Crack Parmalat: arrivano ancora altri soldi!
Data di pubblicazione 25 marzo 2011
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Ubs, Deutsche Bank e Morgan Stanley pagheranno circa 4 milioni di euro al gruppo di risparmiatori Altroconsumo- Deminor. Ecco ciò che dovete sapere per poter incassare la vostra parte.
Ubs, Deutsche Bank e Morgan Stanley pagheranno circa 4 milioni di euro al gruppo di risparmiatori Altroconsumo- Deminor. Ecco ciò che dovete sapere per poter incassare la vostra parte.
· Abbiamo raggiunto un accordo con tre banche coinvolte nel crack Parmalat: Ubs, Deutsche Bank e Morgan Stanley che si sono dette disposte a pagare fino al 10% del valore nominale delle obbligazioni e dell’investimento in azioni Parmalat acquistate dai risparmiatori che hanno scelto Altroconsumo e Deminor per seguire il loro contenzioso coi responsabili del crack Parmalat. Questo accordo non chiude il contenzioso né con altre banche (Bank of America, Citigroup, Banca Intesa, Credit Suisse, etc.) coinvolte nel crack Parmalat né coi revisori, ancora in corso.
· L'accordo prevede che chi ha acquistato azioni Parmalat fino all'11 novembre 2003 incluso ottenga il riconoscimento del 10% dell´investimento effettuato per l’acquisto delle azioni; nessun risarcimento sarà riconosciuto per le azioni acquistate dopo l’11 novembre 2003. Analogamente gli obbligazionisti che hanno acquistato titoli Parmalat fino all'11 novembre 2003 incluso avranno diritto al 10% del valore nominale dei bond in loro possesso. Per acquisti successivi all'11 novembre, ma effettuati entro il 4 dicembre 2003 incluso è altresì previsto un rimborso, ma del 5% del valore nominale dei bond. Nessun risarcimento sarà riconosciuto per le obbligazioni acquistate dopo il 4 dicembre 2003. L'accordo non riguarda in nessun modo titoli (azioni o obbligazioni) vendute prima del 24 dicembre 2003.
· Perché le date dell'11 novembre 2003 e del 4 dicembre 2003? Il motivo sta nel fatto che prima dell'11 novembre 2003 non vi è stata nessuna avvisaglia del crack Parmalat e che quindi era più difficile prevedere una simile situazione. Dopo l'11 novembre 2003 e ancor più dopo il 4 dicembre 2003 erano iniziate a uscire notizie negative sul gruppo lattiero di Collecchio.
· Chi ha acquistato azioni o obbligazioni Parmalat solo dopo le date che abbiamo indicato o le ha vendute tutte prima del 24 dicembre 2003 non si deve preoccupare: l'accordo non lo riguarda, ma porteremo comunque avanti la causa in tribunale per tutti i risparmiatori che si trovano in queste condizioni. Il vantaggio dell'adesione a questo accordo è che si inizia a portare a casa dei soldi.
· Quanti? Dipende dai casi. Prendiamo ad esempio un investitore che avesse acquistato 10 mila euro nominali del bond Parmalat Finance Corp. Bv, ISIN XS0106583577, 07/02/2005, 6,250% a un prezzo di 95 prima dell'11 novembre 2003. Riceverebbe da Ubs, Deutsche Bank e Morgan Stanley 1.000 euro (cioè il 10% di 10.000 euro di valore nominale). Attenzione, l'incasso sarà inferiore perché occorre tirare via la cosiddetta success fee dovuta a Deminor (e che comprende anche quanto spettante agli avvocati).
· L'accettazione di questa transazione comporta l'impegno a non far più causa a Ubs, Deutsche Bank e Morgan Stanley per il crack Parmalat, ma mantiene intatta la possibilità di far causa alle altre banche e ai revisori, cosa che Altroconsumo e Deminor intendono fare. L'unico limite di questo accordo, è che Ubs, Deutsche Bank e Morgan Stanley pagheranno solo nel caso in cui l’accordo sarà accettato da almeno il 75% degli interessati (intesi non come singole teste, ma come somme di risarcimento richiesto complessivamente portate in giudizio). È una clausola normale, perché chi fa la transazione è spinto a pagare una somma di denaro per evitare ulteriori guai giudiziari in futuro ed è maggiormente incentivato a farlo quanti più guai evita.
Che cosa bisogna fare per aderire all'accordo?
· Stiamo già contattando telefonicamente tutti gli interessati e manderemo loro alcuni documenti con un modulo da compilare per l'adesione. Visto che occorre contattare anche alcune migliaia di risparmiatori ci vorranno alcune settimane.
· Per qualsiasi dubbio è comunque possibile contattarci al link http://www.altroconsumo.it/consulenza-parmalat.
La causa ai revisori
· Un'altra causa che intanto è andata avanti è quella intentata ai revisori (Deloitte & Touche e Italaudit). Eravamo già a buon punto, purtroppo, però, il giudice ha rigettato la nostra causa per alcuni cavilli di tipo procedurale, cioè senza neppure entrare nel merito dei contenuti! Uno dei motivi per cui la causa non è potuta andare avanti è quello relativo al fatto che nella vecchia procura non era contenuto il nome di Dianthus (nata dalla trasformazione della vecchia Deloitte & Touche S.p.A., vecchio revisore di Parmalat). Da qui nasce la richiesta che alcuni riceveranno, di farci avere la nuova procura, nella quale è riportato anche il nome di Dianthus.
· Anche se questa decisione del giudice ha comportato una battuta d'arresto, i nostri avvocati sono pronti a ripartire e a riproporre la causa per quei risparmiatori che abbiano provveduto ad inviare la nuova procura. Questa battuta d'arresto ha comportato anche la richiesta di pagamento dei cosiddetti "costi di soccombenza" da parte degli attori per circa 30 mila euro che Altroconsumo e Deminor si accolleranno in questa occasione. Queste spese sono però una dimostrazione di quanto non manchino i rischi di intervenire in una causa e del perché sia una strategia efficiente cercare, laddove possibile ed equo per i risparmiatori, di giungere ad accordi transattivi come quello appena raggiunto con Ubs, Deutsche Bank e Morgan Stanley.