Assicurazioni vita: i costi restano troppo alti

Costi delle polizze vita
Costi delle polizze vita
Le polizze vita a contenuto finanziario continuano a essere tra i prodotti più venduti nel mercato assicurativo italiano, ma anche tra i più costosi e, talvolta, i meno trasparenti. A confermarlo è l’IVASS, l’istituto che vigila sulle assicurazioni nella sua Relazione annuale 2024 (pubblicata a giugno 2025), che dedica spazio al tema dei costi delle polizze IBIP (Insurance-Based Investment Products): ovvero quelle assicurazioni che uniscono tutela e investimento, come le unit-linked, le multiramo e le rivalutabili. Prodotti diffusi, ma non sempre convenienti.
Secondo IVASS, l'analisi di quasi 1.200 prodotti attualmente distribuiti evidenzia una significativa dispersione dei costi. In media, i contratti prevedono un costo totale annuo medio, il cosiddetto RIY (Reduction in Yield, rappresenta la riduzione del rendimento atteso a causa dei costi dell’investimento) del 2,35% annuo, con differenze rilevanti tra le varie tipologie. Il RIY, si attesta all’1,7% per le polizze rivalutabili, al 2,6% per le multiramo e al 2,9% per le unit-linked. Nonostante il costo medio si sia ridotto nel tempo, continua a permanere un’area del mercato caratterizzata da livelli di spesa elevati, che possono ridurre sensibilmente il rendimento finale per l’assicurato.
L’IVASS sottolinea inoltre che, al di là delle medie, in molti casi l’onerosità resta significativa. Questa situazione si riflette in una ridotta attrattività commerciale di alcuni prodotti: molte polizze con costi più alti registrano bassi volumi di sottoscrizione. Tuttavia, la loro presenza contribuisce a distorcere la percezione complessiva del mercato e ostacola una valutazione consapevole da parte dei consumatori.
Proprio per questo, l’Autorità ha avviato nel 2024 una serie di verifiche ispettive e analisi trasversali, mirate a valutare l’effettivo equilibrio tra costi sostenuti e valore offerto al cliente. Nel mirino sono finiti, in particolare, i contratti con costi elevati e prestazioni finanziarie modeste. Le imprese sono state invitate a riconsiderare le proprie strategie di offerta, eliminando progressivamente i prodotti meno efficienti o ristrutturandone la struttura economica.
Un ulteriore passaggio annunciato da IVASS riguarda la creazione di uno strumento pubblico di comparazione dei costi delle polizze IBIP, pensato per aumentare la trasparenza e agevolare la scelta consapevole da parte dei cittadini. Questo strumento sarà accompagnato da indicatori semplici e standardizzati, che dovrebbero permettere un confronto chiaro tra prodotti simili, favorendo anche una sana competizione tra le compagnie.
Infine, IVASS evidenzia l’importanza della formazione degli intermediari assicurativi, chiamati a svolgere un ruolo cruciale nell’orientare il cliente verso soluzioni realmente adeguate. In un contesto complesso come quello delle polizze finanziarie, l’informazione completa e comprensibile diventa infatti uno strumento di tutela irrinunciabile.
Ma il problema non si ferma qui. L’Autorità mette in luce un’altra criticità strutturale: la difficoltà per i consumatori di confrontare efficacemente i prodotti. Le polizze da investimento sono strumenti complessi, con meccanismi di gestione e rendicontazione poco omogenei. Così, per il cliente medio, stabilire se una polizza sia davvero conveniente rispetto a un’altra diventa quasi impossibile.
È per questo che IVASS da un lato, ha rafforzato la vigilanza sul mercato, inviando lettere di richiamo alle imprese che offrono prodotti scarsamente equilibrati in termini di valore per il cliente. Dall’altro, ha annunciato la volontà di realizzare di un nuovo strumento comparativo pubblico, pensato per consentire ai cittadini di accedere in modo semplice ai dati su costi, performance e caratteristiche delle oltre 500 polizze disponibili sul mercato. Uno strumento che, una volta operativo, potrà aiutare i consumatori a scegliere consapevolmente e a evitare sorprese poco gradite.
L’IVASS, inoltre, intende fissare in futuro dei criteri oggettivi per valutare se un prodotto sia “adeguato” rispetto al suo costo. In altre parole, un’assicurazione potrà anche essere sofisticata e ricca di funzioni, ma se non offre un valore tangibile per il cliente, sarà considerata inadatta. L’obiettivo è incentivare le imprese a costruire polizze meno opache, più sostenibili e più eque.
Nel frattempo, il consiglio è quello di fare attenzione. Leggere bene il documento informativo chiave, valutare il rendimento atteso al netto dei costi, e diffidare di offerte troppo complesse o troppo “moderne” che non si capiscono fino in fondo. E, se si ha già una polizza attiva, chiedere alla compagnia l’estratto dettagliato dei costi annuali può aiutare a decidere se tenerla o cercare alternative.
In un mercato che ha bisogno di più trasparenza e meno costi nascosti questa vicenda ci ricorda, come se non ci fosse bisogno, che è compito dei risparmiatori restare vigili e domandarsi sempre se uno strumento d’investimento particolare e con servizi aggiuntivi come l’assicurazione sia esattamente ciò che cercano in termini di opportunità che offre, o se non abbiano, invece solo bisogno di uno strumento per investire il proprio denaro molto basico. Solo così è possibile valutare un confronto con gli Etf più semplici e meno cari.
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