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Viva l'Italia!

Data di pubblicazione  14 marzo 2011
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Viva l'Italia, l'Italia dei Bitipì, l'Italia della lira, l'Italia che lavora, l'Italia che ripaga i suoi debiti, viva l'Italia, l'Italia che non molla. E potremmo andare avanti a lungo sulle note di De Gregori a celebrare il nostro Paese, ma ci fermiamo qui e lasciamo parlare i contenuti di questo speciale dedicato ai 150 anni dell'Italia.
Viva l'Italia, l'Italia dei Bitipì, l'Italia della lira, l'Italia che lavora, l'Italia che ripaga i suoi debiti, viva l'Italia, l'Italia che non molla. E potremmo andare avanti a lungo sulle note di De Gregori a celebrare il nostro Paese, ma ci fermiamo qui e lasciamo parlare i contenuti di questo speciale dedicato ai 150 anni dell'Italia. Nella rivista e su questo sito troverete analisi dedicate a diversi aspetti della storia economica del Bel Paese dall'unità a oggi con attenzione alle prospettive dei risparmiatori. Troverete inoltre un'analisi sulla situazione attuale sul destino della nostra repubblica. I 150 anni dall'unità si presentano, infatti, come un momento non facile in cui l'economia cresce a rilento e in cui il debito pubblico continua a fare da padrone sulle bocche di tutti gli investitori mondiali ogni volta che si fa il nome dell'Italia. Un Paese periferico? Destinato al declino? La storia ci offre molti spunti di riflessione tra gravi inciampi e brillanti riprese. Ad esempio il carovita, dopo quasi un secolo di bizze (vedi grafico), sembra ora domato grazie alla confluenza nell'euro. Ma anche la storia del debito pubblico invita alla riflessione. Per un terzo della vita del Paese ha superato la ricchezza prodotta in un anno e per oltre i due terzi è stato al di là del tetto del 60% della ricchezza imposto da Maastricht. Eppure, salvo quando si è fatta beffe dei creditori con cui era in guerra, e quando sotto il fascismo il prestito del littorio rinviò la scadenza di alcuni pagamenti, l'Italia ha onorato sempre i suoi debiti in modo puntuale, mostrandosi molto più affidabile di quel che si crede.