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Avanti un’altra

Data di pubblicazione  19 settembre 2011
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Queste le parole che temiamo di sentir dire al governo in tema di manovre. Quella da 54 miliardi appena varata rischia, infatti, di non bastare se i mercati continueranno a picchiare duro sui BTp facendo volare il costo del debito italiano alle stelle e se le misure prese dal governo avranno effetti recessivi sull’economia.

Queste le parole che temiamo di sentir dire al governo in tema di manovre. Quella da 54 miliardi appena varata rischia, infatti, di non bastare se i mercati continueranno a picchiare duro sui BTp facendo volare il costo del debito italiano alle stelle e se le misure prese dal governo avranno effetti recessivi sull’economia. In Detto tra noi torniamo sul tema, qui ci limitiamo a dire che potremmo ritrovarci da qui a poco a dover mettere mano a nuove misure come una patrimoniale, un taglio alle pensioni o una ondata di privatizzazioni a prezzo di saldo. Insomma, si tratta di andare avanti a vista e sperare… e non è un caso che questo pessimismo si rifletta sull’Indice Soldi Sette sulla fiducia dei risparmiatori crollato da 100,7 di giugno a quota 80,1 di questo mese, i minimi di sempre, in una situazione di deciso pessimismo (l’indice va da 0, pessimismo nero a 200, massima euforia). Viene quasi da invidiare gli islandesi che hanno preferito ripudiare il debito delle loro banche e, non contenti, hanno pure messo sotto accusa i responsabili della crisi che ha colpito la loro valuta e incaricato alcuni cittadini di riscrivere la costituzione usando i social network per consultarsi col resto della popolazione. Che ne pensate? Un default dell’Italia che consentirebbe di evitare manovre lacrime e sangue sarebbe una soluzione alla crisi? Partecipate al nostro sondaggio sul sito www.altroconsumo.it/finanza. Nel frattempo, anche se i conti del Bel Paese sono al sicuro, portiamo il voto sulla sua affidabilità da ottimo a buono per tener conto delle difficoltà del contesto internazionale.

LA VOSTRA FIDUCIA E' AI MINIMI

L’indice Soldi Sette è crollato: metà degli intervistati è pessimista sul futuro dei propri conti famigliari e un altro quarto non si attende comunque miglioramenti.