Le novità sul Fisco degli investimenti
Investimenti e fisco
Investimenti e fisco
Nelle bozze della legge di bilancio (o “finanziaria” come si diceva un tempo; è uno degli atti più importanti per il nostro Paese) è confermata l’esclusione degli investimenti in titoli di Stato – e di prodotti postali assimilabili – ai fini del calcolo dell’ISEE (permette l’accesso a una serie di incentivi, bonus… ai meno abbienti) sebbene, rispetto a quanto da noi commentato sul n° 1530, si preveda ora un tetto massimo di 50.000 euro di BTp. Per il resto sui 91 articoli attualmente previsti dalla manovra, quelli che toccano gli investimenti sono ridotti al lumicino. Le novità sostanziali sono due. Prima: viene rinnovata la possibilità di rivalutazione degli investimenti in azioni già prevista nella legge di bilancio dello scorso anno. In pratica è possibile assumere come costo di carico fiscale i valori medi a dicembre 2023, pagando su tali valori un’aliquota del 16% (invece del 26% normalmente previsto sulle plusvalenze azionarie). Non è rinnovata, invece, la norma sull’affrancamento sulle quote di fondi comuni ed Etf prevista l’anno scorso. Seconda: il valore del bollo sulle attività detenute all’estero (il cosiddetto Ivafe) passa dallo 0,2% allo 0,4%. Entrambe le norme, però, ti toccano poco o niente. La prima, infatti, è una possibilità a cui può valere la pena aderire solo in caso di enorme apprezzamento del valore delle azioni (più che raddoppiate) e comunque comporta il rischio di anticipare il pagamento di tasse che non è detto che dovrai effettivamente pagare. Si tratta, dunque, di un’opzione che generalmente sconsigliamo. La seconda, invece, si applica solo alle attività detenute all’estero in Paesi “paradisi fiscali”, presso cui già non dovresti detenere attività – se invece usi un broker britannico, l’aliquota resta lo 0,2%. Ricordiamo comunque che si sta parlando di bozze: l’iter parlamentare potrebbe portare a modifiche o stralci delle proposte. Continueremo a seguire la discussione e te ne daremo conto.
Per una valutazione sull’impatto che potrebbe avere la rimozione totale dei titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE, vedi www.altroconsumo.it/soldi/imposte-e-tasse/news/btp-fuori-da-isee.
Per maggiori informazioni su come funziona il meccanismo della rivalutazione azionaria e per conoscere quando potrebbe convenire, vedi www.altroconsumo.it/investi/fiscale-e-legale/investimenti-e-fisco/analisi/2023/06/come-tagliare-le-tasse-sulle-azioni.
Il DDL capitali
In questi giorni è in approvazione anche il cosiddetto “DDL capitali”: un impianto di norme volto a rendere più attrattivo il mercato dei capitali italiani. Si va da norme per semplificare la quotazione in Borsa, a quelle per rendere più semplici gli aumenti di capitale; da quelle per sostenere l’educazione finanziaria nelle scuole, a quelle per riformare il funzionamento delle assemblee delle società quotate. Non ci sono impatti diretti per te, ma, per esempio, la possibilità che il peso di azionisti di lungo corso possa aumentare nelle decisioni aziendali potrebbe avere conseguenze (d’accelerazione o frenata, a seconda dei casi) sulla conclusione di operazioni straordinarie (fusioni, cessioni…) e riflettersi, di conseguenza, sull’andamento delle azioni della società interessata in Borsa.
Le novità della legge delega fiscale
Al netto della questione relativa all’ISEE, più che dalla legge di bilancio, le novità di peso per gli investimenti potrebbero arrivare dall’attuazione della legge delega fiscale già approvata ad agosto. In particolare, quest’ultima prevede che si arrivi all’abolizione della attuale distinzione tra “redditi di capitale” (i dividendi, i guadagni sulle quote di fondi comuni ed Etf…) e “redditi diversi” (le plusvalenze e minusvalenze azionarie, sui certificate…), per introdurre un’unica categoria di “redditi finanziari”. Significa che finalmente si potranno compensare, per esempio, le minusvalenze ottenute sui fondi comuni con le plusvalenze su altri fondi (cosa attualmente impossibile). In pratica, secondo i principi della legge delega, alla fine di ogni anno si farà la somma algebrica tra tutti i guadagni e le perdite di natura finanziaria e si pagheranno le tasse solo sulla differenza positiva – se ci saranno minusvalenze eccedenti saranno riportabili e utilizzabili negli anni successivi per altri 4 anni. Bellissimo? Sì, è una riforma necessaria che invochiamo da tempo. Per ora, però, si tratta solo di principi che dovranno ispirare le effettive leggi che dovrebbero essere prodotte nel termine massimo di 24 mesi dall’agosto del 2023. Le novità, dunque, potrebbero arrivare solo dopo il 2025. Noi vigileremo. Per maggiori dettagli sugli altri principi presenti nella legge delega vedi www.altroconsumo.it/investi/fiscale-e-legale/investimenti-e-fisco/ultime-notizie/2023/08/legge-delga-fiscale-investimenti-redditi-finanziari.