Indignati, ma con giudizio
Data di pubblicazione 17 ottobre 2011
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Come è normale quando le crisi finanziarie si trasmettono all’economia e crescono le tensioni sociali, anche le nostre piazze in questi giorni sono state sconvolte dall’onda lunga delle manifestazioni degli Indignados partite dalla Spagna.
Come è normale quando le crisi finanziarie si trasmettono all’economia e crescono le tensioni sociali, anche le nostre piazze in questi giorni sono state sconvolte dall’onda lunga delle manifestazioni degli Indignados partite dalla Spagna. Al di là delle critiche “politiche” gli Indignados pongono delle questioni di tipo economico: attaccano il ruolo delle banche e delle agenzie di rating, colpevoli di aver contribuito alla crisi. Per la verità le agenzie di rating con la crisi c’entrano poco: sono come il medico legale che certifica i motivi di un decesso facendo l’autopsia, ma non è responsabile della morte della persona che tiene sul tavolo settorio. Se il referto autoptico non fa piacere non è colpa di chi lo fa. Per quanto riguarda le banche la situazione è più delicata. Ci sono stati errori nella vendita dei mutui subprime e questi errori, vecchi di anni, stanno generando ancora oggi frutti avvelenati, come la segale cornuta avvelena i raccolti della segale buona. Tuttavia tra tante situazioni che creano disorientamento bisogna stare attenti che non basta una manifestazione di piazza per cambiare il mondo e che le banche, per quanto malconce di loro, continueranno a esistere e prosperare, se non altro perché non vi sono alternative. A questo punto, visti i prezzi da saldo di alcune azioni del settore perché non approfittarne? In Detto tra noi vi parliamo di banche buone… se non altro come investimento!