15 settembre 2008
Il cestino della carta straccia
Dopo la furia di Ike, l'uragano che ha spazzato il Texas, gli Stati Uniti sono stati travolti da una nuova tempesta, questa volta su Wall Street: il fallimento di Lehman Brothers, quarta banca d'affari Usa.
Dopo la furia di Ike, l'uragano che ha spazzato il Texas, gli Stati Uniti sono stati travolti da una nuova tempesta, questa volta su Wall Street: il fallimento diLehman Brothers, quarta banca d'affari Usa. Dopo alcuni salvataggi a carico del contribuente (Fannie MaeeFreddie Mac), o a carico di concorrenti danarosi (l'acquisto diMerrill Lynchda parte diBank of America), il mercato ha deciso di punire la plurisecolare e blasonataLehman Brothers. In un solo giorno e con mirabile tempismo l'agenzia di ratingFitchha abbassato ilratingda A+ (affidabilità buona) a D (default, cioè fallita). Che tirasse un'aria cattiva dalle parti di Lehmane di Merrill Lynch, salvata per il rotto della cuffia, era, tuttavia, cosa di cui si parlava da tempo negli ambienti bancari. Ci domandiamo, quindi, perché c'è chi ci ha già scritto che due mesi fa la banca gli avevacaldamenteconsigliatobond Merrill Lynchmentre altri hanno addiritturabond Lehmanacquistati altrettanto di recente. Sono episodi isolati, o comportamenti deliberati da parte delle banche che, come con Parmalat e Cirio, usano la clientela a mo' di cestino della carta straccia? Vi hanno consigliato questi titoli? Ditecelo scrivendo a dilloas7@altroconsumo.it. E nel frattempo non firmate nessuna carta che giustifichi a posteriori compravendite fatte con la vostra banca e non acquistate titoliBank of America,CitigroupoMorgan Stanley.
22 settembre 2008
Il fallimento di Lehman Brothers ha causato forti ribassi nei mercati. Il salvataggio di Aig da parte della Federal reserve, gli interventi delle Banche centrali di tutto il mondo e il pacchetto di aiuti pensato dal governo Usa hanno però ridato fiducia alle Borse. In caso di eventi gravi come il fallimento di Lehman, i ribassi di azioni e obbligazioni sono una reazione naturale destinata però a rientrare col tempo. Sempre che non ci siano sorprese nascoste. Qui facciamo il punto sulla situazione consigliandovi, caso per caso, cosa fare.
Obbligazionisti e azionisti Lehman: che fine fanno i vostri soldi
Ciao ciao cedole
·Secondo laSec, la “Consob” americana, chi ha sottoscritto bond di una società che avvia la procedura fallimentare quantomeno non riceverà il pagamento degli interessi. Del gruppoLehman, solo la holding “Lehman Brothers Holding Inc.” ha avviato tale procedura – negli Stati Uniti chiamata Chapter 11(vedi riquadro).
·Purtroppo abbiamo verificato che tutte le obbligazioni scambiate in Italia sul mercatoTlx(sono 5) sono state emesse direttamente proprio da questaholding.
·Anche chi dovesse avere obbligazioni emesse da altre società controllate diLehmanrischia però di non vedere il pagamento delle cedole: se la capogruppo taglia i cordoni della Borsa è difficile che “le figlie” possano restare liquide a lungo. Ne è riprova il fatto che ancheLehman Brothers Japan, la controllata nipponica, abbia depositato richiesta di bancarotta presso la corte distrettuale di Tokio.
Rimborso lontano
·Potrete sperare nel rimborso, o in una parte di esso, solo se con i soldi derivanti dalla vendita delle attività della banca si riusciranno prima a pagare tutti gli oneri amministrativi (come quelli per i dipendenti) e poi a rimborsare i possessori di titoli obbligazionari garantiti da attività della banca (non ci risulta che ci siano titoli di questo tipo scambiati in Italia). In ogni caso il rimborso, se ci sarà, arriverà comunque dopo mesi di attesa – gli obbligazionistiCiriooParmalatne sanno qualcosa – e, verosimilmente, solo per gli obbligazionisti classificati comesenior– hanno più tutela di quelli che hanno acquistato obbligazionisubordinate; trovate la classe delle vostre obbligazioni nel prospetto di emissione alla vocestatus of the notes: tutte quelle scambiate in Italia sulTlxsonosenior.
·Ma c’è la speranza? Non è facile a dirsi visto che il motivo del fallimento diLehmansta nella difficoltà di valutare quanta “carta straccia” si nasconde nei bilanci del gruppo.
·In questi giorni diverse valutazioni sono state fatte: subito dopo il fallimento,CreditSights, importante società indipendente d’analisi finanziaria, aveva stimato per gli obbligazionisti la possibilità di recuperare dalla liquidazione diLehmanfino al 60% del capitale investito.
·In Australia alcuni investitori pensano che dal processo di liquidazione non si possa ottenere più del 30 o 40%. Altri banchieri, sempre in Australia, la vedono ancora più grigia e suggeriscono di provare a liberarsi subito deibondche si hanno in mano, vendendoli magari a qualche speculatore, giudicando “un affare” un recupero del 30% del capitale.
·Noi vi diciamo che, storicamente, in operazioni di questo tipo, alla fine del processo di liquidazione si è riusciti a recuperare in media il tra il 30 e il 40% del capitale investito. Ora avete due alternative: la prima è attendere e sperare nel processo di liquidazione. La seconda è cercare di vendere subito le obbligazioni che avete in mano: compito difficile visto che le negoziazioni sui mercati ufficiali sono sospese.
Lasciate ogni speranza, o azionisti
·Per chi ha in mano azioniLehman Brothersnon c’è alcuna speranza: gli azionisti sono gli ultimi a raccogliere le briciole di quel che resta dal processo di liquidazione. La situazione della banca e la storia di fallimenti di questo tipo lascia intendere che i soldi saranno finiti ben prima che la coda degli azionisti possa avvicinarsi alle casse del gruppo. Considerate i soldi in queste azioni, ormai, andati in fumo.
·Lehman non ha sportelli: non ci sono correntisti. Anche nel remoto caso che una banca italiana fallisse, in base a una normativa italiana e europea, i vostri soldi depositati sui conti correnti sarebbero comunque tutelati da un apposito fondo. Per l’Italia è ilFondo interbancario di tutela dei depositi: il limite di garanzia è di 103.291,38 euro. A questo fondo aderisce ancheINGDirect: i vostri soldi inConto aranciosono quindi coperti da questa uguale tutela.
La paura fa… 11!
·Il Chapter 11 è letteralmente il Capitolo 11 della legge fallimentare americana: indica la procedura volta a cercare di risollevare le sorti dell’azienda in crisi tramite una riorganizzazione dell’attività e un accordo con i creditori. Si tratta di una procedura simile all’istituto giuridico italiano del concordato preventivo.
·La società che attiva il Chapter 11 non entra quindi immediatamente in liquidazione, ma continua a operare: i debiti contratti sono congelati e la società cerca, con i soldi generati dall’attività, di soddisfare i creditori proponendo un piano di conciliazione. A grandi linee è quello che è successo in Italia con il caso Parmalat e con la legge Marzano.
·Se il piano di conciliazione presentato dalla società non è accettato né dai creditori né dal tribunale competente, il gruppo evolve verso la liquidazione definitiva. Al contrario, l’azienda può risolvere i propri debiti e uscire dalla procedura fallimentare: la compagnia aerea Usa Delta Airlines, sfruttando i benefici della procedura, è riuscita a risanare le sue finanze e a tornare operative.
I risvolti su chi ha sottoscritto le tossiche polizze vita index linked
Cosa succede a chi ha comprato polizze index linked che contengono i titoli Lehman Brothers?
·Anche se non avete acquistato direttamente obbligazioniLehman, rischiateche le vostre polizze vitaindex linkedsiano in realtà basate su titoli emessi dalla banca americana.
·Alla loro scadenza queste polizze oltre a garantire il rimborso del capitale investito, permettono infatti di godere di un extra-rendimento in più. Per offrire quest’ultimo i vostri soldi sono investiti in prodotti complessi il cui ritorno è legato all’andamento di uno o più indici di mercato. Si tratta quindi di veri e propri investimenti finanziari, che di assicurativo hanno ben poco.
·La polizza Pianeta Borsa dicembre 2007, ad esempio, è stata emessa daAssimoco Vita.Peccato che, fatto 100 il vostro investimento, Assimoco se ne prendesse per sé come commissione circa 4 e investisse tutti i restanti 96 in un’obbligazione complessa diLehman Brothers!
·I sottoscrittori di questi prodotti si ritrovano ora nella stessa situazione di chi ha acquistato direttamente i bond Lehman, senza che, e questo è l’aspetto più scandaloso della vicenda, l’assicurazione offra, da prospetto informativo, alcuna garanzia in termini di rimborso del capitale investito.
·Potete solo aspettare l’evoluzione della liquidazione o cercare di riscattare prima i vostri soldi: sappiate però che (anche) in questo caso, verosimilmente, molto meno del 50% del vostro capitale tornerà indietro (ad esempio, i prezzi di due polizzeAllianzsono scesi già a 28).
·Purtroppo quello diAssimoco Vitanon è certo l’unico caso. Diversi assicuratori italiani hanno “spacciato” polizze costruite su prodottiLehman:i 160 milioni di euro di esposizione nei confronti di Lehman dichiarati da Mediolanum sono interamente legati a questi prodotti.
·Abbiamo controllato le poche polizzeindex linkedche abbiamo consigliato speculativamente negli ultimi tre anni: nessuna ci risulta avere prodottiLehmanalla base (e neppure dell’assicuratore americanoAig).
·Il caso ci permette però di tornare a segnalare come l’attività degli assicuratori si sia snaturata nel corso degli anni a danno dei propri clienti. Su queste pagine abbiamo analizzato centinaia di questi prodotti-spazzatura e in quasi il 100% dei casi il rendimento offerto si è rivelato inferiore a quello di un BTp sebbene il rischio fosse più elevato di quello di quest’ultimo.
·Nonostante ciò, protette dal loro nome, evocativo di sicurezza, le compagnie di assicurazione hanno continuato a sfornare questi prodotti, trasformandosi in veri intermediari finanziari. La buferaLehmanpotrebbe ora minare seriamente la fiducia dei clienti nei loro confronti.
·L’unico modo che hanno per salvare la faccia è cercare quanto meno di garantire il rimborso del capitale investito nelle polizzeindex linked, indipendentemente dall’esito della procedura fallimentare di Lehman. Finora solo in due si sono fatte timidamente avanti:Mediolanumha annunciato che entro l’anno prenderà misure per tutelare i clienti esposti a bond Lehman;Unipolha dichiarato di star valutando “le modalità tecniche per riconoscere agli assicurati che hanno sottoscritto le index linked, l’opzione di ottenere alla data naturale di scadenza dei contratti il capitale originariamente sottoscritto”. Buoni propositi, ma per ora solo tali: speriamo si traducano in realtà.
Dopo il crack Lehman, qual è il futuro del settore finanziario?
Il salvataggio in extremis dell’assicuratore americano AIG, l’offerta di acquisto di Bank of America su Merrill Lynch e il fallimento di Lehman Brothers non rassicurano certo gli investitori. Ma come si è arrivati a questa crisi di fiducia sui valori finanziari e quali sono le conseguenze per gli investitori?
·Il settore finanziario sta attraversando un momento molto critico. Non per nulla le Autorità americane, a pochi giorni dal salvataggio delle agenzie di mutui Freddie MaceFannie Maee dopo l’acquisizione in extremis di Merrill Lynch da parte di Bank of America e la dichiarazione di fallimento diLehman Brothers, hanno deciso di intervenire ancora per salvare AIG (American International Group), il principale assicuratore al mondo.
·L’intervento della Fed (la Banca centrale americana) per sostenereAIGe le iniezioni di liquidità sui mercati effettuate dalle Banche centrali mondiali avrebbero dovuto metter fine al movimento di panico sui mercati. Ma la calma è durata poche ore . Sono arrivate infatti altre notizie allarmanti: nel Regno UnitoHalifax Bank of Scotland(HBOS), la maggiore banca britannica di mutui, è stata obbligata a cercar “rifugio” nel gruppoLlyods TSB; Washington Mutual, una grande banca al dettaglio americana, è in grave pericolo, mentreMorgan StanleyeGoldman Sachs, le uniche due grandi banche d’investimento rimaste indipendenti, rischiano di doversi cercare un acquirente per sopravvivere.
Il modello delle banche d’investimento in crisi
·La forte crescita del settore finanziario negli ultimi anni è stata favorita dal fatto che le banche hanno potuto finanziare a credito (e quindi senza intaccare il loro patrimonio) investimenti potenzialmente molto redditizi, ma anche molto rischiosi. Le banche d’investimento hanno così investito, senza troppe riserve, denaro che non apparteneva loro fino a arrivare agli eccessi che si sono cominciati a manifestare con la crisi dei mutuisubprimenell’estate del 2007.
·Quest’ondata di sfiducia che si è abbattuta sul settore finanziario, e che si è allargata a macchia d’olio, ha reso più difficile per le banche finanziarsi tra loro. La chiusura dei rubinetti del credito interbancario ha penalizzato soprattutto le banche d’investimento che, non disponendo di una base di depositi da cui attingere come le banche al dettaglio, si sono trovate a corto di fondi.
·Fino al 2007 questo modello basato sul credito interbancario funzionava bene e ha consentito alle banche d’investimento di conoscere due decenni d’oro. Approfittando di una scarsa regolamentazione, queste hanno sì raggiunto livelli di indebitamento superiore a quelli delle banche tradizionali, ma grazie ai tassi d’interesse molto bassi e a nuove pratiche (come la cartolarizzazione) hanno messo a segno forti crescite. Basti pensare che in un ventennio il loro peso è passato dal 3 al 20% del Pil americano (tutta la ricchezza prodotta nel Paese).
·Ora però questo modello è entrato in crisi ed è arrivata la resa dei conti per le banche d’investimento che, se vogliono sopravvivere, dovranno cambiare radicalmente la loro strategia. In particolare, dovranno ridurre i loro portafogli di titoli o aumentare nettamente il loro capitale.
Lehman Brothers e l’effetto domino
La dichiarazione di fallimento diLehman Brothersha messo a dura prova il sistema finanziario: questa banca ha infatti una presenza dominante nel mercato molto speculativo dei CDS (credit default swaps, contratti che permettono di proteggersi contro i rischi del credito). Il suo fallimento rischia quindi di tradursi in perdite più o meno importanti per tutte le banche esposte alla copertura dei rischi diLehman.Una situazione che, alimentando sempre di più l’avversione al rischio degli investitori, fa scendere i prezzi dei titoli più rischiosi (obbligazioni che coprono i rischi legati ai mutui, azioni,CDS…), portando quindi a nuove perdite nei conti delle banche e quindi a possibile nuove ondate di svalutazioni nei conti delle banche da qui a fine anno.
AIG: troppo importante per fallire
LaFed– che pur ha lasciato al suo destinoLehman Brothersmalgrado un debito stimato oltre 600 miliardi di dollari e una posizione di forza sul mercato dei prodotti derivati – è invece intervenuta per salvareAIG. Certo, si tratta del maggior assicuratore al mondo con 100.000 dipendenti e che assicura privati e società in oltre 100 Paesi, ma quel che deve aver determinato l’intervento è soprattutto il fatto che assicura oltre 440 miliardi di dollari di obbligazioni ed è un attore di primo piano nelle assicurazioni vita e nei fondi pensione. Un suo eventuale fallimento avrebbe quindi lasciato senza protezione diverse centinaia di miliardi di dollari di partecipazioni finanziarie, rappresentando una catastrofe non solo per i mercati finanziari ma anche per milioni di americani che hanno sceltoAIGper garantirsi un futuro.
Gli effetti sull’economia reale
·La crisi del settore finanziario e il prosciugamento del credito avranno ripercussioni negative anche sull’economia reale. L’aumento del costo del denaro sui mercati interbancari renderà infatti il credito sempre più caro e più difficile da ottenere sia per le famiglie sia per le imprese. Una situazione particolarmente critica soprattutto nei Paesi in cui i mutui a tasso variabile si muovono in funzione dei tassi interbancari, che hanno subito dei forti rialzi. Malgrado lostatu quodei tassi ufficiali, numerose famiglie dovranno quindi pagare di più per rimborsare i loro mutui. Senza contare che i contribuenti dovranno accollarsi anche i costi sostenuti dagli Stati per il salvataggio del settore finanziario. Infine, i movimenti di concentrazione nel settore bancario rischiano di ridurre la concorrenza in questo settore, il che ovviamente andrà a danno dei consumatori.
·Secondo alcuni osservatori, un settore finanziario meno dominante potrebbe rappresentare però un bene per l’economia reale. Negli ultimi anni questo settore, diventato sempre più potente, ha attirato dei capitali che avrebbero potuto invece orientarsi verso l’economia reale. La perdita di credibilità di alcuni strumenti finanziari potrebbe quindi avere, come contropartita, un ritorno dei capitali verso l’economia reale, a tutto vantaggio dell’attività economica e dell’occupazione.
E le banche europee?
·I titoli bancari europei, anche se non sono stati risparmiati dalla crisi, sono stati comunque meno penalizzati di quelli americani . Eccetto delle rare eccezioni come UBS o Credit Suisse, in Europa abbiamo infatti soprattutto banche universali, le cui attività spaziano dalla banca al dettaglio alla gestione di fondi e di patrimoni, passando attraverso le assicurazioni e i consigli alle imprese. Di conseguenza i rischi inerenti all’attività di banca d’investimento vengono, in parte, compensati dalla presenza di attività, innanzitutto la banca al dettaglio, redditizie e poco rischiose. Le prime stime pubblicate dalle banche europee sulla loro esposizione a Lehman Brotherssvelano comunque a volte dei montanti importanti. Le più toccate sembrano Societé Généralecon 476 milioni di euro o anche BNPParibas(400 milioni).
·Come mostrano i loro risultati, negli ultimi trimestri, anche le banche europee sono state costrette a rafforzare la propria struttura finanziaria attraverso aumenti di capitale e/o una vigorosa riduzione della loro esposizione agli attivi a rischio. La loro solvibilità potrebbe tuttavia peggiorare di nuovo se dovessero contabilizzare nuove e importanti svalutazioni. In un tale scenario, potrebbero quindi diventare indispensabili nuovi ricorsi al mercato o potrebbero essere rimessi in questione i dividendi per il 2009 e il 2010. Noi teniamo già conto di quest’ipotesi nelle stime sui risultati delle banche che giudichiamo in una posizione più critica:Bank of America (30,58 USD), UBS (15,95 CHF),Royal Bank of Scotland(161,80 pence),Barclays(301 pence); tutti titoli che ci limitiamo a mantenere.
·I nostri consigli di acquisto si limitano a quelle banche i cui titoli sono stati eccessivamente penalizzati dalla crisi del settore e che versano in una situazione meno difficile delle altre poiché possono contare su un’attività di banca al dettaglio ben sviluppata per compensare le perdite nella banca d’investimento, come BNP Paribas (57,87 euro), Dexia (8,57 euro),ING(16,82 euro),Fortis(6,84 euro) oSantander(9,95 euro). Anche queste azioni, che hanno secondo noi un buon potenziale di ripresa, restano comunque soggette, a breve termine, alla volatilità delle Borse.
·Con l’unica eccezione di Deutsche Bank(53,1 euro), entrata da poco in un processo di riorientamento delle attività rafforzandosi nella banca al dettaglio, restiamo alla larga dalle banche molto attive nella banca d’investimento. In particolare, considerando la loro situazione finanziaria, vi sconsigliamo l’acquisto di banche americane.
·Abbiamo, infine, rivisto i nostri coefficienti di rischio per le banche che si lanciano su prede a rischio, come Bank of America(30,58 USD) suMerrill Lyncho Lloyds TSB (237,5 pence) su HBOS.
Gli assicuratori
Anche i titoli settore assicurativo sono penalizzati dalla crisi. Il calo dei mercati azionari pesa sui loro investimenti, mentre la crisi di fiducia non incentiva i risparmiatori a sottoscrivere nuovi contratti di assicurazioni vita. Inoltre, negli ultimi anni alcuni assicuratori hanno sviluppato un’attività di tipo bancario concedendo prestiti ai loro clienti: se la crisi economica prendesse ancora più ampiezza, potrebbero aumentare i mancati rimborsi dei crediti. Potete comunque continuare ad acquistare Axa (20,33 euro) mentre il consiglio su Prudential (486 pence) passa a mantenere.
6 febbraio 2009
Lehman: accettare o no la proposta di Unicredit?
Una situazione ancora in piena evoluzione
·Era settembre 2008 quando i mercati finanziari sono stati travolti dal dissesto della Lehman Brothers che ha coinvolto anche molti risparmiatori italiani.
·A distanza di qualche mese, è ora di tirare le fila su cosa c’è da fare per cercare di recuperare i capitali “bruciati”. Ve ne abbiamo parlato già la scorsa settimana (vedi la nostra analisi); per maggior comodità, vi riassiumiamo qui di seguito i punti salienti prima di passare a parlare della proposta di Unicredit.
·Punto primo: contattateci. Sul sito di Altroconsumo (www.altroconsumo.it) trovate un questionario che potete compilare per farci sapere quali sono i titoli in vostro possesso; già in molti ci avete risposto, chi non lo avesse fatto è ancora in tempo.
·Punto secondo: far causa alle banche?Se l’intermediario che vi ha venduto i titoli non ha adempiuto a tutti i suoi doveri di correttezza e informazione, il contratto può essere dichiarato nullo: la banca dovrebbe riprendersi i titoli, e voi i vostri soldi. Per verificare se esiste questa possibilità occorre però analizzare il contratto di acquisto e il questionarioMifid(il documento che la banca dovrebbe avervi fatto firmare dopo aver verificato il vostro grado di conoscenza dei mercati finanziari): inviateceli all’indirizzo lehman@altroconsumo.it. Non fatevi comunque troppe illusioni, dai documenti che abbiamo analizzato fino a oggi le possibilità in questo senso sono scarse: molte banche si sono “tutelate” facendovi firmare apposite clausole.
·Punto terzo: rivalersi sulla stessa Lehman. Le società che hanno emesso i titoli in circolazione in Italia sono la capogruppo statunitenseLehman Brothers Holding Ince la controllata olandeseLehman Brothers Treasury Co BV; nella maggior parte dei casi, ibondnati in Olanda sono garantiti anche dalla capogruppo, quindi potete rivalervi su entrambe le società.Lehman Brothers Holding Inc.ha avviato una procedura chiamataChapter 11, che mira a riorganizzare l’attività e a trovare un accordo con i creditori; questa procedura prevede che i creditori della società “si facciano vivi” vantando il proprio credito tramite l’insinuazione al passivo. Per ora, tuttavia, i giudici americani non hanno ancora definito modalità e scadenze. Anche per la società olandese, sottoposta a procedura fallimentare, è presto per conoscere termini e condizioni dell’insinuazione al passivo: sul sitowww.lehmantreasury.compotete però iscrivervi a unamailing listper essere costantemente informati. Basta mandare una e-mail a info.lbtreasurybv@houthoff.itindicando i vostri dati anagrafici, le caratteristiche del titolo, il codice Isin, la banca che vi ha fatto da intermediario...
La proposta di Unicredit: aiutateci a valutarla
·Dopo il crack molte banche si sono lanciate in dichiarazioni rassicuranti sulla volontà di “venire incontro” ai clienti; tra queste Unicredit. Purtroppo, però, le informazioni a nostra disposizione sono ancora poche per valutare la “bontà” dell’offerta.
·Unicredit offre ai sottoscrittori di polizze con “sottostante” Lehman due possibilità: ottenere subito il 50% del premio versato mantenendo la polizza vecchia e quindi la possibilità di rivalersi su Lehman (si può sperare di portare a casa un altro 20-25% tra qualche anno) oppure trasformare la vecchia polizza in una nuova che garantisce, alla scadenza del 2012, il recupero di tutto il premio versato.
·Due alternative che, a prima vista, non sono da scartare: qualche perdita è da mettere in conto, ma in contropartita si evitano le difficoltà e i rischi di un giudizio. Non è però il caso di precipitarsi ad accettare: aspettate e inviateci la documentazione che vi hanno proposto. Potremo così valutare tutti i termini dell’operazione.
·Le incognite ancora aperte sono infatti numerose: ad esempio, l’accettazione della proposta pregiudica la possibilità di far causa alla banca? O ancora: il “premio versato” comprende anche icaricamenti, cioè le spese pagate al momento della sottoscrizione? Considerando che in genere queste spese si aggirano intorno al 5%, non è una questione da poco. Infine, un altro elemento molto importante da valutare sono le eventuali cedole che avete incassato finora: verranno infatti “defalcate” dal capitale che vi verrà ripagato tra tre anni.
·Aiutateci a dissipare questi dubbi: inviateci all’indirizzo lehman@altroconsumo.it le condizioni generali della nuova polizza che vi hanno proposto, il contratto che avevate originariamente sottoscritto, l’eventuale liberatoria che vi hanno chiesto di firmare. Alla luce di queste nuove informazioni potremo confermare (o perché no, smentire) la nostra prima opinione sulla proposta.
Lehman: novità dai tribunali Usa
23 luglio 2009
·Mentre dai tribunali europei ancora non ci sono aggiornamenti, negli Usa la Corte fallimentare che si sta occupando del caso Lehman ha pubblicato importanti novità. Una notizia che riguarda non solo gli obbligazionisti diLehman Brothers Holding Inc, la società Usa, ma anche chi detiene obbligazioni della controllata olandeseLehman Brothers Treasury Co. BVgarantite dalla capogruppo americana.
·Per i creditori di queste due categorie, la Corte ha stabilito le modalità per l’insinuazione al passivo, cioè le procedure da seguire per far valere il proprio credito nei confronti della società e ottenere (almeno in parte) un rimborso. Le scadenze dipendono dal titolo che detenete: per gran parte delle obbligazioni, incluse in una specifica lista, la scadenza entro cui presentare la richiesta è il 2 novembre 2009. Il primo passo da fare, quindi, è verificare se la vostra obbligazione rientra in questa lista: per agevolarvi, trovate l’elenco nel documento qui allegato.
·Se la vostra obbligazione rientra nell’elenco, vi consigliamo per il momento di aspettare: il modulo per presentare la richiesta non è stato ancora pubblicato, inoltre per questi titoli c’è anche la possibilità di presentare una richiesta “collettiva” tramite la banca che ve li ha venduti.
·E se invece la vostra obbligazione non rientra nella lista? I tempi si fanno più stringenti: la richiesta deve essere presentata entro il 22 settembre 2009. Sul sitowww.lehman-docket.com, nella sezioneBar date information and forms, trovate già il modulo e le istruzioni per la compilazione. Chi però detiene titoli inclusi in una seconda lista (denominataMaster List of Securities) può evitare di presentare l’insinuazione al passivo, perché c’è un incaricato (trustee) che se ne occupa per tutti i detentori di un determinato prestito obbligazionario. Il problema è che laMaster List of Securitiespresente sul sito è per ora provvisoria, non sarà definitiva prima del 20 agosto. Per questo, vi consigliamo di cominciare a predisporre i documenti (il modulo che trovate sul sito e le contabili bancarie che comprovano il vostro acquisto), ma di aspettare fino al 20 agosto prima di inviarli alla Corte. Vi terremo informati sull’evolversi della vicenda.
2 gennaio 2013
Lehman: ultime ore per chiedere il rimborso
Insinuazione al passivo fino al 25 gennaio 2013
Se hai in mano obbligazioni emesse dalla Lehman Brothers Treasury Co. BV hai ancora qualche giorno per cercare di recuperare parte del tuo denaro. La scadenza per l'insinuazione al passivo, necessaria per sperare nel rimborso, scade, infatti, il 25 gennaio 2013. Se ancora non hai fatto nulla, contatta al più presto la tua banca per la compilazione dei moduli necessari. Saranno infatti le banche a fare la richiesta di insinuazione collettiva per conto tuo di tutti gli altri clienti.