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Obblighi fiscali con piattaforme estere
un anno fa - venerdì 28 gennaio 2022Cominciamo dalla premessa essenziale: le banche/piattaforme di trading italiane (da Fineco a Directa, ma sono incluse anche tutte le banche che offrono servizi di trading) fanno tutte da sostituto d’imposta. Significa che se scegli il regime amministrato saranno loro a curare per te tutti gli aspetti fiscali legati agli investimenti: dal pagamento del bollo sui titoli fino al pagamento delle tasse sui dividendi/cedole, passando per la gestione di minusvalenze e plusvalenze. Salvo rarissimi casi (vedi l’investimento in Etf non armonizzati) anche se compri azioni estere non dovrai preoccuparti di inserire niente in dichiarazione: farà la tua banca tutto per te e ti addebiterà/accrediterà quanto dovuto per stare in regola con il Fisco. Le piattaforme di trading che in questi giorni ti stanno ingolosendo con offerte a commissioni 0 – abbiamo visto Degiro, ma anche eToro da qualche tempo ha lanciato una politica del genere – sono, però, tutte estere e non ti fanno da sostituto d’imposta. Significa che tutte quelle incombenze fiscali te le devi gestire tu: e sia chiaro, dovrai farlo anche se di solito compili solo il 730 – dovrai infatti allegare i quadri necessari del modello Redditi e anche il frontespizio dello stesso al tuo 730. Sono diversi passaggi che devi effettuare e diversi quadri che potresti dover completare.
Il quadro RW: valore investimenti all’estero e bolli
Cominciamo dal quadro RW che serve a dichiarare quanto hai sul conto estero. Le regole sono molto complesse, te le schematizziamo in questo modo, partendo dal caso in cui tu abbia solo liquidità (no investimenti in titoli) sul conto estero. Se durante l’anno la media dei soldi sul conto è stata inferiore a 5.000 euro e, nemmeno per un giorno, hai avuto più di 15.000 euro sul conto, allora non sei tenuto a compilare il quadro RW. Se, invece, nel corso dell’anno la giacenza media sul conto ha superato i 5.000 euro devi comunque presentare il quadro RW perché dovrai pagare l’Ivafe su soldi lasciati sul conto: sono gli stessi 34,2 euro l’anno che pagano tutti i residenti italiani con un conto corrente italiano che supera la giacenza media di 5.000 nell’anno. Se la media del conto è sotto i 5.000 euro, ma nell’anno anche solo per un giorno hai avuto sul conto più di 15.000 euro, devi comunque compilare il quadro RW, ma non dovrai pagare i 34,2 euro di bollo. E se ho anche investimenti in azioni, obbligazioni…? Gli strumenti finanziari vanno comunque sempre dichiarati nel quadro RW, anche perché devi pagare l’Ivafe sul conto titoli: è lo 0,2% del valore di tali strumenti a fine anno – anche in questo caso simile al bollo sul deposito titoli che pagano i residenti italiani che operano con una banca italiana. Se, quindi, ha 3.000 investiti in titoli alla fine dell’anno devi comunque compilare il quadro RW perché devi pagare 6 euro di Ivafe. Ovviamente se hai più di 5.000 euro sul conto e investimenti in titoli devi pagare le due tasse. E fai bene attenzione che non ci sono sconti se chiudi il conto nel corso dell’anno: dovrai pagare le tasse dovute rapportate ai giorni di detenzione del conto e degli investimenti – come accade per i conti italiani.
Con le banche italiane puoi anche scegliere il regime dichiarativo: dovrai farti tutti i conti per conto tuo. Un vantaggio è che non devi necessariamente vendere prima gli investimenti in perdita per compensare quelli in attivo. Per approfondire vai su https://www.altroconsumo.it/finanza/fiscale-e-legale/investimenti-e-fisco/dossier/minusvalenze.
Il quadro RT: plusvalenze
L’altro modulo da compilare è il quadro RT: va fatto se nel corso dell’anno, come verosimile, avrai venduto pacchetti di azioni o altri strumenti finanziari già acquistati in precedenza. In questo caso, come accade con le banche italiane, avrai ottenuto delle plusvalenze o delle minusvalenze. Questo è il quadro dove dichiararle. La plusvalenza si calcola sempre come differenza tra quanto incassato (al netto dunque di eventuali commissioni di compravendita) e quanto speso per un investimento azionario (comprensivo, quindi, di eventuali commissioni). Le aliquote sono le stesse che si applicano in Italia: per le azioni, per esempio, è sempre il 26% (e vanno, quindi, riportate nella sezione II del quadro RT).
Per la fiscalità degli Etf non armonizzati vedi il nostro ampio report: www.altroconsumo.it/finanza/fiscale-e-legale/investimenti-e-fisco/analisi/2019/11/il-fisco-degli-etf.
Il quadro RM: dividendi, cedole e interessi
L’altro modulo che verosimilmente dovrai compilare è il quadro RM: alla sezione V devi, infatti, indicare le tasse da pagare sugli eventuali dividendi percepiti dalle azioni su cui ha investito, sulle eventuali cedole delle obbligazioni acquistate, ma anche gli eventuali interessi che vengono pagati sui soldi lasciati in giacenza sul conto e non investiti in strumenti finanziari. Le aliquote sono le stesse che si applicano in Italia (in generale il 26% salvo le dovute eccezioni al 12,5% per le cedole dei titoli di Stato).
Tutti i valori che inserisci in dichiarazione devono essere in euro, ma tu potresti avere diversi investimenti in valute estere. Non puoi usare dei cambi a caso, ma per il quadro RW devi usare solo quelli ufficiali pubblicati con provvedimento del direttore dell’Agenzia dell’entrate: pubblica quelli medi per ogni mese e siccome, salvo chiusure a metà anno del conto, riporti nel quadro RW i valori alla fine dell’anno devi prendere quelli di dicembre.
Per i titoli di Stato la tassazione delle plusvalenze è al 12,5% e dovrai usare la Sezione I dello stesso quadro RT per dichiararli – occhio, l’aliquota della sezione è al 20%, quindi dovrai inserire la plusvalenza al 62,5% del suo valore e poi applicare il 20%.
Per plusvalenze e dividendi nel quadro RM si usano i cambi alla vendita/percezione: puoi usare quelli di Banca d’Italia.
Un aiuto concreto
Ti sta girando la testa? In effetti non è così semplice, soprattutto perché dovrai tenere conto dei vari movimenti nel corso dell’anno. Ricorda: il fatto di effettuare gli investimenti tramite un conto estero, non ti esime da tutti gli obblighi e da tutte le tasse che dovresti pagare facendo le stesse operazioni con un conto italiano, solo che con le piattaforme estere i conti devi farteli tu. Per evitare errori, comincia a mettere in conto di rivolgerti a un bravo commercialista. Noi ti aiutiamo in due modi: in primo luogo, in generale per i tuoi dubbi di natura fiscale puoi telefonarci allo 02/6961570 dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18. In secondo luogo, se hai bisogno di assistenza nella compilazione del modello Redditi puoi avvalerti della convenzione che abbiamo siglato con Assocaaf – anche se presenti solo il 730, con Assocaaf puoi presentare i quadri aggiuntivi RM, RT e RW.
Puoi conoscere maggiori dettagli della nostra convenzione con Assocaaf digitando www.altroconsumo.it/vantaggi-extra/banche-e-assicurazioni/servizi-assocaaf.