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Alimentazione

Il semaforo in etichetta: la posizione di Altroconsumo

24 mag 2017

Per un’informazione completa, semplice e non ingannevole.

Da anni Altroconsumo sostiene l’importanza di avere le informazioni nutrizionali riportate anche sul fronte dell’etichetta degli alimenti, in una modalità che possa essere di immediata e facile comprensione da parte del consumatore, al fine di facilitare la scelta e aumentare la consapevolezza dal punto di vista nutrizionale su ciò che sta acquistando.  Questa posizione coincide con quella ufficialmente richiamata dall’OMS.

Le motivazioni di questa nostra posizione che sosteniamo sin dall’uscita del Regolamento 1169/2011 sono:

  • Le indicazioni riportate sul fronte della confezione sono le più lette.
  • L’utilizzo dei colori è considerato un sistema di facile comprensione da parte dei consumatori.
  • Le tabelle nutrizionali riportate sul retro per molti non sono di facile comprensione.
  • Esiste una evidente necessità di educazione alimentare, di strumenti cognitivi che consentano scelte consapevoli e coerenti con la necessità di promuovere la prevenzione attraverso il miglioramento degli stili di vita, in primis a tavola.

Il sistema inglese dei semafori va in questa direzione anche se in maniera eccessivamente semplicistica e quindi in alcuni casi fuorviante.

Ultimamente abbiamo assistito allo sviluppo in Francia di un sistema di etichettatura che rispondesse a queste esigenze. L’iter seguito dalla Francia ha permesso di coinvolgere tutti gli attori della filiera, ha preso in considerazioni soluzioni differenti, le ha testate  per arrivare ad individuarne una, il cosiddetto “Nutriscore”. Il logo scelto dal Governo francese indica attraverso l’uso di 5 colori e 5 lettere la “bontà” nutrizionale dell’alimento, dal verde scuro che corrisponde alla valutazione migliore, al rosso che indica la peggiore.

Le differenze rispetto ai semafori britannici sono molte e interessanti: una valutazione complessiva e non per singoli nutrienti, costruzione di un giudizio sulla base degli aspetti negativi , ma anche di quelli positivi, applicazione solo per i prodotti trasformati.

Come i semafori inglesi, anche il Nutriscore ha il vantaggio di essere un sistema a colori e quindi di facile comprensione per il consumatore.

E in Italia? Abbiamo assistito a schieramenti contro tali forme di etichettatura presentati come minaccia del nostro “made in Italy”. Il semaforo non è contro il “made in Italy” ma vuole essere (dovrebbe essere) a favore di una informazione più efficace e percepibile ai consumatori, in aggiunta a quelle già previste.

Ci piacerebbe  che le diverse parti interessate ne discutessero attorno ad un tavolo per definire una soluzione comune in grado di accogliere le istanze di tutte le parti , una soluzione italiana che aiuti i consumatori soprattutto nella scelta  di prodotti trasformati e/o ricettati quali merendine, piatti pronti, gelati . Questa deve essere una priorità per tutti.

L’obiettivo è la lotta alla cattiva alimentazione e all’obesità (anche infantile), che è un’emergenza soprattutto in Italia.

Il tema delle indicazioni in etichetta al fine della corretta informazione al consumatore è ampio e tocca vari aspetti. Tra questi rientrano anche i profili nutrizionali, legati alla composizione dell’alimento, la cui definizione auspichiamo da anni in quanto  permetterà di stabilire se un alimento possa riportare o meno claim nutrizionale e/o sulla salute. Solo la definizione dei profili nutrizionali bloccherà da Regolamento la possibilità di trovare sul mercato chips salatissime e ricche di grassi con claim nutrizionale in quanto addizionate di vitamina C.