Questo sito usa i cookies solo per facilitarne il suo utilizzo aiutandoci a capire un po' meglio come lo utilizzi, migliorando di conseguenza la qualità della navigazione tua e degli altri. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Ok

Class action

Class action dieselgate: al vaglio del giudice le oltre 90mila richieste di adesione

19 apr 2018

Motori diesel manipolati da VW truccando le emissioni di NOx delle auto per superare i test di omologazione. Auto che inquinano e consumano più di quanto dichiarato. Altroconsumo ha realizzato diversi test e ottenuto, per prima in Europa, l’ammissibilità di una class action contro la casa automobilistica di Wolfsburg. I consumatori devono essere risarciti del 15% del prezzo d’acquisto dell’auto.

in corso

Il 6 giugno 2018 è stata fissata una nuova udienza presso il Tribunale di Venezia, dopo quella interlocutoria che si è svolta a dicembre 2017. Tutti gli aderenti alla class action saranno aggiornati sugli sviluppi dell’azione legale tramite il sito altroconsumo.it nella sezione dedicata.

Alla class action hanno potuto aderire i consumatori che hanno acquistato in Italia, dal 15 agosto 2009 al 26 settembre 2015, un’auto Volkswagen, Audi, Seat e Skoda con motore EA189 Euro 5.

Sono oltre 90 mila i moduli scaricati dal sito di Altroconsumo dai consumatori per aderire alla class action dieselgate. Dal 1° luglio, quando il giudice ha confermato l’ammissibilità dell’azione, il numero dei moduli scaricati è aumentato progressivamente, arrivando a oltre tremila al giorno.


Le tappe dell’attività di Altroconsumo a tutela degli automobilisti truffati.

Nel 2015, a seguito dell’ammissione da parte di Volkswagen di aver venduto autovetture con software per truccare i dati, Altroconsumo aveva prima diffidato l’azienda e poi avviato una class action per pratica commerciale scorretta quantificando il risarcimento per i consumatori al 15% del prezzo di acquisto delle auto e lanciando la campagna europea #PretendiGiustizia contro VW.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato era intervenuta ad agosto 2016 sanzionando il Gruppo Volkswagen per 5 milioni di euro per manipolazione del software di controllo delle emissioni inquinanti.

I test di laboratorio condotti da Altroconsumo a inizio del 2017 avevano confermato che la produzione di emissioni di NOx era superiore rispetto ai valori dichiarati anche sulle auto a cui era già stato effettuato l’aggiornamento del software.

A maggio 2017, il Tribunale di Venezia ha accolto l’istanza dell’organizzazione Altroconsumo ammettendo la class action contro Volkswagen per i veicoli a marchio VW, Audi, Skoda e Seat.

A settembre 2017 sono state introdotte novità nelle procedure di omologazione delle auto nel Mercato unico europeo: la Commissione europea ha predisposto un protocollo che prevede test più affidabili, verifiche in condizioni di guida reale e controlli severi da parte dell’Ue.

La raccolta delle adesioni iniziata a luglio si è conclusa il 1° ottobre 2017.

Il 3 novembre 2017, con l’ordinanza 2966/2017 la Corte d’Appello di Venezia ha respinto il reclamo di Volkswagen sulla non omogeneità dei diritti fatti valere dai consumatori e sulla inesistenza del danno, confermando l’ammissibilità della class action di Altroconsumo. L’ordinanza sottolinea che il danno non può essere escluso neanche dopo l'intervento tecnico relativo alla rimozione del defeat device eseguito dalla casa automobilistica. I giudici della Corte d’Appello di Venezia ribadiscono che la pratica commerciale ingannevole è stata la stessa per tutte le auto del Gruppo VW che montano i motori EA 189. 

Dopo le pressioni e le denunce dei consumatori, Volkswagen ha disposto una serie di misure per il richiamo delle auto coinvolte, intervenendo per rimuovere il software illegale, con la promessa scritta e l’impegno che le auto sarebbero tornate ai livelli di emissioni di NOx entro i limiti europei. 

A gennaio 2018 Altroconsumo smentisce le affermazioni della casa automobilistica tedesca, portando all’attenzione dell’opinione pubblica, del Ministero dei Trasporti e delle Autorità di controllo i risultati dell’indagine europea, con l’opinione degli automobilisti convolti dal richiamo.