La tassa patrimoniale esiste già
Ricordiamo il famoso prelievo varato dal governo di Giuliano Amato in una notte di mezza estate del lontano 1992 quando fu prelevato lo 0,6% dai conti correnti degli italiani e le tasse patrimoniali che già ci sono. Tu, che investi abitualmente, dovresti conoscerne bene almeno una: il bollo sul dossier titoli, pari allo 0,2% del valore degli strumenti finanziari che hai in portafoglio. Non mancano gli importi fissi (pensa al bollo sul conto corrente, pari a 34,2 euro fissi che paghi se la giacenza media sul tuo conto nell’anno supera i 5.000 euro). Come dimenticare il bollo auto, le tasse sugli immobili come l’Imu sulle seconde case…
Cosa tasserà la futura patrimoniale
Una tassa patrimoniale potrebbe colpire né più, né meno, queste stesse categorie di beni. O alzando i balzelli preesistenti (per esempio un aumento del bollo), o togliendo delle esenzioni su balzelli preesistenti (per esempio togliere l’esenzione dall’Imu sulla prima casa). E questo sia in via provvisoria (una forte tantum, tipo lo 0,6% di Amato), sia in via permanente (ad esempio l’Imu sulla prima casa resta per sempre con la scusa che così si fa in Europa). Potrebbe avvenire all’improvviso (come il prelievo forzoso del 1992, attuato dal Governo Giuliano Amato nel giro di una notte) o essere preannunciata per tempo. Il primo caso è più probabile con beni che possono essere “fatti sparire” come i soldi sul conto corrente, il secondo caso è più probabile con beni che comunque siano non smobilizzi facilmente (la casa).
Strumenti liquidi a rischio razzia
Possiamo solo supporre che, più uno strumento è liquido, e più sarà facile metterci le mani sopra con rapidità. Seguendo questa logica conti correnti e anche conti deposito sono i candidati ideali a un bel prelievo forzoso attuato da una nuova tassa patrimoniale. In passato, era possibile aprire un conto corrente in Svizzera, per esempio, per sottrarre il denaro al fisco italiano. Oggi, date le limitazioni alla mobilità generale, questa soluzione è di fatto impraticabile. E comunque se sfuggi al prelievo forzoso di una notte, non è detto che sfuggi all’obbligo di versare poi un superbollo (sui conti esteri il bollo si paga già, solo che lo fai in sede di dichiarazione dei redditi). Una soluzione di buon senso resta comunque quella di non tenere troppa liquidità sul conto – facendo così, magari, eviti di pagarci il bollo.
Sù le tasse su dividendi, conto titoli e casa!
Oltre all’ipotesi già vista di un ritocco all’insù del bollo sul deposito titoli lo Stato potrebbe pensare di aumentare la tassazione su cedole e dividendi – oggi per entrambi è il 26%, eccetto che per i titoli di Stato e quelli emessi da enti sovranazionali, ferma al 12,5%. C’è da dire che una maggiore tassazione sui titoli non darebbe frutti immediati, perché occorrerebbe attendere lo stacco per avere il denaro. Attento, non ti stiamo suggerendo di vendere i tuoi investimenti in blocco, magari in perdita, per evitare la patrimoniale: così facendo potresti addirittura perdere più di quanto pagheresti di patrimoniale. Stesso problema (la non immediatezza del gettito) varrebbe per l’Imu che già si paga sulle seconde case e sugli immobili classificati come “di lusso”, c’è da dire che sia un aumento dell’aliquota vigente, sia una estensione alla prima casa sarebbe facile da fare, anche perché le informazioni per farlo lo Stato le ha già.
Eredità, addio…
Da noi le eredità non sono tassate, se al disotto di una certa soglia. In questo caso l’aumento del prelievo fiscale potrebbe riguardare sia la percentuale applicata per tassare l’eredità (più alta), sia la soglia di esenzione dal pagamento (più bassa). Anche qui niente effetto immediato per le casse dello Stato, e niente gettiti da capogiro ma è una tassa popolare perché “punisce i ricchi”.
Come sfuggire dalla tassa patrimoniale?
Molto dipende dalla maniera in cui sarà scritta la normativa, da quello che salterà in testa al legislatore. Prendiamo il caso di un conto all’estero, come abbiamo visto sopra, non è aggredibile da un prelievo forzoso fatto nottetempo, ma nulla esclude che il governo possa comunque chiederti dei soldi successivamente al momento della dichiarazione dei redditi. Ovviamente sfuggirebbe a una patrimoniale tutto ciò che lo Stato non sa che hai, come gioielli, quadri e francobolli (l’oro monetato in parte, visto che comunque sono transazioni registrate). Ma si tratta in ogni caso di pessime forme di investimento dal valore che fa su e giù, magari soggetti a Iva (i gioielli) e comunque a rischio di furto (gioielli, monete…) se li tieni in casa. Sono toppe peggiori del buco che vanno a tappare.
Possiamo immaginare più al sicuro (ma non è certo) da una tassa patrimoniale quei prodotti in cui i soldi non sono nell’immediata disponibilità del cittadino, pensiamo in particolar modo alla previdenza complementare. Lì, tra l’altro, al momento c’è una tendenza a tenere una tassazione di favore perché è proprio lo strumento con cui lo Stato cercherà un domani di abbattere le sue spese (se hai una previdenza complementare non avrai bisogno di una pensione sociale o di qualche integrazione previdenziale). Certo, non sono escluse di principio nazionalizzazioni dei fondi pensione per incassare i soldi (poi la pensione diventava pubblica), ma in genere si tratta di una extrema ratio in casi di crisi nera.