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Nuove regole

Data di pubblicazione  03 gennaio 2011
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Il 2011 non sarà facile. I Governi dei Paesi industrializzati dovranno agire su tasse e tagli alla spesa per raddrizzare i bilanci: manovre che rischiano di pesare su crescita economica e conti societari. Le aziende, però, pur in questo contesto, possono fare qualcosa per dare soddisfazione agli azionisti: adottare un buon sistema di corporate governance. Ma va là, viene da pensare, con i problemi che ci sono… e invece l’adozione di buone regole per dirigere l’attività può far la differenza in Borsa. Lo dimostra uno studio del 2003 di alcuni ricercatori dell’università di Harvard condotto su 1.500 società Usa. Quelle con la migliore corporate governance, negli anni ’90, hanno guadagnato in media il 23,3% annuo contro il 14% di quelle con la corporate governance peggiore. Nel 2009 altri tre ricercatori della stessa università sono tornati sullo studio, non solo giungendo a conclusioni simili, ma dimostrando come, in particolare, siano le regole che restringono il potere degli azionisti (limitazione del diritto di voto, maggioranze troppo elevate per la modifica degli statuti…) a fare la differenza. Noi concordiamo e l’attenzione ai diritti dei piccoli azionisti è uno degli elementi centrali della nostra analisi sulla corporate governance di circa 350 società italiane e estere. I risultati non sono esaltanti: meno del 40% ottiene un voto sufficiente. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, però, si potrebbe dire che quanto meno ci sono ampi margini di miglioramento. Una piccola speranza con cui vogliamo aprire il primo numero di quest’anno.

CORPORATE GOVERNANCE DA MIGLIORARE
La nostra analisi sulla corporate governance di 350 società mostra che il 62% ottiene un voto inferiore alla sufficienza. È nell’interesse degli azionisti che le cose migliorino.