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Eccoti il piano anti - “bassa pensione”
3 mesi fa - lunedì 14 marzo 2022
Fondi pensione
In Italia le pensioni sono un problema per tutti. Lo sono per i lavoratori, perché anche se fino alla fine del 2024 l’età da raggiungere per la pensione di vecchiaia è stata bloccata a 67 anni, la legge italiana prevede un innalzamento di 3 mesi ogni 2 anni dell’età richiesta per smettere di lavorare. Quindi, a meno di ulteriori blocchi, nel 2025-2026 si andrà in pensione a 67 anni e 3 mesi, nel 2027-2028 a 67 anni e 6 mesi, e così via. Ci sono varie possibilità per andare in pensione prima dei 67 anni, vero, ma la nota dolente è che abbandonare prima il lavoro comporta una decurtazione dell’assegno pensionistico, che può anche essere rilevante (a seconda di quanti anni si anticipa la pensione, si può anche avere un assegno ridotto del 20%). La decurtazione, tra l’altro, arriverebbe su un trattamento pensionistico già basso, perché anche chi aspetterà l’età richiesta avrà comunque un assegno pensionistico inferiore all’ultimo stipendio.
QUANDO VADO IN PENSIONE?
Fino a fine del 2024 ci sarà bisogno di avere 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi (per chi è nel sistema contributivo bisogna rispettare anche un’altra condizione: la pensione deve essere superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale). Come detto, questi requisiti per la pensione di vecchiaia sono soggetti a una revisione al rialzo nel futuro.
Il problema non è però solo per i lavoratori. Le pensioni lo sono anche per lo Stato, perché in Italia la spesa per le pensioni pesa per oltre il 15% del Pil, una percentuale tra le più alte in assoluto (solo la Danimarca spende di più). Se a questo si aggiunge che l’età media della popolazione va alzandosi, tanto che l’Ocse stima che avremo 74 persone con età uguale o superiore a 65 anni ogni 100 persone nel 2050, significa che la spesa per le pensioni è destinata inevitabilmente a salire e ci saranno sempre meno persone che lavoreranno per generare quelle risorse necessarie per pagare le pensioni. Le conseguenze di ciò sono che l’età per andare in pensione dovrà salire sempre più – sempre l’Ocse prevede che chi inizia oggi a lavorare lo farà fino a 71 anni, ma, come detto, anche chi è già nel mondo del lavoro è destinato a farlo oltre gli odierni 67. Ma non solo. Per riuscire a tenere i conti in ordine, potrebbe essere necessario un ulteriore ritocco, al ribasso, nel calcolo delle pensioni, rendendole ancora più magre.
E per la pensione anticipAta?
C’è la possibilità di anticipare la pensione rispetto a quanto visto qui sopra. Chi è nel sistema contributivo, può andare in pensione tre anni prima dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, a patto che l’ammontare della prima rata della pensione risulti non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.
Per tutti, sia chi è nel contributivo sia nel misto, c’è la possibilità di andare in pensione anticipata, indipendentemente dall’età anagrafica, una volta raggiunti 42 anni e 10 mesi di contributi (se uomo) o 41 anni e 10 mesi (se donna). Ovviamente, anche per i requisiti per la pensione anticipata è già previsto un aumento nei prossimi anni. Solo nel 2022, puoi sfruttare anche Quota 102 come pensione anticipata.
COSA FARE?
Una soluzione c’è. Bisogna essere consci del problema e darsi un obiettivo su come risolverlo. Di quale obiettivo stiamo parlando? Il primo è integrare con i tuoi risparmi la pensione che percepirai, aspettando la pensione di vecchiaia. Tu però potresti, legittimamente, non aver voglia di lavorare fino a 68 anni, 69 o anche oltre, ma vorresti sfruttare una delle possibilità di pensione anticipata, oppure finanziarti un’uscita ancora più anticipata dal lavoro. È un tuo diritto. Bene. Una volta definito quale degli obiettivi vuoi raggiungere, devi pianificare i tuoi investimenti. Devi, quindi, impegnarti a mettere da parte periodicamente una certa cifra a partire da oggi fino a quando arriverai alla pensione. Attenzione a una cosa molto importante: il problema della pensione è reale. Anche se pensi che non l’avrai mai, perché non ci sarà più quando toccherà a te – com’è in voga dire – questa non è una motivazione per non risparmiare. Tutt’altro: è un ulteriore motivo che giustifica la necessità di farlo, perché così hai a disposizione dei soldi per cercare di non lavorare per sempre. È un problema reale da affrontare e non lo devi rimandare.
Con quanto si va in pensione?
Si possono fare solo simulazioni; per conoscere quanto avrai di pensione, di vecchiaia piuttosto che anticipata, devi sempre rifarti alla tua posizione personale, perché sull’ammontare della pensione incidono non solo gli anni di contributi versati, l’età, ma anche come è cresciuto il tuo stipendio, se ci sono state pause contributive… Una stima media è però quella che, per un impiegato, la pensione sarà circa il 60-65% dell’ultimo stipendio, per un autonomo ancora meno.
LA PRIORITA' DA DARE AGLI INVESTIMENTI PER LA PENSIONE
Non solo risparmiare per la pensione è necessario per evitare i problemi che abbiamo appena visto, ma è anche prioritario rispetto ad altri investimenti, ecco come. Prima di tutto, dal tuo stipendio devi togliere le spese necessarie per vivere (quelle per alimenti, vestiti, legate alla casa – mutuo o affitto, bollette, spese condominiali…). Con quello che rimane la prima cosa da fare è proteggere il tuo patrimonio, cioè sottoscrivere assicurazioni: sulla casa, sull’auto, ma anche una polizza vita temporanea caso morte – se hai famiglia e il tuo reddito serve per i tuoi figli e cari, anche tu sei un “patrimonio” da salvaguardare – o una polizza che copre gli infortuni (vedi a lato). Fatto ciò, devi mettere da parte un po’ di liquidità, come cuscinetto per le emergenze in modo da non farti trovare impreparato di fronte agli imprevisti di tutti i giorni (una spesa inattesa, una bolletta più alta…). Arrivato a questo punto puoi iniziare a pensare a dove investire i soldi che ti sono rimasti e prima di tutto l’investimento da fare è quello per la pensione. Rientra, infatti, nell’ottica di protezione vista prima: è un po’ come se ti assicurassi contro il rischio di vivere una vecchiaia con pochi soldi. Solo a quel punto puoi pensare di investire l’eventuale liquidità rimasta per accrescere il tuo patrimonio – cioè replicare uno dei nostri portafogli.
Le assicurazioni utili
Con la polizza vita temporanea caso morte, versando un premio a scadenza periodico, assicuri il versamento di un capitale predeterminato a chi indicherai come beneficiario mettendolo al riparo dalle difficoltà economiche in caso di un prematuro decesso. Con la polizza anti-infortuni ti garantisci l’indennizzo dei danni derivanti da un infortunio da cui si abbia una limitazione anche parziale e temporanea a svolgere le tue attività quotidiane. Le possibilità offerte dalle polizze infortuni sono: invalidità permanente, invalidità temporanea o la morte. La copertura completa per rischi professionali ed extraprofessionali (morte, invalidità permanente e inabilità temporanea) è utile soprattutto per i lavoratori autonomi o i liberi professionisti, per i quali restare fermi a causa di un infortunio significa rimanere senza reddito.
PENSACI SUBITO, NON ASPETTARE: IL TEMPO E' TUO ALLEATO
Ora devi ricordarti che prima inizi a risparmiare, meglio è. Non pensare che, per esempio, mancandoti 30 o 40 anni alla pensione tu abbia tempo o possa ignorare il problema, perché essendo molto lontano non ti riguarda. Questo è forse uno degli errori più gravi, perché il tempo negli investimenti è un fattore molto rilevante, addirittura è un utilissimo alleato. Più tempo hai a disposizione, meno soldi devi risparmiare per raggiungere il tuo obiettivo. Devi risparmiare, per esempio, 50.000 euro? Tralasciando per ora quanto rende quel che versi, se cominci quando ti mancano 30 anni alla pensione ti basta accantonare circa 1.670 euro l’anno, se aspetti quando ti mancano 10 anni alla pensione devi metter via ben 5.000 euro ogni anno. E non è tutto, perché contando i rendimenti di quanto versi, l’effetto del tempo è ancora più dalla tua parte. Torniamo al nostro esempio, considerando che i fondi pensione hanno avuto un rendimento medio annuo di poco superiore al 4% negli ultimi 10 anni. Tradotto: 1.000 euro dopo un anno diventano 1.040 euro. Se l’anno successivo il rendimento è ancora del 4%, tu quel 4% lo guadagnerai su 1.040 euro, non sui 1.000 originari, e così via… Questo effetto diventa sempre più rilevante tanto più sono gli anni in cui investi (lo vedi in tabella), quindi per ottenere i tuoi 50.000 euro ti basta accantonare meno rispetto alle cifre che ti abbiamo indicato qui sopra. Per esempio, se ti mancano 30 anni alla pensione, anziché 1.670 euro l’anno, devi risparmiare solo 850 euro ogni anno, la metà. Eccoti la dimostrazione che il tempo è un tuo alleato e che vale la pena investire fin da subito. Inoltre, il tempo è utile perché riduce il rischio degli investimenti. Infatti, nel lungo periodo – intendiamo dai 20 anni in su - le azioni, ma anche i bond, tendono sempre a guadagnare. Per esempio, dal 2000 ci sono state le Torri Gemelle, lo scoppio della bolla internet, Lehman Brothers e il coronavirus. Tutti eventi che hanno fatto perdere i mercati, ma poi hanno recuperato: dal 2000 ad oggi le azioni mondiali hanno fatto +207%, i bond mondiali +140%.
QUANTO DEVI METTERE DA PARTE Ogni anno per avere 50.000 euro… | ||
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…se ti mancano… | …investendo senza rendimento… | …investendo con un rendimento del 4% |
30 anni | 1.670 euro | 850 euro |
20 anni | 2.500 euro | 1.670 euro |
10 anni | 5.000 euro | 4.000 euro |