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Sono contrariato…

Data di pubblicazione  06 maggio 2013
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Così comincia la mail di uno di voi lettori.
Così comincia la mail di uno di voi lettori. La contrarietà è per il nostro consiglio di vendere le azioni italiane – a meno che non possiate tenerle per vent’anni – e comincia a diffondersi tra di voi. Lo sento anche dalle nostre conversazioni al telefono (questa settimana ci sarò mercoledì mattina anziché il giovedì). Il malumore è montato dopo che, in aprile, Piazza Affari ha messo su oltre il 9%. La realtà, se si allarga la visuale quel minimo necessario per prendere le misure di ciò che sta accadendo è, però, diversa. Il 9% di aprile non recupera del tutto il 12% perso tra febbraio e marzo. Di fatto Milano è ancora più povera rispetto a tre mesi fa e vale poco più di un terzo di quello che era prima del crack Lehman. Wall Street, la Borsa su cui vi avevo consigliato di reinvestire il ricavato della vendita delle azioni italiane da febbraio è salita oltre il 6% contro un 2,6% di Milano. Tutte le cautele che vi avevo indicato a febbraio, quando per la prima volta vi ho invitati a tirare il freno a mano prima di investire a Milano, restano. Quello che ha il sapore di una ripresa è l’effetto dello tsunami di liquidità riversata sui mercati dalla Banca centrale giapponese che ha gonfiato i prezzi delle azioni anche da noi. Ma l’economia nostrana rimane quel che è. Malaticcia. Non credo che la ripresa di Piazza Affari abbia solide basi. Mi spiace per la contrarietà suscitata, ma è nel vostro interesse.