I fatti moody e crudi…
Data di pubblicazione 10 ottobre 2011
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…sono che dopo la recente raffica di declassamenti dell’Italia da parte delle principali agenzie di rating, sarà difficile che i tassi d’interesse del Bel Paese possano planare in tempi brevi verso quelli di Paesi giudicati più solidi e sicuri.
…sono che dopo la recente raffica di declassamenti dell’Italia da parte delle principali agenzie di rating, sarà difficile che i tassi d’interesse del Bel Paese possano planare in tempi brevi verso quelli di Paesi giudicati più solidi e sicuri. La situazione attuale resterà in un certo senso congelata e ci toccherà iniziare a convivere con uno spread bitipìbund (il differenziale tra i tassi offerti da Roma e quelli offerti da Berlino) su livelli cronicamente più elevati che negli anni scorsi. Addio, finanziamenti a poco prezzo! Conseguenze pratiche? Per ora il declassamento non ha prodotto scossoni in Borsa, anzi è rimasto sullo sfondo di una settimana in cui è successo di tutto (la crisi di Dexia, il non rialzo dei tassi europei, le promesse francotedesche di aiuti all’economia). Però, poi, alla lunga avere un debito più costoso avrà i suoi effetti. Se non altro potrebbe costringerci a manovre aggiuntive come già da tempo paventiamo e, comunque, rende le finanze italiane più fragili. Per questo anche noi di Soldi Sette abbiamo deciso di tagliare il nostro giudizio sull’Italia dal precedente buono a discreto. Lo ripetiamo: non crediamo che il Bel Paese sia sul punto di portare i libri in tribunale (in caso contrario il nostro giudizio sarebbe crollato a rischioso, o molto rischioso); però non è neanche il caso di fare gli struzzi. La crisi non è a costo zero e prima o poi arriverà un conto da pagare, piccolo o grande che sia.