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Cedere il superbonus alla banca: tutto quello che devi sapere

Ecobonus

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Data di pubblicazione 18 settembre 2020
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Cominciano ad arrivare le offerte delle banche per anticiparti già oggi il credito d'imposta del “superbonus” del 110% che dovresti recuperare in cinque anni. Ma il tempo è denaro: per avere i tuoi soldi oggi, devi rinunciare a una “fetta” di quanto ti spetta con il bonus. In ogni caso, al di là dei costi, è un buon modo per fare una scelta “green” senza sborsare nulla, o quasi. E questo è certamente un bene.

Cinque anni son lunghi…

Hai deciso di affrontare i lavori per rendere la tua casa più “ecosostenibile” o più sicura in base ai criteri antisismici. Bene. Non ti sei fatto spaventare dalle decine di documenti - dall’inizio alla fine dei lavori, quasi una quarantina da presentare alla agenzia delle entrate ma non solo e per i quali dovrai probabilmente farti aiutare anche da liberi professionisti - necessari per aver diritto al “superbonus” del 110%. Bene. Ma dopo tutto questo… non vuoi aspettare cinque anni per incassare il bonus e recuperare le spese sostenute da luglio 2020 al 31 dicembre 2021.

La legge ti dà, in questo caso, due possibilità trasformando la tua detrazione fiscale in credito d’imposta cedibile. La prima è di cedere il proprio credito d’imposta all’impresa stessa che ha eseguito i lavori mediante uno sconto in fattura.  La seconda è quella di cedere il tuo credito a un soggetto terzo, per esempio una banca. Quanto ti costa quest’ultima strada? 

 

Superbonus, cos’è

Il “superbonus”, è il pacchetto di incentivi fiscali previsti dal Decreto rilancio, la normativa di riferimento in materia. Le agevolazioni fiscali previste dal decreto rilancio, convertito in legge a luglio, ti permettono di recuperare, sotto forma di crediti d'imposta, le spese per lavori edilizi legati all’isolamento termico, alla sostituzione degli impianti di riscaldamento o a interventi di riduzione del rischio sismico – te ne abbiamo parlato qui https://www.altroconsumo.it/finanza/fiscale-e-legale/investimenti-e-fisco/analisi/2020/05/lo-stato-ti-regala-il-fotovoltaico. Funziona così: se per esempio spendi 10.000 euro per questi lavori, e rispetti tutti i requisiti e la documentazione richiesta, nei cinque anni successivi puoi detrarre dalle tasse 2.200 euro l’anno (quindi in totale recuperi 11.000 euro, il 110% di quanto hai speso).

 

Due diverse opzioni

Nelle ultime settimane molte banche si stanno attivando per offrire ai propri clienti questo percorso previsto dalle normative, anche se per ora sono ancora relativamente poche quelle che hanno messo nero su bianco le condizioni. L’elemento in comune un po’ a tutte le banche è che l’offerta è, in realtà, duplice.

Da un lato, c’è la “sola” cessione del credito d’imposta, dall’altro lato invece la cessione del credito d’imposta è affiancato da un prestito vero e proprio.

 

Per chi semplicemente non vuole aspettare…

Nel primo caso, tu sostieni di tasca tua le spese dei lavori (la banca, quindi, non ti anticipa nulla). Poi, una volta maturato il credito d'imposta (alla fine dei lavori ma anche in una fase intermedia, vedi qui a lato) lo cedi alla banca, che te lo paga subito, sì, ma con uno “sconto”. È una possibilità che ti può venire utile se, per esempio, prevedi altre spese nei prossimi anni e vuoi recuperare il prima possibile il tuo denaro; oppure, percepisci esclusivamente redditi a tassazione separata, come la cedolare secca, e non hai quindi la possibilità di recuperare le detrazioni dall’Irpef. Se scegli questa strada sarà la banca, poi, a incassare il credito d'imposta nei cinque anni successivi; il suo guadagno, quindi, è la differenza tra quanto oggi paga a te e quanto, invece, incasserà nei successivi 5 anni.

Tra le prime a fare offerte concrete in questa direzione ci sono i colossi del settore, Intesa Sanpaolo e Unicredit. Le condizioni offerte dalle due banche a privati e condomìni sono le stesse: ti pagano 102 euro ogni 110 euro di credito fiscale (l’offerta di Intesa è valida fino al 31 dicembre 2021, mentre quella di Unicredit è valida solo fino al 30 settembre 2020, in seguito le condizioni potrebbero cambiare). Facendo un esempio: se spendi 100.000 euro per i lavori, ne dovresti recuperare 110.000 nei 5 anni successivi (22.000 euro l’anno).

Se cedi subito il credito alla banca, ottieni invece 102.000 euro. Detto in altre parole: se cedi il credito d'imposta è come se rinunciassi a investire in un bond quinquennale, che paghi 100 e ti restituisce 110 in cinque anni, con un rendimento che va dal 2,8% al 3,9% annuo a seconda del mese in cui effettui i lavori, e in cambio ottieni un guadagno una tantum del 2% (102.000 euro al posto dei 100.000 euro pagati per i lavori). Per la banca, ovviamente, è l’opposto: pagandoti 102.000 euro subito e incassando 110.000 euro negli anni successivi, è la banca a investire in una sorta di bond quinquennale. E lo fa senza nessun rischio sulla tua affidabilità, dato che sarà lo Stato, e non tu, a ripagare questo “bond”.

Un’altra banca che ti paga 102 euro ogni 110 euro di credito è BPER, mentre Carige offre un prezzo leggermente più generoso rispetto ai due big: 102,5 euro ogni 110 euro di credito. Ma non ci sono solo le banche: anche Generali si è allineata per i propri clienti all’offerta dei due colossi bancari (102 euro ogni 110 di credito, offerta valida fino a fine 2020). Infine, anche le Poste hanno annunciato un’offerta per i propri clienti, ma le condizioni economiche non sono ancora, in questo momento, note.

 

…e per chi ha bisogno di contanti

La seconda strada offerta dalle banche è un’alternativa per chi, oltre a non voler aspettare i 5 anni, non può (o non vuole) usare la liquidità per pagare i lavori di tasca propria. In questo caso, le banche offrono dei finanziamenti, per cui ti anticipano le somme necessarie man mano che l’impresa che effettua i lavori ti presenta la fattura. Come per ogni prestito, tuttavia, dovrai pagare degli interessi e ci sono delle spese accessorie.

Prendiamo per esempio le condizioni pubblicate da Intesa Sanpaolo: durante il periodo di “utilizzo” del prestito pagherai rate mensili di interessi al tasso del 2,50% annuo, a cui devi aggiungere le spese di istruttoria (1% dell’importo finanziato), spese di bollo (16 euro), spese di incasso rata (2 euro ogni volta), spese per le comunicazioni cartacee (0,70 alla volta)… Alla fine il prestito sarà ripagato cedendo alla banca il tuo credito fiscale (valutato anche in questo caso 102 euro ogni 110 di credito), quindi non dovresti avere il problema di ripagare il tuo debito.

Ma può capitare che qualcosa vada storto, ad esempio perché, alla fine, non tutti i lavori risultano avere i requisiti per il bonus. In questo caso, dovrai ripagare in contanti il debito residuo, oppure prolungare il prestito per ripagarlo poco alla volta, ma con un tasso di interesse aumentato al 5,35% annuo. Morale, il costo complessivo dipende dalla tempistica dei pagamenti, ma può essere tutt’altro che indifferente: la stessa banca, in una simulazione pubblicata nel foglio informativo, indica un TAEG (il costo “tutto incluso”) del 5,621%.

Anche Unicredit offre qualcosa di simile, nella forma di “credito per anticipo contratti”: in pratica, un conto corrente a termine (massimo 18 mesi) su cui transiteranno esclusivamente i flussi in entrata e in uscita relativi a questa iniziativa. Il costo per interessi? Il 2,75% annuo (TAEG 2,79%) se sei una persona fisica, ma ben il 6,40% (TAEG 6,57%) per i condomìni. BPER offre un finanziamento della durata massima di 18 mesi, mentre Carige fa per lo più riferimento a prodotti analoghi (come le anticipazioni su conti correnti) già in vigore.  

 

Al di là dei costi…

Per una volta, visto l’argomento, val la pena aggiungere un ulteriore elemento, anche se non strettamente “finanziario”. È vero, come ti abbiamo detto l’intervento delle banche non è a costo zero – le banche, d’altronde, fanno il loro mestiere – ma è comunque un buon modo per dare una svolta green alla tua casa, senza dover sborsare quattrini o comunque con spese molto più limitate rispetto al reale costo dei lavori. E non è cosa da poco.

Il credito d’imposta matura in genere alla conclusione di tutte le spese, presentando i documenti di fine lavori. Ma se si tratta di cifre consistenti, e magari i lavori si protraggono per diversi mesi, puoi far maturare il credito anche in due tappe intermedie, con una dichiarazione di “stato avanzamento lavori” (SAL) che attesti il completamento di almeno il 30% (per la prima tranche) e il 60% (per la seconda tranche).

 

I rendimenti indicati a lato sono calcolati col “tasso interno di rendimento”, la metodologia internazionalmente riconosciuta per il calcolo dei rendimenti dei bond (e che anche noi utilizziamo). Poiché questa metodologia sconta ad oggi tutti i flussi di cassa futuri, il mese in cui paghi i lavori cambia il risultato finale del calcolo.

 

E le altre banche?

I colossi del settore si sono mossi per primi, ma le altre banche staranno a guardare. In molte han già annunciato l’arrivo di offerte: Banco Bpm, Mps, Bnl, Crédit Agricole, Credem... Per ora non ci sono “numeri” puntuali, ma arriveranno a breve. Saranno meglio o peggio delle offerte già lanciate? Non possiamo saperlo, ma non ci aspettiamo grandi scostamenti.

 

Non c’è solo il superbonus

Lo stesso meccanismo della cessione del credito fiscale può essere applicato anche ad altri tipi di bonus fiscali legati all’edilizia (ecobonus, bonus facciate…). Le offerte delle banche, però, in questo caso sono diverse, e meno generose. Intesa, per esempio, offre di darti subito il 90,91% del bonus se questo è recuperabile in 5 anni, e l’80% del bonus se questo è recuperabile in 10 anni. Unicredit, invece, offre 78 euro per 100 euro di credito ceduto.