scelta, come sempre, dipende dalle esigenze personali e dalla costruzione del proprio portafoglio.
Lo step up presenta anche dei vantaggi per altri profili di investitore. Le cedole aumentano in modo progressivo: più basse nei primi tre anni, crescono nei 2 successivi e raggiungono il livello più alto negli ultimi due anni. Questo può essere interessante per chi, ad esempio, si aspetta di avere bisogno di entrate più consistenti tra 4-5 anni o verso la fine della durata del titolo.
Se, invece, il nostro interesse principale è semplicemente il rendimento complessivo a scadenza, allora la distribuzione delle cedole nel tempo conta meno: ciò che rileva è l’insieme delle entrate e del rendimento finale. In questo caso, il BTP Valore può essere inserito in portafoglio esattamente come qualsiasi altra obbligazione in euro a 7 anni.
In definitiva, la decisione di acquistare o meno il BTP Valore dipende da diversi fattori: la composizione del portafoglio, il peso che hanno già i titoli di Stato al suo interno e, naturalmente, il rendimento atteso. Non esiste una risposta valida per tutti, perché ogni investitore ha esigenze e situazioni differenti. Tuttavia, lo schema presentato offre delle linee guida utili: riflettere sui propri bisogni, sugli obiettivi di investimento e sul ruolo che le obbligazioni devono avere nel portafoglio è il primo passo per capire se questo titolo sia adatto o meno alle proprie esigenze.
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