Chi se ne frega!
Data di pubblicazione 28 marzo 2011
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Questo sembrano dire i mercati di fronte ai gravi eventi di questo primo scorcio del 2011.
Questo sembrano dire i mercati di fronte ai gravi eventi di questo primo scorcio del 2011. La terra in Giappone trema con decine di migliaia di morti? Chi se ne frega! A Fukushima sale il rischio di fughe radioattive? Chi se ne frega! La Libia scoppia tra le bombe? In Siria e in Yemen la gente è scesa in piazza? A Lisbona è caduto il governo e il Portogallo faticherà a ripagare i suoi titoli di Stato? Chi se ne frega! Ogni volta i mercati scandiscono lo stesso ritornello a ogni avvisaglia di crisi. Che alle Borse, note cuor di coniglio, sia stato trapiantato lo spirito di antenati leoni? Tutt'altro: è che oramai guardano solo alla valangata di liquidità che viene riversata sul mercato dalle Banche centrali (soprattutto quella Usa) e si divertono a spenderla a più non posso. Per ora le conseguenze sono il rafforzamento dell'euro sul biglietto verde giudicato più a rischio di inflazione e l'istrionica e polemica decisione dell'Utah di accettare oltre ai dollari anche l'oro come mezzo di pagamento. Ma la realtà dura e pura è che nessun pasto è gratis e si potrebbe pagare questa situazione molto più in là nel tempo. Quando? Probabilmente quando ci saranno le prime avvisaglie di inflazione negli Stati Uniti, o quando (sempre negli Usa) la disoccupazione inizierà a calare o quando gli americani riprenderanno ad acquistare case. Solo allora Ben Bernanke deciderà di tirare la cinghia e di dare un freno allo tsunami di dollari. Fino a quel momento, però, sarà possibile fare affari in Borsa. Approfittatene, dunque, seguendo i consigli alle pagine 8-11 di Soldi Sette.