Buchi e toppe
Data di pubblicazione 18 febbraio 2011
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Stanno finalmente arrivando i soldi della class action Usa: il sacco con dentro tutto il denaro, però, doveva avere difetti di fabbricazione perché è pieno di buchi e molto si perde per strada.
Stanno finalmente arrivando i soldi della class action Usa: il sacco con dentro tutto il denaro, però, doveva avere difetti di fabbricazione perché è pieno di buchi e molto si perde per strada. L'incasso totale della class action è stato di 83 milioni di dollari (circa 61 milioni di euro). Sarebbe potuto essere un po' di più se quelli della class action non fossero stati così sfortunati da vendere i 10,5 milioni di azioni Parmalat ricevute come risarcimento quando erano ancora su quotazioni basse. Vabbé, comunque sono 83 milioni, direte voi. Vero, però non abbiamo ancora considerato i buchi nel sacco. In primo luogo ci sono state le spese della macchina giudiziaria che, tra avvocati e pratiche amministrative, si è portata via poco meno di 20 milioni. I circa 63 milioni di dollari rimasti sono stati spezzettati tra una miriade di risparmiatori (21.000 sono le richieste di risarcimento che sono state accettate) e spediti in assegni (di misero taglio) qua e là per mondo. Purtroppo, però, quelli della class action conoscevano probabilmente solo le banche della via sotto casa, per cui gli assegni sono tutti targati Rbs, una banca inglese. E per il risparmiatore italiano incassare assegni esteri comporta spesso un salasso di spese. Noi per porre una toppa a questo buco ci stiamo muovendo su due fronti: da un lato stiamo indagando quali sono le banche meno esose, da un altro chiediamo ad Abi (la confindustria delle banche) di scontare costi zero per l'incasso degli assegni della class action. A breve vi diremo che fare, voi aspettate un attimo a incassare i soldi.