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Crack Aigis Banca, tutto quello che c’è da sapere
2 anni fa - venerdì 28 maggio 2021Con una decisione a sorpresa Banca d’Italia nei giorni scorsi ha posto in liquidazione coatta amministrativa Aigis Banca, istituto molto attivo anche nell’offrire conti di deposito e prestiti. Cos’è successo e cosa comporta questo provvedimento? Perché si è arrivati a questo provvedimento? Cosa succede a chi ha conti di deposito? A tutte queste domande rispondiamo qui di seguito.
Aigis in liquidazione, cos’è successo?
Aigis Banca è la banca nata solo a dicembre 2020 con la ridenominazione della “vecchia” Gbm banca - grupppo bancario mediterraneo. Il cambiamento di nome doveva rappresentare l’evoluzione del gruppo da una banca tradizionale a una innovativa, quasi una fintech. E invece questo tentativo di crescere in nuove attività, anche all’estero, è stato l’inizio della fine: a trascinare Aigis nella bufera è stato, infatti, il tracollo della tedesca Greensill Bank, banca fallita a sua volta. Per il momento non è noto con esattezza per quale cifra Aigis Banca fosse esposta nei confronti di Greensill – anche perché Aigis è talmente “giovane” che ancora non aveva prodotto nemmeno un bilancio – ma quel che si sa di certo è che la cifra è talmente consistente da dover spingere Banca d’Italia a intervenire mettendo Aigis in liquidazione coatta amministrativa e passando la parte ancora sana di Aigis e i suoi clienti a Banca Ifis. Ma chi è Greensill Bank? La sua storia, per molti aspetti, ricorda la (brutta) vicenda dei mutui subprime, di cui ti abbiamo riparlato anche la settimana scorsa.
Subprime in versione anglo-tedesca
Il gruppo Greensill Capital nasce nel 2011 in Australia, ma prende poi sempre più piede anche in Europa, specie dopo che nel 2014 acquisisce in Germania Nordfinanz Bank – diventata poi Greensill Bank. L’attività principale è quella di “finanziamento della catena di fornitura”: in pratica, la banca si interpone tra i fornitori e i loro clienti per agevolare i pagamenti (vedi qui a lato). Fin qui nulla di male, tutt’altro, ma i problemi sono nati quando i clienti hanno cominciato a non ripagare. Nel 2019 Greensill si ritrova, così, con una mole enorme di crediti a rischio, in particolare nei confronti del magnate dell’acciaio in Gran Bretagna. Eppure, complici anche i contatti con la politica britannica, Greensill non fallisce: interviene la giapponese Softbank e da allora tra Softbank e Greensill cominciano a essere messi in atto una serie di intrecci, tra finanziamenti e partecipazioni azionarie, piuttosto dubbi. Ma non è finita: più i crediti in pancia a Greensill diventano a rischio, più vengono impacchettati in prodotti finanziari, come ad esempio i fondi (soprattutto in Svizzera, tramite Credit Suisse). Né più né meno di quanto successo coi mutui subprime.
Effetti a catena
A far crollare il castello di carte è stata l’assicurazione Tokyo Marine, che era incaricata di garantire i crediti impacchettati nei fondi, ma che a fronte del drastico peggioramento della situazione non ha rinnovato le garanzie su 4,6 miliardi di dollari di prestiti. A questo punto Credit Suisse (altro nome, come quello di Softbank, piuttosto “chiacchierato”, vedi qui a lato) si vede, di fatto, costretta a liquidare un fondo da 10 miliardi di dollari investito in prodotti Greensill; quest’ultima, a sua volta, non è più in grado di rimborsare finanziamenti concessi dalla stessa Credit Suisse, e viene messa in stato di insolvenza dalla “Consob” tedesca. Il resto è storia di questi giorni… compresa l’esposizione di Aigis verso Greensill.
E ora?
Dichiarata la liquidazione, che succede ora ad Aigis? Di fatto, è stata svuotata della parte “buona” che è passata a Banca Ifis: in particolare, Ifis ha rilevato i prestiti alle piccole e medie imprese supportati da una garanzia pubblica, i titoli di Stato e i depositi della clientela (per questo, se avevi un conto corrente o un conto deposito targato Aigis, non ci rimetti nulla, te ne parliamo qui di seguito). Il prezzo per tutto questo? Un euro, come nel caso del “salvataggio” delle banche venete da parte di Intesa Sanpaolo; il resto (quasi 49 milioni di euro, da quel che è emerso finora) ce lo mette il fondo interbancario, quindi in parte un po’ tutti i correntisti italiani. Spolpata dalla parte sana, in banca Aigis rimangono, in pratica, solo i titoli collegati a Greensill Bank, le attività fiscali e un prestito obbligazionario subordinato emesso da Aigis Banca. Insomma, poco o nulla… anzi, meno di nulla.
Il “metodo greensill”
Supponiamo che la Legno&Legname Spa venda per 1000 euro i suoi prodotti alla Tavoli&Sedie Spa, stabilendo un pagamento a 180 giorni dalla consegna. Greensill cosa faceva? Pagava subito la Legno&Legnami, però con uno sconto (per esempio 980 euro al posto di 1.000), poi alla scadenza dei 180 giorni bussava alla porta della Tavoli&Sedie e si faceva pagare i 1.000 euro. Tutti contenti: la Legno&Legname che ha incassato subito, la Tavoli&Sedie che ha 180 giorni di tempo per vendere i propri mobili e ripagare il legno con quanto incassato, e Greensill che si intasca i 20 euro di guadagno. Ma se la Tavoli&Sedie non riesce più a vendere i suoi mobili, e non è in grado di pagare neanche dopo i 180 giorni? La Greensill, anziché guadagnare 20 euro, ne perderebbe 980. Ma non se, nel frattempo, ha “impacchettato” il credito in un bond o in un fondo, che ha rivenduto a qualche investitore (come Aigis) allettato dai 20 euro di guadagno…
Due vecchie conoscenze
Softbank e Credit Suisse non sono nuove a scandali finanziari. Entrambe sono rimaste coinvolte, a diverso titolo, nel “caso” Wirecard di cui ti avevamo parlato qualche mese fa. Per Credit Suisse, poi, un’altra tegola è arrivata dal fallimento del fondo speculativo Usa Archegos. Solo sfortuna… o troppi azzardi?
Conti di deposito Aigis, cosa succederà?
Le possibilità che con il cambio di “proprietà” del conto deposito di Aigis Banca possano modificarsi le condizioni del tuo conto sono decisamente limitate. Ecco perché.
Se hai sottoscritto un conto deposito con Aigis Banca – o quando ancora era Gbm Banca – per te, nella pratica, al momento non cambia nulla. Come detto in “Aigis in liquidazione, cos’è successo?” Aigis Banca è stata acquistata da Banca Ifis, per cui la differenza sarà che a restituirti il denaro a scadenza del tuo vincolo e a pagarti gli interessi sarà Ifis. Considerando che tu sul tuo conto vedi l’accredito del capitale e degli interessi e nient’altro, è un cambio che operativamente non ti tocca. Le condizioni alle quali puoi avere sottoscritto un conto deposito a 18 e 24 mesi con Gbm Banca prima, poi diventata Aigis Banca, sono però migliori di quelle a cui avresti potuto, o potresti oggi, ottenere sottoscrivendo un vincolato con Rendimax di Banca Ifis.
COSA SUCCEDERA'?
C’è dunque il rischio che Ifis decida di cambiarti, abbassandoli, i tassi sui conti vincolati che hai attualmente? L’articolo 118, comma 1 del Testo Unico Bancario, recita: “Nei contratti (…) la facoltà di modifica unilaterale può essere convenuta esclusivamente per le clausole non aventi ad oggetto i tassi di interesse, sempre che sussista un giustificato motivo”. Un conto deposito vincolato è un contratto a tempo determinato: ha una scadenza ben precisa – nel tuo caso 18 o 24 mesi. Ifis può dunque cambiare unilateralmente le condizioni del tuo conto deposito, potrebbe per esempio cambiare i costi ad esso associato, ma i tassi non possono essere toccati. Inoltre, acquistando le attività di Aigis, Ifis subentra in tutto e per tutto ad Aigis: compra i contratti già stipulati che continuano ad esistere. Per cui anche in un caso come questo di cambio di “proprietà del conto” non si possono cambiare le condizioni sui tassi. Può Banca Ifis cambiare le altre condizioni del conto?
Se questo dovesse accadere, ciò rappresenterebbe una modifica unilaterale delle condizioni economiche e contrattuali e pertanto dovrebbe essere riconosciuto al cliente, ai sensi dell’art. 118, comma 2, del T.U.B., il diritto di recedere dal contratto senza penali. Ifis dovrà avvisarti del cambio di condizioni almeno 60 giorni prima e consentirti di svincolare i tuoi soldi e siccome non devi subire alcuna penalizzazione, dovrà riconoscerti tutti gli interessi maturati dal giorno di attivazione del vincolo fino alla data di svincolo. Attenzione però ad un’ultima cosa. Il conto di Aigis Banca prevede la facoltà di svincolo anticipato, ma in quel caso il tasso riconosciuto è dello 0%, perché sei tu che stai esercitando il tuo diritto allo svincolo. Se invece è la banca che ti cambia le condizioni, allora deve riconoscerti gli interessi, tutti quanti, fino alla data dello svincolo. Per cui, al momento non c’è bisogno di svincolare anticipatamente i soldi. Puoi portare a scadenza il tuo vincolo.
Liquidazione coatta amministrativa: ecco come “falliscono” le banche
Te ne abbiamo parlato a proposito della vicenda di Banca Aigis e qui ti spieghiamo cosa significa e come funziona.
La liquidazione coatta amministrativa è quanto di più simile esiste al fallimento per una banca. È il provvedimento a cui si ricorre quando la situazione è davvero grave, e non si ritiene sia possibile metterci una pezza.
Crack bancario: un disastro da evitare assolutamente
Contrariamente a quanto accade per le “normali” aziende, si parla di crisi bancaria ben prima rispetto al momento in cui, per esempio, un’azienda non riesce più a ripagare i suoi fornitori. Il motivo? L’attività bancaria è considerata fondamentale per il mantenimento dell’equilibro di ogni sistema economico.
Quando una banca va in crisi - vedi a lato per la definizione che ne dà la Banca d’Italia – le ripercussioni, nel tessuto economico di un territorio, sono notevoli. Una banca, oltre che raccogliere denaro, sostiene le attività delle imprese. Un suo crack potrebbe causare fallimenti a catena di altre aziende e il tracollo di molte famiglie. Ti basti pensare alle vicende delle banche venete, di Banca Etruria, di cui ti abbiamo parlato a lungo sulla rivista e sul sito.
E più una banca è grande e più, potenzialmente, è forte l’impatto di un suo crack. Per questo motivo si cerca di prevenire le crisi bancarie, dettando regole, per esempio, imponendo livelli minimi di patrimonializzazione, attraverso controlli periodici e, se necessario, nel caso in cui inizi a manifestarsi una situazione di squilibrio economico-patrimoniale, imponendo interventi di ristrutturazione aziendale.
Chi esercita questa vigilanza? Banca d’Italia, e, nel caso in cui una banca sia ritenuta “significativa”, vedi più avanti, viene posta direttamente sotto la vigilanza della Bce.
Nel caso di Aigis il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa è stato deciso da Banca d’Italia, e, nella scala di misure decise per far fronte a una crisi bancaria è il provvedimento più severo. Come detto prima, quando si manifesta un inizio di crisi, l’autorità di controllo, in genere, opta per una serie di misure preventive (come indicazioni precise sulle decisioni da prendere), di tipo correttivo (per esempio il divieto di effettuare determinate operazioni) o di tipo straordinario (per esempio, rientrano in questo gruppo gli ordini di succursali delle filiali delle banche autorizzate ad operare in Italia).
Ci sono però casi particolarmente gravi, e quello di Aigis rientra tra questi, in cui è necessario far ricorso a una delle procedure speciali previste dal Testo unico bancario, l’insieme di leggi che regola il sistema bancario. Le altre due meno gravi sono l’amministrazione straordinaria (per esempio, la Popolare di Bari è sottoposta a questo provvedimento) e la gestione provvisoria.
Solo in caso di eccezionale gravità
Il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa ha lo scopo di eliminare in modo “ordinato” la banca dal sistema bancario, minimizzandone gli effetti destabilizzanti, e viene usato solo nei casi in cui il dissesto è giudicato irreversibile. Viene emanato un decreto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, su proposta di Banca d’Italia, con cui si dispone la revoca dell’autorizzazione dell’esercizio di attività bancaria e la liquidazione della stessa.
Dall’emanazione del provvedimento cessano le funzioni degli organi assembleari, amministrativi e di controllo, e queste funzioni vengono assunte dai funzionari di Banca d’Italia: tante volte ti abbiamo parlato del commissario liquidatore, per esempio nel caso della Popolare di Bari, vedi qui.
Ecco, sono loro, nominati da Banca d’Italia, che subentrano ai precedenti organi amministrativi. Nel caso di liquidazione coatta amministrativa quello che faranno sarà: l’accertamento dei debiti che ha la banca (individuando, per esempio, i creditori) e la liquidazione dell’attivo della banca (vendendo, per esempio, immobili parti dell’azienda…) per rimborsare i creditori con il ricavato. Nel caso di Aigis sono stati ceduti correntisti e crediti scontati a Banca Ifis.
Al termine di questo percorso, spesso di lunga durata, la banca non esisterà più. Tutti questi provvedimenti hanno come scopo quello di ridurre al minimo l’impatto, economico e sociale, su correntisti e creditori della banca.
“La crisi bancaria è caratterizzata da un drastico indebolimento della situazione patrimoniale degli intermediari creditizi tale da mettere a repentaglio la loro solvibilità ed indurre fallimenti” questa è la definizione data da Banca d’Italia della crisi bancaria.
In Italia la vigilanza sugli intermediari spetta alla Consob e alla Banca d’Italia. Consob vigila sugli intermediari per garantire la trasparenza e la correttezza dei comportamenti, Banca d'Italia deve assicurare le sana e prudente gestione da parte degli intermediari finanziari.
La Banca centrale europea esercita una vigilanza diretta su alcune banche, definite “significative”. Tra i criteri per definirle significative, per esempio, le dimensioni, vedi qui trovi più dettagli. In Europa, oggi, le banche che ricadono sotto la diretta vigilanza della Bce sono 115.
In Italia, per esempio, oltre che Monte Paschi, Intesa Sanpaolo, Unicredit, anche i due grandi gruppi sotto la cui ala oggi stanno le Bcc e le Casse di risparmio, ovvero il gruppo Iccrea e il gruppo Cassa centrale banca, sono vigilate direttamente dalla Bce.